Oh cavolo, gli US OPEN! Parte 3

Si era detto o no che le emozioni sarebbero arrivate, i colpi di scena, che non ci si dovrebbe distrarre un attimo ma che purtroppo invece accade? E quindi?

Si era detto o no che le emozioni sarebbero arrivate, i colpi di scena, che non ci si dovrebbe distrarre un attimo ma che purtroppo invece accade? E quindi?… Quindi passano tre giorni e ti ritrovi Djokovic out per ritiro con Wawrinka, Federer e Nadal a gonfie vele, Medvedev che avanza a botte di quattro set e insulti col pubblico, un incredibile Berrettini, la Osaka che ormai fa la veterana di buon cuore e Serena che fa la veterana e basta, forse più in forma delle ultime apparizioni.

Ma andiamo con ordine, perché tutto questo mica è accaduto così, come nulla fosse, in mezzo ci sono state le parole, come sempre, e anche grosse, davvero.
Ha cominciato proprio Nole, a quel che si apprende, prima litigando come in un bar di periferia con un tifoso (senza voler qui dire chi avesse ragione e chi no) durante un allenamento pre partita finito con il tenero invito: “ti verrò a cercare”. Viene da chiedersi se poi lo abbia fatto, considerato che la spalla sinistra lo ha abbandonato come già egli stesso temeva e, costretto al ritiro, si è dovuto prendere anche i fischi di quasi tutto l’Arthur Ashe. In conferenza è stato politically correct, si è detto irritato per l’infortunio e si è scusato col pubblico, aggiungendo però un sibillino “molti non sanno cosa ti sta accadendo”. In pratica, beata ignoranza, non ci perdo tempo.

Federer è apparso spaventato da un collega, in realtà erano i ragni… Capita anche a The King di essere aracnofobico. Segnatevelo. Intanto Rafone continua abbastanza a passeggiare, confessa candidamente di non aver visto un punto della partita di Djokovic (avrebbe dovuto?), fatto che gli torna utile anche per non dare un parere sui fischi al serbo salvo uno scontato “ovviamente non li merita” prestampato dalla nascita.
Se Djokovic litiga con uno, Medvedev litiga davvero con tutto lo stadio, rispondendo senza problemi ai fischi (davvero incomprensibili) ricevuti nelle ultime due partite. Il russo è abbastanza uomo di carattere e ha concluso la prima delle due partite incriminate con un malcelato dito medio che gli è costato novemila dollari di multa (immaginiamo il suo sconforto) mentre nella seconda se ne è arrivato in conferenza dicendo che più lo fischiano più lui si carica. Pare un po’ stanco dopo un’estate di vittorie ma se non è un guanto di sfida questo…
Intanto i cuori italici festeggiano Berrettini, vincitore a sorpresa su Rublev, che pareva finalmente aver trovato il tennis che da un po’ di tempo da lui ci si aspetta, ma che probabilmente ha fatto domanda anche lui nel gruppo chiuso “un esorcismo per vincere”. Così Matteo ha vinto, dimostrandosi nuovamente il giovane sui cui le speranze tricolori possono puntare qualcosa. Idea confermata dallo stesso giocatore quando in conferenza afferma di essere felice, ma di non considerare i quarti un traguardo ma uno step. In effetti il primo passo per vincere è immaginare di poterlo fare. Bravo Matteo.
Se gli uomini hanno fatto uscire tutta la loro natura grezza, meno male che c’è Noami Osaka a riportare tenerezza nei nostri cuori. Bravissima la giovane giapponese, defending Champion, ricordiamolo, a coinvolgere nella sua intervista post partita la beniamina di casa Coco Gauff, aiutandola a consolarsi della prima grande delusione della sua carriera. Un gesto sportivo che rimarrà sicuramente nel cuore della quindicenne americana e che probabilmente insegnerà a vincere ancora di più alla Gauff che pare davvero predestinata. Brava, bravissima Naomi, al pari di quanto lo è in campo.
Intanto gattona Serena avanza abbastanza agevolmente in questo torneo che negli ultimi anni le ha regalato più delusioni, a un passo dal traguardo, che gioie… Ma l’ultima partita giocata era il giorno del compleanno di sua figlia, per cui sorrisi e felicità. E poi non dite che cavolo, non sono gli US OPEN!

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