US Open, Osaka continua la protesta: la sesta mascherina è per Philando Castile

Philando Castile, afroamericano di 32 anni, nel 2016 fu ucciso davanti alla compagna e alla figlia di 4 anni da un poliziotto che sparò 7 colpi di pistola quando seppe che l'uomo aveva con sé un'arma e regolare licenza. Dopo 5 mesi di proteste l'assassino fu processato e assolto.

Naomi Osaka è scesa in campo per la sua sesta partita allo US Open indossando la sesta mascherina diversa, come aveva promesso a inizio torneo, per continuare nella sua protesta a favore della comunità nera statunitense vittima di violenze ingiustificate a opera della polizia.

Il nome scritto sullo sfondo, stavolta, è quello di Philando Castile, afroamericano di 32 anni originario del Missouri.

Nel 2016 si trovava nella sua macchina assieme alla compagna Diamond Reynolds e alla figlia di 4 anni. A uno posto di blocco venne fermato da Jeronimo Yanez e un altro ufficiale di polizia che chiesero documenti di guida e di identità. In quel momento Castile disse che aveva con sé anche la licenza di un’arma legalmente custodita e Yanez cominciò ad agitarsi intimandogli di non tirarla fuori. Ci fu una breve discussione, con Castile che diceva di non voler far nulla di male, ma Yanez gli sparò comunque sette colpi di pistola colpendolo in cinque di questi.

Venti minuti dopo, trasportato in ospedale, venne attestata la morte. Grazie a un video che la moglie pubblicò sul proprio profilo Facebook, la vicenda ebbe enorme risalto e ci furono numerose proteste per chiedere provvedimenti nei confronti del poliziotto responsabile dell’omicidio. Solo dopo cinque mesi fu arrestato con l’accusa di omicidio colposo di secondo grado, prima però di essere sorprendentemente assolto dal tribunale. Il distretto di polizia per cui lavorava lo licenziò, ma da allora non passò nemmeno un giorno in prigione e anzi ricevette poco meno di 50.000 dollari per buonuscita dal distretto di polizia.

La famiglia di Castile, nel frattempo, veniva aiutata da un avvocato che a seguito della non condanna di Yanez riuscì in qualche modo a imporsi con la città di St Louis minacciando una causa per diritti civili e ricevendo un accordo di quasi 3 milioni di dollari.

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