US Open: Bencic rimane tabù per Osaka. Fuori la giapponese, Barty torna numero 1

Belinda Bencic rispetta tutti i pronostici: terza vittoria nel 2019 contro Naomi Osaka, che abdica da numero 1 WTA. La svizzera centra il miglior risultato Slam dallo US Open 2014.

[13] B. Bencic b. [1] N. Osaka 7-5 6-4
[23] D. Vekic b. [26] J. Goerges 6-7(4) 7-5 6-3

Non fatevi ingannare dal seeding, dai presupposti di Naomi Osaka che voleva difendere il titolo e mantenere il numero 1 del mondo. La giapponese, oggi, aveva bisogno di una impresa per imporsi contro Belinda Bencic perché nelle due partite giocate in stagione, a Indian Wells e Madrid, si era visto quanto fastidio potesse dare il gioco della svizzera alla rivale.

È un meccanismo fatto di dettagli, momenti, situazioni che dalla partita in California a oggi si sono sempre ripetuti, e sempre sono andati a favore di Belinda, che torna nei quarti di finale di uno Slam dopo 5 anni di distanza, esattamente dallo US Open 2014.

Osaka ha fatto sempre qualcosa in più, rispetto a marzo, e piano piano provando ad avere qualche chance quantomeno per evitare di andare in difficoltà nei punti tattici in cui Bencic è capace di dominarla come forse poche altre, ma ancora una volta è rimasta molto lontana dall’idea di uscire dal campo come vincitrice. Guardando poi i numeri soltanto relativi ai vincenti e gratuiti del primo set, il tutto sembrava ancor più equilibrato: 16 vincenti e 11 gratuiti per la numero 1 del seeding, 15 e 8 per la numero 13. I punti chiave, però, vanno cercati altrove.

Partendo dal primo game della partita, Bencic ha messo Osaka sotto una pressione enorme. Forse la giapponese non era prontissima a mettere in campo il massimo, un po’ più lenta al via, e per un soffio non è stata indietro di due break. Bencic è stata perfetta quando già da subito ha fatto vedere tutti i motivi per cui fino a questo momento è stata superiore: sullo 0-0 ha cominciato la partita vincendo un primo punto dove ha arpionato in allungo di dritto una potente prima esterna dell’avversaria, l’ha rimessa negli ultimi centimetri di riga, sui piedi di Osaka, che ha da subito perso l’inerzia; è cominciato lo scambio e Bencic ha messo tre palle sempre a pochi centimetri dall’out di fondo, portando Osaka all’errore. Sul 15-15 l’altro punto fondamentale: al primo tentativo di scambiare sulla diagonale di rovescio, Osaka aveva il pallino del gioco in mano e cercava di stringere sempre più l’angolo ma, pur accelerando, Bencic ha trovato il timing perfetto per anticipare l’ultimo colpo e sorprenderla di rovescio in lungolinea.

In due punti, a freddo, Bencic aveva già ristabilito tutta la superiorità mostrata nei loro precedenti confronti. Osaka doveva scegliere molto bene dove servire, e comunque spesso non le bastava. Sono stati 7 gli ace a fine del primo set, eppure nei game chiave la prima di servizio balbettava, e in ognuno dei due game in cui Bencic è arrivata al break ha fatto tanta differenza con risposte di alto livello anche sulle (poche) prime messe in campo. Osaka, senza efficacia vera al servizio e con grande difficoltà a giocare sulle diagonali, diventava molto vulnerabile. Non è normale per lei uno scenario simile: delle tre risposte in allungo di dritto di Bencic che hanno determinato i due break, quelli erano 3 punti suoi “rubati” con un guizzo; i colpi a stringere l’angolo sulle diagonali sono uno dei suoi punti forti, e l’altra tagliava con qualche passettino in avanti anticipando l’impatto e mostrando tutta la propria qualità nell’assorbire la potenza e reindirizzare il colpo a piacere, frutto di un timing spesso eccezionale.

L’unica soluzione vera che Osaka stava trovando era la pallata forte, chiudendo quasi gli occhi, il più profonda possibile verso il centro del campo. Una soluzione che non le piace particolarmente, ma che in alcuni momenti impediva a Bencic di manovrare e scegliere la direzione. Sul 5-5, però, è andata in difficoltà e sulla palla break concessa (forse non doveva servire, sul 30-30, verso il rovescio dell’avversaria, ma era una seconda e ha optato per una soluzione che voleva essere molto carica e al corpo. Non ha funzionato, perdendo subito campo) Bencic ha azzeccato la terza risposta in allungo di dritto che ha costretto Osaka ad avanzare e giocare un tentativo di dritto in slice su cui per Bencic è stato uno scherzo mettere a segno il passante.

Nel secondo parziale Osaka ha cercato di mantenersi a galla, ma sul 2-2 è di nuovo capitolata. Il suo livello era calato, colpita nel momento cruciale del primo parziale, come anche quello di Bencic che però si è immediatamente ripresa e, preso il break con un doppio fallo si è mantenuta in comando fino alla fine, chiudendo a zero il match. Una conferma, dunque, che è anche un ottimo passo in avanti nel ranking con l’ottica di un rientro in top-10 sempre più probabile già dopo questo torneo. Al momento è virtualmente numero 8, e contro Donna Vekic avrà la grande chance di prendersi anche la prima semifinale Slam.

Sarà una sfida molto aperta, anche perché la croata ha battuto proprio la svizzera sulla terra del Roland Garros e sta mettendo insieme una stagione di grande interesse, con un livello da top-15 fin dalle prime settimane del 2019. Vekic oggi ha annullato anche match point per battere Julia Goerges, sconfitta 6-7(4) 7-5 6-3 dopo oltre due ore. La tedesca era avanti 5-3 nel secondo set, ma al momento di servire per chiudere il match si è persa con tre doppi falli e un serve&volley sulla palla break con la palla finita abbondantemente lunga. Da lì è iniziata la sua fase negativa, costatale il set e che l’ha resa molto meno aggressiva in risposta nel set decisivo. Vekic ha fatto lo strappo definitivo sul 4-3, rientrando poi da 15-40 e chiudendo l’incontro al primo match point. Per lei è il primo quarto di finale in carriera in un Major.

Dalla stessa categoria