WTA Brisbane: Osaka vince un’altra battaglia, Kenin costretta alla resa

Migliorando ancora il proprio record di ace, Naomi Osaka ha rimontato una grande Sofia Kenin. Ai quarti anche Karolina Pliskova e Petra Kvitova, che mette fine al cammino di Liudmila Samsonova. L'italo russa sorride: "Era la prima contro una top-10, me la sono goduta".

[1] N. Osaka b. S. Kenin 6-7(3) 6-3 6-1

Che inizio di stagione per Naomi Osaka. Se c’erano dubbi sulla sua spalla dopo i problemi di fine 2019, queste due partite che hanno aperto il suo 2020 puntano dritte verso un esito completamente opposto. E già contro Maria Sakkari, al suo esordio, aveva dovuto sudare oltre due ore per piegare l’ottima resistenza della greca. Oggi, contro un’altra avversaria durissima come Sofia Kenin è arrivata una nuova vittoria di forza, dilagando solo tra fine del secondo set e la prima metà del terzo, facendo segnare in tutto 18 ace: nuovo record personale dopo aver già ritoccato la sua barra l’altro giorno con 16.

Era una porzione di tabellone molto complicata, un antipasto di quella che sarà una stagione dura e senza grandi momenti per rilassarsi. E non solo per il ranking, o i tornei, ma anche per le Olimpiadi a “casa sua”, lei che è diventata a tutti gli effetti giapponese da un paio di mesi ma ha una storia che non può mai realmente identificarla con una sola bandiera. E qui in Australia il concetto è sembrato ripetersi, con il pubblico che già lo scorso anno aveva imparato a conoscerla e aveva preso le sue parti, e che ora ha solo rigonfiato il proprio entusiasmo urlando a squarciagola dal primo all’ultimo punto.

La Pat Rafter Arena questa mattina ha vissuto la delusione per la sconfitta di Ashleigh Barty, la loro “figlia”, e in serata si è rifatta con una partita di grande intensità e resa ottima per lo spirito combattivo di una Kenin ottima sotto tanti aspetti, calata un po’ nel finale per la grande qualità di gioco che Osaka ha trovato nei momenti migliori. E il pubblico sempre dalla sua. Sempre. Con persino il tipico coro da stadio degli australiani: “Aussie Aussie Aussie, Oi Oi Oi”. Naomi, alla fine, ha chiesto se questo volesse dire che è stata simbolicamente adottata, poi si è quasi intristita da sola passando dalla soddisfazione per i tanti ace messi a segno al fatto che ora servono per raccogliere fondi per i disastri degli incendi in tutto il paese.

Nelle due ore e mezza, quasi, di partita è stata invece una montagna russa di sentimenti ed emozioni contrastanti. In una serata abbastanza strana per lei, perché raramente la si vede perdere un set come il primo con i numeri enormemente a favore, si è dovuta superare contro una Kenin sempre pronta a fare un passo in avanti e a mettere pressione quasi asfissiante a ogni manovra. Era nella sua testa, a un certo punto sembrava pronta a prendere definitivamente il comando quando ha avuto la chance di controbreak per il 4-4 nel secondo parziale, ma lì la giapponese ha dato uno dei tanti scossoni della sua partita mostrando una forza mentale ancora una volta degna di nota.

Aveva lasciato che il primo set le scappasse via dalle mani malgrado 10 ace e 6 palle break ottenute di cui 4 set point sul 5-4. Su due Kenin ha servito bene, mentre sugli altri ci sono responsabilità importanti di Naomi che poi, dal 3-1 nel tie-break, ha completato l’incredibile pasticcio. Aveva forse un piccolo difetto, Sofia: aveva una marcia sola, al massimo due, ma si trattava sempre della quarta e della quinta. Tradotto: per quanto nel suo gioco ci sia un buon margine nei colpi, il suo ritmo è altissimo e unito a una cattiveria agonistica importante diventa un martello pneumatico che però può calare all’improvviso per rifiatare. Forse, alla lunga, il vero errore è stato nei primi game della seconda frazione quando prima ha preso un break a zero e poi, dopo averlo immediatamente recuperato, si è fatta sorprendere da una Osaka ferita, ma ancor più pericolosa. 3 bei vincenti in serie e nuovo break per il 2-1 e servizio in favore della numero 3 del seeding.

