Come è fatta una palla da tennis Dunlop?

Tutti, almeno una volta nella vita, hanno preso in mano una palla da tennis; pochi ne conoscono il complicato processo di produzione...

La prima “colossale” fabbrica Dunlop, fondata a Birmingham nel 1917, si chiamava Dunlop Fort Factory, una fortezza, ancora oggi esistente come sede di uffici e appartamenti, che nel 1954 arrivò a ospitare oltre diecimila lavoratori divenendo per un periodo la fabbrica più grande del mondo. Ma cosa si fabbricava dentro quella fortezza? Quali erano i passaggi, molti dei quali rimasti invariati, per costruire una palla da tennis? 

 

Tutto partiva – e parte ancora – dal nucleo in caoutchouc e dalla lavorazione all’avanguardia della gomma. La “Rubber Technology” è oggi una vera e propria branca di studio che cerca di capire come sfruttare al meglio le proprietà della gomma per trasformarla in prodotti utili, talvolta indispensabili. La gomma vanta alta elasticità e grande resistenza, l’insieme delle due cose è racchiuso nella parola “resilienza”. 

La gomma viene estratta da piante che crescono solo in condizioni molto particolari: hanno bisogno di 250 cm di acqua ogni anno, crescono solo a temperature comprese tra 25 e 28 gradi centigradi, hanno bisogno di un’umidità all’80%, di circa 2000 ore di sole all’anno con mancanza di vento. Una volta ricavata la gomma – che viene da sè, non può essere “piantata” dovunque – può iniziare il processo di fabbricazione delle palle da tennis, processo che deve sottostare alle rigide richieste dell’ITF relative a peso, misura, durezza, rimbalzo e materiali di utilizzo. Il diametro della palla, ad esempio, deve essere compreso tra i 6,54 e i 6,86 cm, la pressione interna deve essere di 15 atmosfere e il rimbalzo deve seguire degli standard precisi. Ovviamente l’obiettivo di Dunlop è creare un prodotto che soddisfi questi parametri e soprattuto le esigenze dei giocatori. 

È necessario, ad esempio, che una palla “prenda” le rotazioni – in avanti (top spin) e indietro (back spin) – figlie di quello che viene definito “magnus effect”. Ecco, una delle ossessioni dei produttori di palle è proprio questo: garantire il magnus effect! Le componenti che lo definiscono sono diverse, ma la più rilevante è la composizione del feltro. 

Le palle Dunlop utilizzano pregiata e resistente lana neozelandese mischiata a materiali sintetici e trattata con dei coloranti che le rendono luminose e idrorepellenti ma, cosa curiosa e interessante, è proprio la lana che permette le rotazioni! Spesso si sente dire “la palla scappa, non riesco a controllarla”, beh, quello è un “problema” dovuto alla consistenza della lana: potrebbe trattarsi di di una palla economica, quindi con un feltro di bassa qualità, o di una palla usata che ha perso le sue caratteristiche, perchè più alta sarà la percentuale di lana maggiore sarà il controllo sulla palla. E la ricerca di Dunlop orbita proprio attorno a questo principio, che spinge a individuare la palla ideale per ogni superficie. 

Insomma, sono molte le variabili di cui tener conto nella costruzione di una palla da tennis; il complicato processo è semplificato nell’immagine collegata a questo articolo, scattata da Isidoro Casteltrione e precedentemente pubblicata da “Isidoro Tennis Blogger”. 

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