Stakhovsky contro Djokovic e la PTPA. L’ATP replica: “Ora è il tempo dell’unità”

Sergiy Stakhovsky, tra i veterani del consiglio giocatori ATP, è un fiume in piena contro Novak Djokovic e Vasek Pospisil: "Cosa volete fare? Che obiettivi ha l'associazione? Rischiamo di perdere ogni traguardo e ogni potere ottenuto. Io me ne sto fuori, spero abbiate il coraggio di esporvi". (video)

Non è passato nemmeno un giorno dall’annuncio della creazione della PTPA e già piovono pesanti bocciature e critiche da parte dei primi colleghi, i più vicini probabilmente a Novak Djokovic in termini politici.

Sergiy Stakhovsky ha presenziato per anni nel board del tennis maschile come rappresentante dei giocatori di seconda e terza fascia, lo snodo principale della Professional Tennis Players Association che vorrebbe abbracciare tutti i tennisti in top-500 in singolare e in top-200 in doppio. L’ucraino, tramite un video pubblicato sul suo account Twitter, è un fiume in piena contro Novak Djokovic e Vasek Pospisil.

Stakhovsky, che poche ore prima scriveva su Twitter “Vorrei capire di più di questa nuova organizzazione, strano che soltanto pochi membri di un gruppo speciale ne fossero a conoscenza”, apre questo video mostrandosi molto sorpreso soprattutto di non essere mai stato messo al corrente della proposta, soprattutto per il suo ruolo pluriennale all’interno del board. Molto scontento, l’ucraino attacca Djokovic e Pospisil di aver pensato a qualcosa per circa due anni e di essere usciti con nulla di concreto.

“Che cosa comporta questa associazione? Che cosa mi da se mi unisco? Dove sono i vantaggi? Non potete aver passato due anni a pensarci sopra e ora sapete solo dire ‘iscrivetevi e poi vi diciamo’. Si tratta di più soldi? Di agevolazioni?”. Stakhovsky non è contento nemmeno del tempismo: “Come fate, nel bel mezzo di una pandemia, a creare ancora più frizioni? Noi avevamo un ruolo importante nel board, abbiamo portato enormi cambiamenti negli anni, in questo modo noi rischiamo di perdere tutto”.

Nella chiusura del discorso Stakhovsky aggiunge: “Io me ne sto fuori. Non mi avete cercato, non ne sapevo nulla, mi è stato addirittura detto da un altro giocatore che mi ha chiesto consigli su qualcosa di cui io non sapevo nulla e di cui in questo modo, così strutturata, non mi interessa nulla. Date delle risposte, spiegate che cosa volete veramente quando parlate di “bisogni e necessità dei giocatori”. Posso chiamarvi e farvi tutte le domande che voglio? Che cosa proponete?”.

LA REPLICA DELL’ATP

L’associazione che gestisce il circuito del tennis professionistico maschile, ha sottolineato, in una nota, l’importanza dell’”unità” in questi tempi complicati. L’ATP ha risposto con un breve comunicato in cui ha sottolineato come il successo del circuito maschile, la crescita che ha reso il tennis uno degli sport maggiori negli ultimi trent’anni, «si basa sulla partnership paritaria tra giocatori e tornei, e sulla collaborazione con gli Slam, la WTA e l’ITF». La struttura di governo dell’ATP, prosegue la nota, «offre ai giocatori un posto al tavolo dove si prendono le grandi decisioni che riguardano il circuito. Riconosciamo le sfide che i nostri membri incontrano nelle attuali circostanze, tuttavia crediamo che sia tempo di unità e non di divisioni interne. Il nostro impegno resta immutato perché a tutti i giocatori impegnati in tutte le aree sia garantito il massimo beneficio. E perché le loro voci siano ascoltate. Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a stretto contatto con le altre organizzazioni che governano il tennis con l’obiettivo di realizzare l’autentico potenziale del nostro sport. Soltanto come una disciplina unita – conclude la nota – saremo davvero in grado di attirare nuovi pubblici, di focalizzare l’esperienza dei fan e assicurare la crescita del tennis»

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