WTA Stoccarda, interviste. Osaka: “Cosa voglio dalla stagione sul rosso? Non infortunarmi”

Naomi Osaka in conferenza stampa pre-torneo racconta le difficoltà ad adattarsi alla terra battuta: "Ci sono tante giocatrici brave su questa superficie, e io non sono tra queste". Karolina Pliskova e Petra Kvitova raccontano le diverse aspettative.

NAOMI OSAKA

Naomi Osaka è tornata a Stoccarda dopo aver perso al primo turno, da qualificata, nel 2017 contro Johanna Konta e sta per approcciare una fase di stagione che per lei rimane molto delicata. Al di là di un’eventuale pressione da numero 1, la terra non le è mai andata a genio: appena 16 vittorie in 31 partite, con però due terzi turni raggiunti al Roland Garros.

Al di là dei miglioramenti che spera di ottenere, la giapponese vorrebbe anzitutto arrivare alla fine di questa parte del 2019 senza avere problemi fisici. “Sono sincera, è la cosa che attualmente mi preme di più” ha dichiarato nella conferenza stampa pre-torneo: “Negli ultimi anni ho sempre dovuto saltare almeno un torneo in questa parte di stagione perché appena mettevo piede sulla terra mi infortunavo. Dunque davvero, spero di arrivare alla fine senza problemi”.

Non è molto speranzosa, ma realista: allo stato attuale ci sono molte giocatrici in grado di fare meglio di lei su questa superficie. “Non è che penso di arrivare ai tornei così, per andarmene poi il prima possibile. Solo non mi voglio mettere in testa l’idea che io possa vincere sempre. Sono tante le giocatrici che possono fare meglio di me su questa superficie. Eppure penso anche che il mio gioco possa diventare efficace anche qui”. Se per molte colleghe i problemi principali stanno nello spostamento, per Osaka sembra più una questione di sensazioni: “Devo colpire meglio la palla, perché sono abituata che sul cemento il rimbalzo è praticamente uguale, mentre qui può essere sporcato, irregolare. Mi sono allenata tanto, cercando di capire come effettuare i movimenti con la racchetta in base a possibili rimbalzi anomali”.

Infine, un commento sul forfait di Simona Halep, che era in corsa assieme alla giapponese e a Petra Kvitova per essere numero 1 del mondo al termine di questa settimana: “Mi dispiace, son sincera. Mi spiace tanto, perché per il torneo è un colpo importante visto che lei è una grande giocatrice soprattutto sulla terra, e penso che tutti lo sappiano. Colpisce anche me, perché so che era abbastanza vicina da potermi anche superare. Meno male (ride, nda), mi sembra come di aver schivato un proiettile”

PETRA KVITOVA

Petra Kvitova, nel suo solito atteggiamento molto rilassato, ha subito fatto una grande risata quando le è stato chiesto se dopo due semifinali a Stoccarda questo potrebbe essere il suo anno, visto anche come la parte bassa del tabellone sia un po’ indebolita dopo l’assenza di Simona Halep e con una Angelique Kerber che non può essere al meglio vista l’influenza dei giorni scorsi. “Chi lo sa? Vediamo” detto tra grandi risate, “non è mai semplice per me questa parte dell’anno, ma sono felice di poter essere qui ancora una volta. Qui poi siamo indoor, se non altro questo mi piace davvero”.

“È abbastanza veloce. Sul campo centrale poi è ancor più veloce. È un po’ strano per noi, perché il terreno risulta veloce, ma non possiamo muoverci come sulla terra e tendiamo a faticare un po’ di più”. Kvitova ha parlato tanto dei movimenti: “Devo trovare il tempo giusto, soprattutto. È sempre diverso rispetto alle altre superfici, almeno per me. Questo anno è diverso rispetto allo scorso anno: non sono andata a Charleston e non ho giocato la Fed Cup. Però l’inizio anno è stata la parte migliore della mia carriera, per cui vedremo dopo qui cosa succederà perché avrò tanto da difendere tra Praga e Madrid”.

KAROLINA PLISKOVA

La campionessa in carica ammette di non aver ancora potuto provare la Porsche vinta lo scorso anno perché ancora non ha preso la patente: “È nel garage, è bellissima e ancora come nuova”.

Riguardo alle sue prospettive su questa fase di stagione: “Sono stata un po’ di giorni a Praga, poi a Monte Carlo e infine a Barcellona con Conchita. È andato tutto abbastanza bene, avevo bisogno di una pausa dopo la prima parte dell’anno. Ancora non sono al meglio, mi sento lontana dal 100%, ma il fatto di aver speso tanto tempo sulla superficie mi da la speranza di poter poi migliorare strada facendo”.

È la prima volta che intraprende il rosso con Conchita al suo fianco: “Lei probabilmente vorrebbe che io facessi 6 ore di tennis ogni giorno, ma ancora non posso (ride, nda). Però no, è bello averla con me, adesso per prepararci alla terra abbiamo fatto esercizi diversi rispetto alla off season. Lei adora la terra, è nata lì, e penso che lei ne capisca veramente tanto. Forse dovrò giocare più dritti dei rovesci. Non penso di poter cambiare molto del mio gioco, ma magari con qualche accorgimento posso avere dei miglioramenti”.

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