US Open: Thiem è troppo forte, Medvedev non ripete la finale dello scorso anno

Grande dimostrazione di forza di Dominic Thiem, che supera il finalista dello scorso anno in tre set e partirà favorito per la conquista del suo primo US Open contro Alexander Zverev. La partita perfetta di un giocatore che oggi è il più forte di tutti.

[2] D. Thiem b. [3] D. Medvedev 6-2 7-6(7) 7-6(5)

La finale anticipata, ancora di più dopo aver visto il mezzo scempio della prima semi, l’ha vinta Dominic Thiem, che oggi è leggermente più forte di Daiil Medveev, domani si vedrà. La partita è stata abbstanza bella anche se è mancato il pathos delle partite equilibrate, perché se è vero che nel secondo set il punteggio è sempre stato in bilico Medvedev non ha mai dato la sensazione di sapere bene come fare per scalfire un Thiem ispirato e concreto.

La partita era iniziata a ritmi molto alti, con Medvedev che sembrava intenzionato ad aggredire non appena possibile, mettendo bene i piedi dentro il campo subito dopo la risposta, giocata sui teloni. Thiem invece mostrava un rovescio in back che dava molto fastidio al russo, e soprattutto era molto solido e attento ad accelerare non appena possibile. Dopo quattro game molto belli ed equilibrati, Thiem alzava ulteriormente il ritmo e Medvedv lo perdeva di vista. Nel sesto game il russo riusciva ad annullare una seconda palla break col servizio esterno da sinistra – lo aveva già fatto nel quarto game – ma la terza era quella buona per Thiem, anche perché Medvedev riteneva che il proprio servizio fosse lungo e colpiva una palla a casaccio. La breve polemica che ne è seguita, con Medvedev che ha osato l’inosabile, cioè superare la rete per andare nel campo dell’avversario, ha avuto il solo risultato di irritare ulteriormente il russo, che subiva un secondo break e cedeva il set.

Secondo set che cominciva con una sorpresa, perché Thiem, impeccabile per tutti i 35 minuti del primo set, sbagliava tre dritti e con l’aiuto di un doppio fallo permetteva a Medvedev di andare avanti di un break, e di completare un parziale addirittura di 8-0. Thiem sembrava potesse pagare il momento di distrazione, perché il russo non gli dava nessuna possibilità sul proprio servizio fino al momento di chiudere il set. Ma sul 5-4 Thiem di nuovo dimostrava che poteva ancora di più alzare il livello del suo tennis, riusciva finalmente a rispondere e al secondo break point riusciva a riprendere il set. THiem pagava lo sforzo nel game successivo, concedendo ben cinque palle break a Medvedev, quattro annullate dalla prima di servizio e una da un errore di rovescio del russo nei pressi della rete. La partita diventava più combattuta, ma in qualche modo, e con l’aiuto della prima, Medvedev approdava al tiebreak. Thiem sciupava un minibreak e anche un paio d’occasioni per tornare avanti, ma alla fine, dopo aver salvato un set point, chiudeva con un terribile dritto che strappava quasi la raccehtta dalle mani di Medvedev.

Per non sbagliarsi, anche nel terzo set un rilassato Thiem, nonostante qualche problemino alla caviglia, andava sotto di un break. Che però l’austriaco avesse la partita in mano non c’erano più tanti dubbi, forse non li aveva neanche Medvedev, che cercava soluzioni più sbrigative, come qualche Serve and Volley sulla seconda o abbassando ulteriormente i propri margini di sicurezza per tirare sempre di più dalle parti della rete. Thiem aveva un occasione per recuperare il break nel quinto game, ma sciupava in malo modo un altro recupero su un dropshot del russo, ma al nono, cioè di nuovo quando Medvedev serviva per chiduere il set, accelerava, stavolta aiutato anche da Medvedev, che sul set point sparacchiava male due dritti. Sulla palla break uno splendido lungo scambio veniva chiuso da Thiem con una delle tante accelerazioni di rovescio della serata, rimandata di là da Medvedev che nulla poteva sul drittone incrociato a due passi dalla rete. C’erano pochi dubbi a questo punto su come sarebbe finito il match, anche se Medvedev orgogliosamente recuperava da 0-4 e 1-5 nel tiebreak, annullando anche un primo match point sul servizio di Thiem – vale la pena riguardarsi lo scambio che aveva portato l’austriaco sul 6-4 del tiebrek, una sorta di compendio dell’intero match – e cedendo col servizio il match.

Thiem arriva alla sua terza finale negli ultimi quattro slam da favorito, ed è un peccato che il suo avversario non sia uno dei fab, perché l’austriaco, che adesso pare nel pieno della sua maturità tennistica, meriterebbe una vittoria senza ombre. Questo Thiem, che aveva sbatacchiato Djokovic a Melbourne prima di suicidarsi, sarebbe stato favorito anche contro Federer e Nadal, perché in fondo l’età e i chilometri pesano, e fisicamente Dominic non è tanto peggiore dei Fab nel loro prime time. La differenza sembra che possa farla la capacità, terribile nei tre tenori, di tenere alta la concentrazione sia nei vari periodi dell’anno che nella stessa partita. Thiem ad un certo punto è costretto a rilassarsi mentalmente, cosa che difficilmente succedeva a Federer, quasi mai a Djokovic, sostanzialmente mai a Nadal. Contro Zverev parte dalla semifinale di Melbourne, vinta in modo più netto di quanto non dica il risultato, e da quanto hanno fatto vedere i due a New York. Non proprio la stessa cosa.

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