WTA Pechino: Andreescu traballa, Bencic si salva, Halep crolla

Il periodo lontano dai campi si è fatto sentire, per Bianca Andreescu, che comunque è approdata al secondo turno del WTA Premier Mandatory di Pechino. Simona Halep travolta, invece, contro Ekaterina Alexandrova coi tanti dubbi sulla condizione fisica che tornano più forti che mai.

ANDREESCU, L’INATTIVITÀ SI È FATTA SENTIRE

Non un match brillante per Bianca Andreescu, al rientro in campo dopo il successo allo US Open. Tre set molto altalenanti contro Aliaksandra Sasnovich a denotare la ruggine creatasi dalla poca preparazione per questo torneo, che a ora non può non essere visto come semplice punto di passaggio in vista dell’ultimo grande appuntamento del 2019: le WTA Finals.

La canadese a Pechino, nell’ultimo Premier Mandatory della stagione, avrà come obiettivo di uscire con un nuovo grande risultato ma la realtà dei fatti è che la preparazione non potrà essere delle migliori, almeno inizialmente. La forma potrà arrivare quando ci saranno un paio di partite nelle gambe e saranno completamente tornati gli automatismi, e dunque oggi contro Sasnovich va preso solo il risultato finale, ovvero il tredicesimo match consecutivo del suo 2019 portato a casa.

6-2 2-6 6-1 il punteggio finale dove ancora una volta ha fatto tanta differenza la testa della giocatrice di Mississagua, quasi spentasi nel secondo parziale e poi tornata padrona della situazione nelle prime fasi del terzo set, riprendendo fiducia e spinta. Sasnovich, reduce da mesi molto negativi che l’hanno vista tornare a un ranking che non aveva da inizio 2018, non ha forse avuto la giusta capacità di mantenersi regolare, vittima di alti e bassi che l’hanno portata a vincere i primi due game dell’incontro e poi perdere i successivi 6, a vincere gli ultimi 4 game del secondo set e poi portarne a casa solo 1 nei 7 del set decisivo.

Andreescu, adesso, avrà una Elise Mertens battuta in tre combattuti set nella sua corsa di New York e la belga nell’ultimo periodo sta giocando in maniera molto più costante, cercando di prendersi una top-20 a fine stagione che fino a luglio e inizi di agosto sembrava molto lontana. Per lei, oggi, un importante 6-2 6-3 ai danni di Petra Martic, potenziale mina vagante di una zona di tabellone che è comunque di altissimo livello. Solo in questo quarto di tabellone, oltre ad Andreescu e Mertens, ci sono ancora Madison Keys (6-4 7-6 a Karolina Muchova) e Naomi Osaka che comunque avrà un impegno non facile contro Andrea Petkovic e poi un eventuale ottavo di finale contro o la finalista di Wuhan Alison Riske o Ajla Tomljanovic.

HALEP. DURO RITORNO ALLA REALTÀ

Aveva destato grande impressione all’esordio, dopo la netta vittoria contro Rebecca Peterson, ma oggi Simona Halep non ha potuto far altro che raccogliere 5 game contro Ekaterina Alexandrova.

Un andamento altalenante, ma la rumena stessa raccontava alla stampa che non aveva ancora recuperato dai problemi alla schiena patiti a Wuhan e che quel 6-1 6-1 dell’esordio era nato più perché aveva trovato un’avversaria che soffriva particolarmente il suo gioco (Peterson, in fondo, è una versione riprodotta della rumena però di qualche gradino ancora inferiore) e lei voleva dimostrare a se stessa di non volersi arrendere a un dolore comunque presente e che oggi ha avuto un impatto chiaro non tanto nella sconfitta, ma nel netto 6-2 6-3 incassato contro Alexandrova.

Aveva già giocato contro la russa in estate, a Cincinnati, e lì ci fu il dolore al tendine d’Achille a costringerla a una maratona deleteria (3-6 7-6 6-4). Oggi non è quasi riuscita a giocare, subendo l’aggressività dell’avversaria e non potendo far nulla per contrastarla. Vengono diversi dubbi, soprattutto se fosse stato davvero necessario per lei giocare questo torneo dopo i guai di neppure una settimana fa e oggi il fisioterapista di nuovo fuori per quello che sembrava un controllo all’anca, e in una fase di stagione che per lei è maledetta, visti i tanti problemi fisici che regolarmente subisce nella seconda fase di stagione. Questo 2019 non fa alcuna differenza e adesso, più traballante che mai, si trova di fronte allo stesso problema del 2018: rischiare Mosca e le Finals di Shenzhen, o chiudere ora la stagione?