Osaka, che aveva infilato 10 ace fin lì, ha cominciato a fare gara di testa. Il pressing dell’americana è rimasto però costante, la giapponese non aveva vere vie d’uscita nei propri turni di battuta se non inventandosi qualcosa. Sofia, tra l’altro, aveva anche sistemato la risposta di rovescio e faceva molto male. Sul 3-2 Naomi ha tirato su un game da 0-15, sul 4-3 si è vista riprendere da 30-0 e, sulla palla break concessa, ha trovato il suo ace numero 13, il primo da diverso tempo. Nel momento più importante, perché è tornata la prima e ha potuto allungare sul 5-3, dandosi fiato ed energie per colpire più liberamente. 0-15 con un vincente in risposta di rovescio, 15-30 con un cross di dritto in corsa molto bello, poi due set point buttati. In tutto era arrivata a 6, ne dovrà passare un altro prima che, all’ottavo, sia riuscita a chiudere.

Tantissimi braccio di ferro su entrambe le diagonali, ma anche qui sul finire della seconda frazione Osaka è riuscita ad alzare il proprio livello per prendere il comando. Quando Fissette è sceso a parlarle a fine secondo set, il dialogo è stato molto tranquillo e significativo. Naomi stava riprendendo fiato dopo il grande sforzo, ma aveva molta lucidità per trovare i difetti della sua prova tra il voler esagerare sentendosi l’avversaria col fiato sul collo e lei con la fretta di voler prendersi il punto. “Il rovescio sul primo set point, quello è stato disgustoso” diceva. “Tranquilla, sei a inizio stagione, non tutto deve essere perfetto” rispondeva Fissette, “gli errori fanno parte del tuo gioco, concentrati sui vincenti”. “Mi sento indisciplinata” ribatteva. “No, tranquilla. Quando poi ti sei calmata ho visto la vera Naomi, e mi piace tanto” ha concluso.

Nel terzo set Osaka è riuscita a tenere un importante game d’apertura ed è poi subito andata all’attacco, prendendosi il game e confermandolo per il 3-0. Kenin ha avuto l’ultima mezza chance sull’1-3 0-15, ma il sedicesimo ace e altri servizi di ottimo livello l’hanno ricacciata indietro di 3 game. Sul 4-1 Osaka ha forzato ulteriormente prendendosi un nuovo break. Era la fine, mancavano solo gli ultimi 2 ace consecutivi per mettere la firma su una grande vittoria. Era solo il secondo turno, ma aveva tutto per essere una finale.

Domani affronterà Kiki Bertens, che è ripartita nella nuova stagione vincendo due partite molto lottate: contro Dayana Yastremska (6-4 1-6 6-3) e oggi contro Anett Kontaveit (6-3 2-6 7-5).

Altri risultati

Karolina Pliskova ha cominciato la propria stagione WTA in singolare con una partita piuttosto combattuta contro Ajla Tomljanovic, prevalendo 6-4 6-7(5) 6-1.

Due set molto equilibrati, ma che come la ceca ha poi detto in conferenza stampa non l’hanno demoralizzata più di tanto: “Sapevo che avrei avuto occasioni per vincerla anche nel terzo, forse mi aspettavo che lei calasse un po’ nel livello perché fin lì eravamo molto vicine però stava giocando ad alti livelli, soprattutto stava servendo per esempi le seconde a 150-160 all’ora e non ho potuto fare molti punti in risposta, cosa che invece normalmente mi succede. Io ho cominciato bene e ho atteso poi che arrivassero le mie chance. Sapevo che non sarebbe andata avanti così a lungo. Sono un po’ dispiaciuta per quel tie-break perché ho giocato una serie di punti molto buona prima di commettere qualche errore di troppo, ma nel terzo set ho approfittato della prima occasione avuta e questo ha spaccato la partita”.

