US Open, e alla fine arriva Sinner: un futuro che è già presente

Lottare così contro un mostro sacro, seppur in fase calante, come Wawrinka, a soli 18 anni, dimostra che in Sinner ci sono tutte le stigmate del fenomeno. Un futuro che è già presente

È cambiato e cresciuto in fretta, Jannik Sinner, e questo Us Open lo sta dimostrando.  E, per quanto tutt’altro che scontato, sarebbe forse stato grave il contrario, dopo che il grande tennis lo ha scoperto annoverandolo tra le più floride speranze degli anni a venire. Si è presentato al primo big match della sua carriera con la consapevolezza di chi, sul Louis Armstrong di New York e al cospetto di Stanislas Wawrinka (campione nel 2016), si trova meritatamente a suo agio: ha giocato la sua partita e impensierito lo svizzero nonostante dei dolori alla schiena che ne hanno minato l’efficacia dell’ottimo servizio, rispondendo colpo su colpo alle continue variazioni provenienti dall’altra parte della rete. È stato costretto a pensare e lo ha fatto senza quasi mai perdere la bussola: una rarità.

L’impressione, insomma, è che Riccardo Piatti e Massimo Sartori stiano portando avanti un lavoro minuzioso, ben consapevoli di avere tra le mani qualcosa di speciale. L’ambiente di Bordighera è ideale e la crescita di Sinner rapida ma costante: rispetto a qualche mese fa, infatti, Jannik sta trovando sempre più e sempre meglio gli angoli del campo, aiutato da uno scoppiettante rovescio bimane e – più in generale – da un bagaglio tennistico senza reali punti deboli. Occorre probabilmente smussare la potenza e privilegiare, in alcuni momenti, un tennis meno ritmato e più ragionato, ma l’azzurro ha ampiamente dimostrato di essere un giocatore che sa apprendere – e in fretta – senza per questo snaturare il suo identikit originale.

La competitività a grandi livelli accresce, com’è logico che sia, la voglia di vederlo costantemente nel circuito maggiore, specie ora che la top-100 dista sempre meno (attualmente circa 120 punti); tuttavia, anche su questo, giocatore e staff sono stati chiari: continueranno ad essere le esperienze e non il ranking l’ago della bilancia sulle scelte future, in linea con la cauta e graduale esposizione ad alti livelli che lo ha guidato in questi mesi. Una scelta conservativa e facilmente condivisibile, poiché avvalorata dai risultati e in grado di trasmettere a Sinner grande fiducia nei propri mezzi.

Tornando alla strettissima attualità, la partita di oggi avrebbe potuto regalarci anche un quinto set davvero interessante, visti i tentennamenti di Wawrinka dal terzo set in poi, ma poco importa: l’Italtennis si coccola Sinner, uscito tra gli applausi di tutto lo stadio nonché dello stesso fuoriclasse svizzero, e aspetta impaziente. Con buona pace della calma Zen che contraddistingue l’altoatesino.

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