BENCIC, QUANTA PAURA. MA SHENZHEN È ANCORA POSSIBILE

Tantissima paura e agitazione stavano costando carissimo a Belinda Bencic, che ha vissuto una nuova giornata di altalena emotiva contro Venus Williams e l’ultimo blackout le stava costando non solo il match ma una grande fetta delle sue chance di accedere alle prime WTA Finals della carriera.

Il dritto nel primo set l’aveva completamente abbandonata, perdendo un break di vantaggio e poi subirne un secondo due game dopo, con l’ex numero 1 del mondo che si prendeva il vantaggio per 6-3. Nel secondo parziale riusciva a gestire meglio il proprio gioco infilando a sua volta un 6-3 alla statunitense e volando avanti di un break all’inizio del terzo. La scorsa settimana, a Wuhan, aveva perso contro Veronica Kudermetova all’esordio da 4-2 e chance per 5-2 nel set decisivo, qui stava avvenendo lo stesso copione: avanti 4-2 mancava due chance del 5-2 per poi subire il controbreak. Al cambio campo sul 4-5, esplodeva tutta la sua rabbia in un pianto di puro nervosismo.

La partita continuava a essere tesissima e molto intensa. Venus si portava 15-40 in risposta e aveva due match point consecutivi, ma qui un po’ a sorpresa Bencic riusciva a non mollare, giocando 4 vincenti consecutivi e poi andando lei all’attacco, con il break del 6-5 capitalizzato poi nel 3-6 6-3 7-5 conclusivo.

Preziosissima vittoria perché le consente di rimanere avanti a Kiki Bertens (vincente anche lei oggi, 7-6 6-3 a Dayana Yastremska) nella Race anche in caso di vittoria della olandese agli ottavi e sua contemporanea sconfitta. È ancora nona, e il divario da Elina Svitolina è rimasto invariato grazie al 7-6 7-6 dell’ucraina contro Yafan Wang, ma ormai si gioca tutto sul filo sottilissimo di un equilibrio che quest anno è riservato quasi unicamente a loro tre. Il tutto con la consapevolezza che Serena Williams, al momento settima, potrebbe anche non giocare e aprire spazio alla nona.

WOZNIACKI, PARTE LA SUA MISSIONE IMPOSSIBILE
 
Caroline Wozniacki, campionessa in carica nel 2018, è arrivata a Pechino senza vittorie, senza fiducia, senza punti necessari per fare da “cuscinetto” nel ranking in caso di prematura sconfitta. Perdesse entro i primi tre turni, sarebbe infatti fuori dalle prime 30 del mondo. Avrebbe bisogno di almeno una semifinale per essere tra 30 e 25. L’unico modo per non perdere contatto con la top-20 dopo 3 anni è compiere l’impresa di confermarsi campionessa.
 
Il primo match è andato, con un comodo 6-1 6-1 alla qualificata Lauren Davis, e il tabellone di fronte a lei le pone una grande mano. Al secondo turno infatti avrà Christina McHale, anch’essa qualificata, poi eventualmente Katerina Siniakova agli ottavi. Nei quarti il pericolo più importante dovrebbe essere Aryna Sabalenka, anche se bisognerà vedere quanta energia avrà ancora la bielorussa per un match di questo genere.
 
Dalla sua parte di tabellone c’erano Karolina Pliskova e Simona Halep, entrambe uscite al primo turno. Con questo, arrivare tra le migliori 4 potrebbe non essere impresa ardua, anche se coi suoi continui problemi di salute non si dovrebbe dare nulla per scontato. Comunque, lo spiraglio ora c’è.

Risultati

secondo turno

[9] B. Bencic b. V. Williams 3-6 6-3 7-5
[3] E. Svitolina b. Y. Wang 7-6(4) 7-6(3)
[8] K. Bertens b. D. Yastremska 7-6(5) 6-3
E. Alexandrova b. [6] S. Halep 6-2 6-3
K. Siniakova b. [WC] A. Ostapenko 6-2 6-1

primo turno

A. Pavlyuchenkova b. V. Kudermetova 6-0 3-6 7-6(4)
[5] B. Andreescu b. A. Sasnovich 6-2 2-6 6-1
E. Mertens b. P. Martic 6-2 6-3
[Q] J. Brady b. A. Anisimova 6-7(4) 7-6(3) 6-3
[11] M. Keys b. K. Muchova 6-4 7-6(5)
[16] C. Wozniacki b. [Q] L. Davis 6-2 6-1

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