Coronavirus, il tennis prova a rialzarsi: segnali di ripresa da Usa e Francia

Il mondo, e non solo quello del tennis, prova a ripartire rimanendo in attesa di una cura. E New York diventa un simbolo

Il coronavirus non è ancora finito purtroppo, non è stato sconfitto. Ma il mondo, in attesa di cure e di un vaccino deve andare avanti. Anche quello del tennis.  Da New York, la città più colpita dal Covid-19 a livello mondiale, arriva un tweet di Billie Jean King, la grande campionessa degli Anni Settanta cui è stato intitolato il National tennis Center di Flushing Meadows, sede gli Us Open. L’impianto era stato in parte utilizzato come ospedale (sul quale dirottare i pazienti non-Covid), in parte come cucina per preparare i pasti necessari a tutte le persone da assistere nell’emergenza.

L’ex fuoriclasse, come si legge sul sito della Fit, fa sapere che nella struttura tennistica non ci sono più pazienti e si sta cominciando a smontare tutto. Decisamente un buon segno pensando alla possibilità che gli Open degli Stati Uniti possano svolgersi come da programma a partire dal 31 agosto. Anche in Francia il tennis aveva dato la sua disponibilità a supportare l’emergenza. La Federazione francese aveva messo a disposizione della Assistenza Pubblica Ospedali di Parigi la foresteria del Cne (Centre National d’Entrainement). La struttura alberghiera ospita ancora sette pazienti in isolamento e dunque è ancora disponibile per i giovani atleti di interesse nazionale, ma i campi sono stati riaperti e Nicolas Mahut e Gregoire Barrere sono stati i primi ad approfittarne per un allenamento. Barrere aveva già ripreso a giocare con Lucas Pouille, avendo affittato insieme al connazionale, una casa con il campo da tennis a Valbonne, sulle Alpi marittime.

“Si arriva già vestiti da tennis e la doccia si fa a casa – ha spiegato dopo aver studiato a memoria il protocollo – Mettiamo giù la borsa, indossiamo i guanti, puliamo la panca, buttiamo via i guanti, apriamo le palle, le segniamo, ci laviamo le mani, ci alleniamo. E rifacciamo tutto quando abbiamo finito. Senza dimenticare di disinfettare la rete perchè, quando sbagliamo, la palla tocca il nastro e non si sa mai”. Mahut, che fisicamente è apparso in gran forma, persino dimagrito di mezzo chilo, ha dichiarato all’Equipe: “Il rischio in questi primi momenti e di farsi male. Ho giocato tranquillo, per rimettere in moto le gambe, ha ho già le prime vesciche, dunque meglio andare adagio. Le maggiori difficoltà le ho con il servizio e proprio nel gioco di gambe. Mi sento i piedi pesanti, come se avessi gli zoccoli, e la palla va veloce. Mi ci vorrà un pò prima di tornare ad alto livello”.

A proposito di alto livello, dalla Gran Bretagna arriva anche l’immagine del primo allenamento ‘con distanziamento socialè tra i due fratelli Murray, Jamie e Andy, seguiti dal coach Jamie Delgado. Andy, vincitore del torneo virtuale di Madrid, quello disputato con la Playstation4 aveva diffuso via reti sociali le immagini del suo allenarsi nel cortile di casa con un apposto muro “trasportabile”. La ripresa si concretizza anche in cose apparentemente piccole.

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