Coronavirus, Berrettini: “Senza gli Internazionali a Roma è un colpo al cuore. Da piccolo tifavo Federer”

Il numero uno azzurra parla dell'assenza del torneo romano, rinviato a causa del coronavirus

“E’ strano pensare che quest’anno a maggio non si giochi e che tutti i tornei siano cancellati. Prima vengono la salute e i problemi più grandi, ma per noi tennisti togliere il Foro Italico è stato un duro colpo”. Lo ha detto Matteo Berrettini, ospite a Skysport24, commentando l’assenza degli Internazionali d’Italia, rinviati come la quasi totalità dello sport mondiale a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19.

“E’ stato un colpo al cuore – ha spiegato il 24enne tennista capitolino, numero 8 della classifica Atp – E’ un torneo particolare per italiani, soprattutto per me che sono romano: quando gioco qui, sto a casa mia con i miei genitori e ho la mia macchina, cose che non faccio mai. Lo sento particolarmente: speriamo tutto si risolva al più presto, non vedo l’ora di partecipare a numerosi Internazionali”. L’azzurro, che in carriera vanta tre titoli e la semifinale agli Us Open 2019, si lascia andare anche a delle rivelazioni: “Da piccolo tifavo Federer, adesso vivo il tennis in maniera diversa”. “McEnroe? E’ stato il primo ad avvicinarmi dopo aver perso a Wimbledon contro Federer (nel 2019, al quarto turno, ndr) e mi ha pronosticato il mio ingresso nella top 10 entro fine anno…”.

“Io però sono meno estroso di McEnroe, più metodico. Federer-Nadal? Non credo che all’inizio fossero così amici, però nel tempo hanno saputo costruire un rapporto”. L’allievo di Vincenzo Santopadre, che sta passando il periodo di lockdownin  Florida a Boca Raton, vicino Miami, assieme alla fidanzata-collega Ajla Tomljanovic, rivela poi che “qualche giorno fa ho preso una storta alla caviglia, ma adesso sto bene. Dobbiamo essere consapevoli che, con tutto quello che succede nel mondo, noi tennisti siamo fortunati”.

Il suo sport sta provando a ripartire, come ha dimostrato l’esibizione di Palm Beach a cui non ha partecipato: “E’ stato particolare, molto strano. Ho parlato con un paio di ragazzi, sembrava un allenamento, con i giocatori che si raccoglievano le palline e l’arbitro coi guanti… Il tennis è semplice palla in gioco – ha concluso Berrettini – ma più complicato per i continui viaggi: credo sarà difficile quest’anno accada qualcosa di grande, soprattutto per gli spettatori perso che per questo 2020 ci sia nulla da fare”.

Dalla stessa categoria