Mouratoglou annuncia un nuovo tour: nasce l’UTS (Coronavirus permettendo)

In un'intervista esclusiva a tennismajors.com l'allenatore francese annuncia che da metà maggio, lockdown permettendo, partirà l'Ultimate Tennis Showdown. La Germania prepara il Tennis Point Exhibition Series. Rafael Nadal potrebbe ospitare giocatori e giocatrici nella sua accademia.

Il futuro non solo del tennis, ma di tutto lo sport in generale, è ancora appeso al destino di questo strano mondo in cui viviamo ora. È tutto fermo, ci sono oltre quattro miliardi di persone in quarantena per indebolire la potenza del nuovo coronavirus, e tante voci si sono già sollevate tra giocatori, ex giocatori e addetti ai lavori sulla possibilità che di tornei professionistici per quest anno sia finita qui.

È un momento talmente straordinario, nel senso letterale di “fuori dall’ordinario”, che ci sono tante questioni da risolvere. Uno sport come il tennis ha molte difficoltà, a cominciare da quella più banale di come sostenere i principali attori (i giocatori e le giocatrici) che non navigano nell’oro e chi lavora nel dietro le quinte come i vari allenatori o membri dei team. Thomas Drouet, coach di Qiang Wang, raccontava all’Equipe che si è dovuto reinventare in questo periodo a consegnare le pizze per raccogliere qualcosa.

Malgrado non sia uno sport di contatto, sarà probabilmente uno degli ultimi a riprendere a pieno regime. In questo momento nel mondo ci sono stati che hanno chiuso le frontiere, che vietano i visti di accesso, che impediscono a persone provenienti da determinati paesi di entrare. Noi italiani, a oggi, ci troviamo bannati da almeno due terzi del pianeta. Come è possibile che anche nel momento della ripresa i circuiti ATP e WTA in uno sport così globalizzato potranno rimettere in piedi tutto come se nulla fosse? Servirà tempo. Intanto, qualcuno ha provato a creare delle idee. Pochi giorni fa John Millman scriveva su Twitter

“Se l’Australia dovesse recuperare la piena efficenza prima che il circuito ATP sia pronto a ricominciare, penso che abbiamo una chance unica nel nostro sport di creare un circuito domestico nel tennis”. Bingo. Dal 14 al 18 aprile sono passati appena quattro giorni, ma ecco che sono state ufficializzate alcune importanti segnalazioni. Sopra tutte c’è la proposta di Patrick Mouratoglou, attuale coach di Serena Williams ma anche uno dei personaggi in assoluto più in luce nel panorama tennistico attuale che ha annunciato in un’intervista esclusiva a tennismajor.com che già dal weekend del 16-17 maggio vuole dare il via a nuovo circuito tennistico: UTS, che sta per Ultimate Tennis Showdown. “Durante 5 fine settimana, dal 16-17 maggio, 10 giocatori si troveranno l’uno contro l’altro. Saranno 10 giocatori di alto livello, anche se non abbiamo ancora parlato con molti giocatori e non vogliamo rivelare troppe cose ora”. David Goffin e Alexei Popyrin, frequentatori abitudinari dell’accademia, sono i due nomi che hanno detto “sì” alla proposta che, garantisce lo stesso Mouratoglou, non vuole essere un’occasione estemporanea ma che dopo questi 5 weekend ha intenzione di tirare due conti e decidere come muoversi per un progetto che vuole far durare per tutta questa stagione e le prossime a venire.

Visto il personaggio in questione, è facile immaginare a un programma molto ambizioso. Le partite nella prima fase si terranno tutte nella sua accademia vicino a Nizza, in Francia. La data di inizio è stata annunciata, ma nessuno sa realmente se il premier francese Emmanuel Macron annuncerà la fine del lockdown una settimana prima visto come era palpabile l’enorme preoccupazione sul suo volto nell’ultimo discorso alla nazione appena dopo Pasqua. Mouratoglou non ha specificato se l’idea riguarderà solo tennisti uomini o anche donne, mentre ha chiarito che almeno nella prima fase (quando cioè le restrizioni verranno tolte) saranno seguite regole abbastanza nette per garantire il massimo della sicurezza ai giocatori, con anche la proposta di posizionare le rispettive panchine ai due lati del campo e dotare i raccattapalle di guanti, oltre a vietare al momento l’accesso al pubblico. Il coach di Serena però è noto anche per la sua voglia di mettere in contatto giocatori e ambiente attorno: “Il tennis deve cambiare target e rivolgersi ai più giovani. Perché vediamo una partita di tennis? Perché proviamo qualcosa. Stessa cosa di un film. Uno guarda un film perché vuole sentire emozioni, vuole piangere, vuole arrabbiarsi. Molti sport hanno successo in questo modo, perché nel tennis l’unica emozione è se il giocatore che piace vince o perde? Io voglio le persone che odino o adorino i giocatori perché li conoscono meglio, è questo l’obiettivo di UTS”.

UTS, garantisce Mouratoglou, non sarà giocato come un’esibizione: “UTS è un campionato che durerà per tutta la stagione e per i prossimi anni. I giocatori guadagneranno punti, soldi, e alla fine verrà decretato un campione”. Per la prossima settimana sono attese novità su questo fronte, con i nomi di chi dovrebbe aggiungersi a Goffin e Popyrin (il cui padre, rivela Mouratoglou, sarebbe all’origine di questa idea) e chi trasmetterà l’evento come anche la sua sibillina profezia: “Spero di no, ma questo potrebbe essere l’unico tennis che vedremo per il resto del 2020”.

Sulla stessa riga, in un certo senso, anche la Germania. All’inizio del mese di maggio si terrà una 4-giorni da 32 partite di esibizione nella regione della Renania Palatinato, nel nord del paese, dalle parti di Brema e Hannover. L’indiscrezione arriva in esclusiva dal The Telegraph che rivela come Dustin Brown e Jan Choinski dovrebbero essere alcuni dei protagonisti coinvolti dal primo del mese. L’evento si chiamerà Tennis Point Exhibition Series e Tennis Channel trasmetterà le partite al pubblico che non potrà, anche qui, accedere all’impianto. Infine, anche l’accademia di Rafael Nadal si è mossa cominciando a verificare la situazione. Ospitando da due anni un torneo Challenger e diversi eventi ITF, il responsabile Carlos Costa ha dichiarato che la struttura ha la possibilità di ospitare un alto numero di atleti professionisti così che possano allenarsi e competere tra loro senza lasciare l’impianto. L’ex numero 1 spagnolo ha aggiunto: “Al momento la cosa più importante è la salute di tutti, ma nei prossimi mesi l’Accademia potrà essere usata per aiutare altri giocatori professionisti. Sarei molto felice se loro decidessero di venire qui per allenarsi e competere. Sebbene non abbiamo in vista alcun torneo, penso che competere tra noi ci aiuterà a mantenere un buon livello per quando poi il tour riprenderà”.

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