Dopo Clijsters è la volta di Tatiana Golovin: a 31 anni la francese annuncia il rientro

Ex n.12 del mondo, a 31 anni Tatiana Golovin annuncia in esclusiva a beIN Sports la volontà di rientrare dopo il ritiro avvenuto nel 2008 a causa di una malattia che le infiammava le ossa a ogni allenamento: "Voglio vedere se riesco a giocare. Il dolore c'è ancora, ma forse ora si può controllare".

Sono passate appena 24 ore dall’annuncio di Kim Clijsters e la sua volontà del rientro che un’altra protagonista del circuito WTA nel primo decennio del 2000 ha rivelato che vorrà provare a essere di nuovo parte del tour femminile.

Tatiana Golovin, nata nel gennaio 1988, ha rivelato all’emittente beIN Sports che vuole tornare alle competizioni dopo 11 anni di ritiro forzato. Era il 2008 infatti quando ad appena 20 anni dovette appendere la racchetta al chiodo a causa di una malattia che le procurava grande dolore alle ossa inifiammandole a ogni allenamento. Era la spondilite anchilosante, una forma di artite che porta le ossa alla anchilosi e oltre al dolore provoca rigidità e della limitazione delle ossa stesse.

La francese era un ottimo prospetto in quel periodo visto che malgrado la giovanissima età aveva già portato in bacheca due titoli nel circuito maggiore e tra 2004 e 2006 aveva ottenuto i migliori risultati Slam: ottavi all’Australian Open e a Wimbledon (a 15 anni), quarti di finale allo US Open (a 17 anni).

Al portale beIN Sports Golovin ha dichiarato che l’idea del rientro è nata circa un anno fa ma negli ultimi mesi è diventato un impegno piuttosto serio: l’obiettivo era quello di rientrare nel 2020, ma per come sta andando la preparazione vorrebbe addirittura essere in campo entro un mese. E a proposito della sua malattia, ha rivelato che ha speso un anno e mezzo nel recente passato nel tentativo di avere risposte da parte di medici ed esperti del settore e sembra che ci sia una possibilità di poter giocare e non subire particolarmente l’effetto di una malattia tutt’altro che banale. Come Clijsters, anche lei dichiara di essere al punto in cui non vuole provare nulla a nessuno, ma di risentirsi in qualche modo viva su un campo da tennis come lo era 10 anni fa: “Voglio vedere se riesco a giocare. Il dolore c’è ancora, ma forse ora si può controllare”.

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