Una grande Bertens fa il bis a San Pietroburgo: Rybakina costretta alla resa

La miglior versione di Kiki Bertens si è presa con merito un nuovo titolo a San Pietroburgo. Elena Rybakina, nel punteggio finale, ha pagato l'ancora scarsa esperienza contro una top-10 così ispirata e a suo agio in campo, che le ha chiuso ogni via fin dai primi punti.

[2] K. Bertens b. [8] E. Rybakina 6-1 6-3

Forse dopo una finale durata poco più di un’ora era difficile immaginare una reazione così forte da parte di Kiki Bertens. La miglior prova dell’olandese in questa settimana, nella giornata più importante, le ha alleviato in qualche modo la delusione per lo scorso weekend che ancora, si è visto, le brucia dentro. Con anche una lacrima che faceva capolino all’occhio destro, la numero 8 del mondo festeggiava il titolo WTA numero 10 in carriera.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo a sette giorni fa, quando l’Olanda perdeva il doppio decisivo contro la Bielorussia sulla terra indoor di Den Hag, con Bertens purtroppo protagonista in negativo delle fasi finali di un tie-break al terzo set pieno di tensione. Il doppio fallo sull’8-8, in quel caso, ha segnato non solo il parziale, o il match, ma ha mandato la Bielorussia a Budapest mentre ora loro dovranno cercare di salvarsi ad aprile.

In quel fine settimana, dopo la prima partita vinta al sabato, raccontava alla stampa come sentisse il peso del momento, sapendo che la squadra puntava molto su di lei e tutti la vedessero come arma in più, dovendo dunque dimostrare il proprio valore senza veri margini di errore. Dopo lo smash vincente di Aryna Sabalenka è corsa subito verso la propria panchina, ha riempito la borsa ed è scappata negli spogliatoi dove, immaginiamo, avrà trascorso ore e ore senza la forza di consolarsi.

Non era scontato giocasse qui in Russia. O almeno: probabilmente non lo avrebbe fatto se non fosse stata campionessa in carica. Avrebbe preso una settimana di pausa, quello che farà ora avendo già dato forfait a Dubai e mandando Garbine Muguruza contro Kim Clijsters. Sentendo una forma di responsabilità verso il torneo russo si è imbarcata appena possibile sul primo aereo per San Pietroburgo e, con una settimana di amministrazione, è tornata in finale dove ha espresso la miglior prova del suo 2020. Elena Rybakina, comunque bravissima nell’arrivare fin qui dopo una nuova settimana importante e che la porterà per la prima volta in top-20, ha anche poco da recriminare perché nell’economia globale del match ha avuto ben poche occasioni per fare qualcosa di diverso. C’era confusione, qualche errore evitabile, ma tutto veniva dall’atteggiamento estremamente autoritario di una Bertens in grandissima giornata.

La kazaka non ha ancora una vera esperienza contro le migliori. È arrivata fino al 19 del mondo (classifica ufficializzata domani) con tanti risultati nei tornei di medio-basso livello e solo da inizio 2020 sta cercando di alzare questa asticella, ma oggi ha trovato di fronte a sé una Bertens superiore (e di tanto) in ogni aspetto. Leggerissima nei movimenti, mai in ritardo nella copertura del campo per la fase difensiva, perfetta nella scelta dei colpi e nel ribaltare gli scambi cominciati lasciando che l’avversaria sfogasse la propria potenza. Il 6-1, malgrado fosse Rybakina la tennista con caratteristiche più offensive tra le due, vedeva Bertens con 11 vincenti e 2 gratuiti mentre la kazaka aveva un dignitoso rapporto di 6/8. Non un tracollo suo, ma tanto bel gioco da parte di Kiki, soprattutto dal lato del rovescio dove in almeno tre occasioni ha cambiato inerzia e portato a casa il punto partendo proprio da lì. Il dritto era letale, anche se si faceva notare meno. Eppure lei quando riesce a giocare così è letale. Lo si può notare già da prima che colpisca, per come raggiunge bene la palla, che anche optando per una soluzione difensiva lei sta comunque ragionando in ottica di cosa fare per arrivare a vincere il punto.

Il primo 15 giocato sul 5-1, servizio Rybakina, è stato emblematico. Nelle statistiche risulterà un gratuito della kazaka, ma nei fatti è il punto perfetto per Bertens. Servizio molto esterno arpionato in allungo, la palla che torna molto profonda sul dritto dell’avversaria che ha colpito molto bene di nuovo a uscire con una palla corta, a uscire di due metri dalla linea laterale, quasi impossibile da recuperare. Kiki non solo c’è arrivata ma il chop di dritto è stato talmente bello e filo-rete che Rybakina non solo non poteva aspettarselo ma non poteva rigiocarlo. Ha colpito cercando di andare in lungolinea, ma era un colpo che era di difficoltà 1000. La difesa della numero 2 del seeding è stata a lungo impeccabile, e oggi anche le soluzioni offensive funzionavano alla perfezione.

Qualcosa è cambiato nel secondo set, con Bertens che concedeva qualcosa in più al servizio, ma nei momenti delicati il servizio è stato un’arma vitale. Prima risaliva da 0-40 nel game d’apertura, poi sul 3-1 dopo aver commesso tre doppi falli (unica nota negativa) recuperava da 30-40 servendo ancora molto bene con la traiettoria a uscire, infine sul 4-2 è rientrata da 15-30. Rybakina provava a forzare maggiormente, ma le manca ancora la giusta dose di conoscenza ed esperienza per queste partite. Avere di fronte una top-10 come Bertens oggi è molto dura, perché pur rimanendo con la testa nella partita c’è bisogno di rischiare ancor di più, ballando costantemente sul filo molto rischioso che può portare molto facilmente fuori giri.

(aggiornamenti a breve)

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