Statistiche della settimana: Federer sempre più vicino a Connors

La vittoria a Basilea avvicina lo svizzero ai record dell'americano

Per la seconda volta in questa stagione l’esito dei tornei maschili in programma ha rispettato pienamente i pronostici della vigilia (il precedente si era registrato a settembre tra Tokyo e Pechino).

Nei due tornei in programma, entrambi 500, hanno vinto Thiem a Vienna e Federer a Basilea, casualmente entrambi beniamini di casa per eccellenza.

L’austriaco è riuscito nell’impresa per la prima volta in nove partecipazioni senza essere mai approdato alla finale negli anni precedenti. Con questa affermazione, ottenuta superando in finale l’argentino Schwartzman, il tennista austriaco diventa il più vincente in stagione con 5 successi davanti a Federer, Nadal, Djokovic e il sorprendente Medvedev per il momento fermatisi a quota 4.

Roger Federer dal canto suo ha deliziato ancora una volta il pubblico di casa, sfoderando una serie di prestazioni eccellenti culminate con quelle offerte in semifinale e in finale contro due tra i tennisti più rampanti della Next Gen, il greco Tsitsipas, numero 7 del mondo, e l’australiano de Minaur, entrato con l’occasione per la prima volta tra i top 20.

Federer arriva così in doppia cifra anche a Basilea, traguardo già raggiunto ad Halle. Trattasi per il campione svizzero del quarto successo in stagione che porta a 103 il totale delle vittorie in carriera, a sole sei lunghezze dal record assoluto di 109 che appartiene a Jimmy Connors, così come il record di match vinti in carriera (1274) e di quelli giocati (1556).

Record che a questo punto hanno entrambi i giorni contati visto che Federer, dopo i 51 successi di quest’anno, ottenuti finora in 59 match giocati, è ormai a 1235 vittorie in 1503 incontri disputati. Trattasi per il campione svizzero di elementi di stimolo ulteriori a far si che possa continuare a giocare almeno per un’altra stagione a pieno ritmo.

Settimana azzurra: da diversi giorni il tennis italiano è al centro delle cronache del tennis mondiale, non solo per quanto avviene in campo ma anche per quanto riguarda gli sviluppi organizzativi del tennis ai massimi livelli, per effetto della prestigiosa nomina di Andrea Gaudenzi a presidente dell’ATP. Tornando al tennis giocato, le imprese di Matteo Berrettini e di Jannik Sinner hanno una valenza che travalica il breve periodo con una ricaduta a lunga gittata. La qualità delle prestazioni offerte dal tennista romano nelle ultime settimane è tale da non lasciare più dubbi sulla solidità del giocatore che da ieri è a pieno titolo nell’Olimpo del tennis per restarci stabilmente. Da ieri Berrettini è numero 9 del mondo, quarto italiano di sempre nei top 10.

Non ha sfruttato combinazioni occasionali o corridoi fortunati. Quest’anno ha battuto in sequenza avversari “tosti” (5 vittorie contro Top 10 in 9 confronti diretti), con un bilancio ampiamente positivo nella gestione dei momenti topici (9 a 6 l’esito dei set decisivi di cui 2-0 al quinto set, 21-16 nei tie break), confidando costantemente sulla propria forza e capacità di reazione pur nella consapevolezza che c’è ancora tanto lavoro da fare. È così che si diventa grandi campioni ed e è così che si diventa riferimento virtuoso per i ragazzi che amano lo sport.

Nei quarantasei anni che vanno dal 1973 al 2018 solo due italiani erano riusciti in questa impresa: Adriano Panatta (best ranking al numero 4 nel 1973) e Corrado Barazzutti (n.7 nel 1978). Quest’anno in soli 5 mesi il numero si è raddoppiato grazie a Fabio Fognini riuscitoci nel mese di giugno, a 32 anni, per 8 settimane con un best ranking al n.9 e a Matteo Berrettini che vi riesce a 23 anni, dopo una risalita veloce e costante nel corso di quest’anno (era n.54 all’inizio della stagione).