Sono due tenniste abbastanza simili, ma come sottolineava anche Dani Vallverdu, intervistato nel post partita, la ceca è riuscita a rigiocare molte più palle nell’altra metà campo creando maggiormente pressione. Così, all’inizio del terzo set, la partita ha preso definitivamente la strada della numero 2 del seeding che col dodicesimo ace sul primo match point ha archiviato la pratica. Domani, per lei, un’avversaria che già storicamente le ha spesso dato fastidio (pur magari vincendo in ogni circostanza) ma che ora sta anche esprimendo il meglio di sé: Alison Riske. Ancora una volta: non esistono turni facili a Brisbane.

Petra Kvitova ha battuto Liudmila Samsonova con un 6-3 6-2 abbastanza netto, ma che almeno per un set e mezzo ha visto entrambe le giocatrici confrontarsi piuttosto alla pari. “Luda” ha tenuto molto bene il campo fino al 2-2 nel secondo set. Il break che ha fatto la differenza nel set d’apertura è arrivato per una leggera disattenzione sul 30-0 quando la ceca ha risposto molto profondo a un servizio abbastanza esterno e probabilmente l’ha sorpresa, mandando in rete il dritto e riaprendo il game. Col doppio fallo sul 30-40, la fine dell’equilibrio nel punteggio.

Samsonova cercava di incoraggiarsi, sembrava molto carica anche dopo il 6-3 subito mentre parlava con Alessandro Piccari dicendo che voleva tornare a giocare immediatamente, e nei primi game del secondo set è rimasta avanti servendo tanto bene. Paradossalmente, oggi è stata la miglior giornata per lei alla battuta di tutto il torneo: 7 ace (come la bi-campionessa di Wimbledon), solo 3 doppi falli. Dal momento in cui, però, è tornata a perdere qualche punto sulla seconda la tensione è tornata abbastanza alta e un nuovo doppio fallo, sul 2-2 30-30, ha dato la ghiotta chance all’avversaria di andare a condurre. Fatto quel break, la partita è pressoché finita.

Intervistata nel post match, l’italo-russa è apparsa comunque soddisfatta: “Ci avrei messo la firma. Tra l’altro non ero mai entrata sul campo centrale, anche stamattina non avevo voluto fare warm up alle 10 per poi essere in campo 4 ore dopo. Lei penso abbia giocato veramente bene, quindi mi da ancora più fiducia perché ero alla prima volta contro una top-10”. Impressione di fatto confermata dalle parole della ceca, che alla prima risposta della sua conferenza stampa ha sottolineato scandendo ogni sillaba delle parole “lei serve veramente bene”. Diversi gli elogi, poi riportati alla qualificata, che ha reagito con fare estremamente colpito: “ma che, scherzi? davvero? oddio mi fa veramente piacere”.

A proposito del servizio, la stessa Samsonova ammette di aver avuto una gran giornata: “La prima non è mai scesa sotto i 177”. E fino al 6-3 2-2 aveva vinto 18 punti su 20 giocati, mentre con la seconda c’è stata più difficoltà: “Ho provato a giocarle più sul rovescio, ma è una cosa su cui devo lavorare. È una cosa mia: sulla seconda tendo a servire tanto kick, però contro una destra. Lei è mancina, quindi non sarei andata sul rovescio, e la cosa mi ha messo paura di fare doppi falli”. I rimpianti, dice, sono più sulle risposte non sempre perfette. Però ora va a Melbourne, e lei stessa dice di sentirsi diversa: “Ho un’altra consapevolezza. Avrei firmato per un risultato così. Non posso negare che mi ha cambiato il pensiero. Brisbane m’ha cambiato tutte le aspettative che avevo, come pensavo di affrontarlo… M’ha cambiato tanto. Penso comunque di non avere nulla da perdere, son sempre io però con più sicurezza”. E per finire, un commento sul primo match in un campo del genere: “bello! mi è piaciuto tantissimo, mi ha gasato da morì, da morì proprio!”. Sì, l’influenza romana si sente molto bene.

Risultati

[Q] J. Brady b. [1] A. Barty 6-4 7-6(4)
[5] P. Kvitova b. [Q] L. Samsonova 6-3 6-2
[6] K. Bertens vs A. Kontaveit
[3] N. Osaka b. S. Kenin 6-7(3) 6-3 6-1
[2] Ka. Pliskova b. [WC] A. Tomljanovic 6-4 6-7(5) 6-1

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