Berrettini, lo spirito guida in difficoltà

La domanda è questa: può uno spirito guida sottrarsi ai propri compiti per necessità tipicamente umane?

La domanda è questa: può uno spirito guida sottrarsi ai propri compiti per necessità tipicamente umane? Forse può, ma non si era mai visto, finora, nell’infinita tipologia delle “entità di luce”, uno spirito elementale rifiutarsi di illuminare la retta via perché alle prese con un banale inciampo. Ma nel tennis è successo. Matteo Berrettini, lo spirito guida degli italiani, da loro scelto e più volte definito in questi termini, si è preso un giorno di vacanza dal Roland Garros, chissà da che cosa determinato, se dall’essersi alzato con il piede sbagliato o da qualche vorticoso giramento di scatole. Un’entità lucente decisamente umana, ma tale da renderlo stranito e talmente poco partecipe all’evento in corso, da dimenticare una delle sue più belle qualità, quella di saper ribaltare i momenti negativi.

Vero è che Matteo, questa storia dello spirito guida della comunità tennistica tricolore l’ha sempre accolta con un mesto sorriso e uno scuotere della testa riccioluta, ma sono gli altri che l’hanno eletto, proprio loro che per la prima volta da quando frequentano il circuito tutti assieme hanno compiuto un passo in più, e sono agli ottavi, mentre lui no. Al più, si prenderà dei giorni di riposo per meditare su quanto grossa l’abbia fatta nel lasciarsi battere da Daniel Altmaier, 22 anni, tedesco di famiglia russa, che al Roland Garros ha mostrato al mondo del tennis come il suo attuale 186 Atp sia solo un numero di passaggio, perché presto sarà nei primi 50, dove la sua energia e il rovescio a una mano sempre tirato a tutto braccio (Wawrinka il suo idolo) è giusto che vengano accolti.

«Sono sceso in campo teso e nervoso, succede», dice mogio il Berrettini, «lui ha giocato davvero bene e ha meritato, eppure ho sprecato tante di quelle palle break che avrei potuto dare un senso diverso alla giornata. Certe volte, quando finisci sotto, vedi la luce. Oggi la cercavo, ma vedevo tutto nero. Una giornata da dimenticare, che volete che vi dica…». Una su sette le palle break di Matteo, 4 su 7 quelle del tedesco. Trentaquattro colpi vincenti e 42 errori non forzati, 23 e 21 per Altmaier, che alla fine ha ottenuto 100 punti, 13 in più di Berrettini. La sconfitta è tutta qui.

 

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