Matteo ha  la possibilità di salire ancora, specie se riuscirà a mantenere alta la tensione questa settimana al Masters 1000 di Parigi-Bercy dove si gioca l’accesso alle ATP Finals per raggiunger il quale tuttavia, è atteso da una serie di possibili avversari estremamente pericolosi, alcuni dei quali in diretta concorrenza per lo stesso obiettivo: Tsonga e Khachanov saranno presumibilmente i primi avversari prima di entrare in rotta di collisione con Nadal e potrebbe non bastare.

In corsa c’è anche Fognini ma con meno chance, essendo nella speciale Race per Londra al 12simo posto con un distacco di 380 punti da Berrettini che occupa attualmente l’ottava posizione, l’ultima utile per la qualificazione.

Nelle 49 edizioni disputate a partire dal 1970 le uniche due partecipazioni azzurre risalgono al 1975 e al 1978 con Panatta e Barazzutti che nei sei match disputati in totale nella fase eliminatoria, sono sempre usciti sconfitti, per cui l’eventuale nuova partecipazione di un italiano avrebbe probabilmente risultanze storiche.

E chiudiamo con un’altra impresa che è già storica: a 18 anni, 2 mesi e 12 giorni Jannik Sinner diventa il più giovane tennista italiano ad irrompere tra i Top 100, migliorando il record di precocità che apparteneva da 29 anni a Diego Nargiso che vi riuscì nel 1988 a 18 anni 5 mesi e 14 giorni.

Il tennista altoatesino sale al 93simo posto risultando al momento il più giovane tra i Top 100, scavalcando il canadese Auger Aliassime  che è entrato tra i top 100 il 25 febbraio di quest’anno, a 18 anni e 6 mesi e lo scorso anno all’età di Sinner vantava sei successi nei confronti di tennisti top 100 rispetto ai sette ottenuti dal nostro giocatore quest’anno.

La scorsa settimana Sinner ha onorato la wild card offertagli dagli organizzatori del torneo di Vienna, superando nettamente l’esperto Kolschreiber (6-3 6-4) e perdendo contro Monfils dopo essere arrivato molto vicino a ribaltare un match che sembrava compromesso. Un’altra preziosissima esperienza contro lo stesso avversario che la settimana precedente si era fatto trovare impreparato fino a farsi travolgere e che questa volta ha dato il meglio di sé, supportato in misura decisiva dal servizio, ma col quale comunque, il nostro tennista per la maggior parte del tempo ha comandato il gioco.

La crescita costante del tennista altoatesino è certificata dalla progressione in classifica che dall’inizio dell’anno non ha avuto pause:

Altri numeri

2 – Le settimane in cui quest’anno i tornei in programma sono stati vinti tutti dalla teste di serie numero 1. Prima di questa settimana era capitato il mese scorso a Tokyo e a Pechino .

3 – I nuovi ingressi azzurri nei top 100 nel 2019: Travaglia, Caruso e Sinner. Una tale moltitudine ha un solo precedente nel 2007 quando vi riuscirono Bolelli, Fognini e Galvani.

6 – I tennisti entrati tra i Top 10 per la prima volta nel corso del 2019. Prima di Berrettini vi sono riusciti Tsitsipas, Medvedev, Khachanov, Fognini e Bautista Agut. Lo scorso anno vi riuscì solo il francese Pouille.

8 – Gli italiani nei top 100 grazie all’ingresso di Sinner. È la seconda volta che accade per il tennis maschile azzurro.

15 – Le finali raggiunte da Federer a Basilea in 19 partecipazioni.

16 – I tornei vinti da Thiem in carriera. Tra i tennisti in attività è l’ottavo al pari di Wawrinka, ma con i suoi 26 anni è di gran lunga più giovane di coloro che lo precedono, tutti ultra trentenni:

18 – I games  persi da Federer nei 4 match disputati nella settimana (nei quarti ha vinto per forfait di Wawrinka). Ha fatto meglio di quanto fece Nadal a Buenos Aires nel 2015 quando in quattro match cedette 19 games.

38 anni e 2 mesi – L’età di Roger Federer, il più anziano vincitore di un torneo ATP dal 1973 (anno in cui fu istituito il ranking computerizzato):

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