Carlos Rodriguez: “Anisimova? Apprende molto rapidamente, c’è un po’ di Henin in questo”

In una delle rare interviste concesse, lo storico coach di Justine Henin racconta al giornalista Yves Simon i primi momenti passati con Amanda Anisimova: "Il paragone con Maria Sharapova? Non mi interessa, lei ha ancora tutto da dimostrare e deve costruirsi una propria identità".

Pochi giorni fa abbiamo proposto un articolo dove si faceva riferimento alla situazione dei team delle giocatrici WTA presenti in top-10, alle loro modifiche o alle conferme per la prossima stagione.

Poco più indietro nel ranking ci sono stati altri cambi importanti come il rientro di Conchita Martinez nel box di Garbine Muguruza stavolta come coach a tutti gli effetti senza Sam Sumyk accanto,  ma il più interessante è probabilmente quello che rivedrà in pista Carlos Rodriguez dopo circa 5 anni dall’ultima esperienza.

Lo storico coach di Justine Henin e che ha condotto poi Na Li fino alla fine della carriera ha accettato di subentrare nel team di Amanda Anisimova nel posto lasciato purtroppo vacante dalla morte del padre-allenatore Kostantin Anisimov. Fermo dal 2015, Rodriguez rimane un profilo altamente qualificato e la sfida di avere una ragazzina di 18 anni da crescere con i suoi dettami e portarla lassù dove già è stato con due delle più importanti giocatrici di questo millennio è stata più forte di altre proposte, che ha confessato di aver ricevuto in una delle rare interviste esclusive che ha concesso nella sua carriera da allenatore.

In una chiacchierata con il giornalista belga Yves Simon, Rodriguez ha raccontato i motivi per cui è tornato nel circuito dopo gli anni di permanenza a Pechino, lì dove ha aperto un’accademia: “A Pechino ho avuto tempo di prendermi cura di me stesso e della mia famiglia. È stato tutto perfetto. Ora però sento che ho voglia di tornare in pista, sento dentro di me ancora lo spirito della competizione e voglia di adrenalina. Le strategie di lavoro e i progetti dell’accademia sono un po’ cambiati, ed eccomi di nuovo qui. Da quando sono qui in Cina a lavorare devo aver ricevuto 10, 15 proposte molto allettanti di lavoro da giocatrici più anziane e col ranking migliore di Amanda… Non voglio dire chi per non mancare di rispetto, ma penso che questa fosse per me la scelta migliore. Amanda ha solo 18 anni ma vedo la possibilità di progressi enormi e un potenziale infinito. E se mi conoscete, sapete che questo è quello che veramente mi piace e mi stimola. Un’abilità di apprendere e perfezionare quello che le diciamo a una velocità che hanno solo le grandi giocatrici. Ci vedo un po’ di Justine Henin in questo, a quell’età”.

Gli aspetti su cui Anisimova deve migliorare sono tanti: “È tutto in disordine al momento. Deve costruirsi ancora un’identità di gioco, uno schema tattico. Soprattutto però c’è un grandissimo lavoro fisico da svolgere perché, per dirla chiaramente, non è da nessuna parte. Non è una coincidenza che abbia già subito tanti infortuni. La morte del padre ad agosto l’ha condizionata parecchio ed è stata per tutto questo tempo senza fare granché e c’è ancora grandissima differenza tra la parte destra del suo corpo e quella sinistra. Lei ha bisogno di basi solide, potremmo magari lavorare come matti ma devo curarmi di lei e del suo processo di crescita dunque devo rallentare. Il nostro è un progetto a lungo termine fatto di vari step. Vedremo se riuscirò a portarla dalla mia parte in questo percorso e non solo nel breve periodo”. Rodriguez e Anisimova, assieme allo sparring lettone Andis Juska, ex capitano di Fed Cup della Lettonia e parte del team di Alona Ostapenko in qualche appuntamento del circuito, hanno davanti un periodo di prova che durerà fino al termine dell’Australian Open. Se le sensazioni saranno positive, continueranno in maniera stabile. Questa è la motivazione per cui l’argentino, trapiantato in Belgio per una trentina d’anni dalla fine degli anni ’80, ancora fa differenza tra breve e lungo periodo di lavoro.

Anisimova, poco tempo fa, ha firmato un contratto di sponsorizzazione con Nike (il primo da professionista, ora che è diventata maggiorenne) e il valore dell’accordo è altissimo. Si parla di complessivamente 80 milioni di dollari e sebbene nessuna cifra sia mai stata realmente svelata le voci più autorevoli raccontavano di qualcosa di simile al boom che portò la giovanissima Maria Sharapova a metà anni 2000 a essere la teenager più pagata in assoluto. Per varie caratteristiche le due sembrano poter essere accomunabili, non è un’assurdità del momento, ma Rodriguez non ha particolare interesse: “Non posso fermare queste voci, sia in positivo che in negativo, però non sono mai stato attratto da questo. Non stiamo cercando di costruire la sua carriera sulla scia di Sharapova, lei ha tutto da dimostrare ancora e deve prendersi cura di sé e non aspettarsi che ci sia qualcuno che è pronto a trascinarle la borsa”. Un modo di dire che, riprendendo le parole che proprio Sharapova scrisse sulla telecamera a Melbourne nel 2015 dopo la vittoria contro Eugenie Bouchard: “Fly high, sing your own song”. Vola alto, canta la tua canzone.

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