WTA. Straordinaria Sabalenka: Aryna si prende Doha, Kvitova non può nulla

Come ieri avevamo elogiato Petra Kvitova per l'enorme prestazione contro Ashleigh Barty, oggi è la volta di Aryna Sabalenka: la miglior prestazione della settimana nella partita più importante. Sesto titolo WTA per la bielorussa, il terzo Premier 5, secondo consecutivo dopo Wuhan,

[9] A. Sabalenka b. [8] P. Kvitova 6-3 6-3

Ventiquattro ore fa spendevamo lodi, e a piene ragioni, per una partita praticamente perfetta di Petra Kvitova, oggi è la volta di parlare di che prestazione enorme Aryna Sabalenka ha messo in campo per prendersi il titolo a Doha. Un grandissimo trionfo della bielorussa, dominante e fredda quando serviva, precisa e fortunata, anche a chiudere l’incontro con un nastro favorevole sul quarto match point, che però non deve creare discorsi extra sul possibile andamento.

I “se” non hanno luogo, perché la prestazione globale della nuova numero 11 del mondo (solo i 10 punti che la separano da Naomi Osaka) oggi è stata impressionante. Un 6-3 6-3 maturato in un’ora e un quarto di gioco dove Sabalenka è parsa fin dai primi punti in grado di prendersi il match con un tennis di grande forza e, per quanto i rischi siano sempre abbastanza alti, equilibrio.

Ha servito in maniera enorme, col 78% complessivo di prime palle in campo, e spesso ingiocabili. Come ieri, contro Svetlana Kuznetsova, ha preso subito vantaggio e, al contrario di ieri, ha mantenuto sempre altissimo il livello non dovendo neppure fronteggiare palla break per tutti i 29 minuti del primo set. Ha concesso solo sei punti alla battuta, solo una volta è stata indietro 15-30, sul 3-1, quando però il suo dritto pesante faceva già danni importanti. Si muoveva meglio della ceca, nel complesso se aveva lo scambio in mano trovava quasi sempre la soluzione giusta al momento giusto. Così impeccabile e ‘flawless’ (senza vizi) che viene quasi difficile soffermarsi sui vari momenti di una partita che non c’è stata, almeno a livello di equilibrio e di emozioni, tutto per “colpa” sua e di aver trovato la miglior prestazione della sua settimana nella giornata più importante.

Rispetto ai giorni scorsi, questa Sabalenka è il risultato di una crescita netta ed evidente, maturata attraverso partite abbastanza complicate contro Anett Kontaveit e Saisai Zheng e divenuta una macchina da guerra nei momenti finali. Nel secondo set, quando Kvitova ha cercato qualcosa in più, ha tenuto i nervi saldi aggiudicandosi un quarto game di circa 10 minuti e salvando cinque palle break. Sul 3-2 Kvitova, la ceca ha chiesto un medical time out per una ragione ancora non chiara. Da lì non farà più un game, con Sabalenka che non si è fermata nel proprio ritmo e ha preso di autorità il break per il 4-3 con altri dritti di grande fattura e ha tenuto la battuta con un ace a oltre 180 chilometri orari per il 5-3, capitalizzando poi al quarto match point.

Sesto titolo WTA in carriera, il terzo a livello Premier 5, il secondo consecutivo dopo quello di Wuhan dello scorso ottobre. È vero che ci sono stati importanti alti e bassi lo scorso anno, nella fase centrale quando aveva perso ritmo per un problema alla spalla e poi non trovava più la maniera per ripartire, ma a 21 anni ha già un buon palmares, con tanti punti ancora su cui lavorare e poter migliorare, il che è solo un fattore che gioca completamente a suo favore. Nel frattempo, i 900 punti di Doha sono ottimi anche per la Race. È prestissimo, ma ha già superato i 1000 punti. Lo scorso anno, in questo periodo, perdeva una partita tremenda contro Belinda Bencic dopo aver mancato 6 match point e cominciava da lì una lunga fase grigia. Adesso il futuro è diverso, al di là poi delle difficoltà che potrebbe avere quando il tour si sposterà sulla terra battuta, terreno per lei pessimo. Nel frattempo, è giusto che possa godersi il primo importante sigillo del suo 2020.

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