Kvitova in tribunale per testimoniare contro il sospettato del suo agguato

Petra Kvitova si è presentata in tribunale per testimoniare contro la persona accusata di averla aggredita con un coltello. La ceca non ha voluto essere nella stessa sala per non incrociare il suo sguardo.

Giornata molto delicata per Petra Kvitova e per una volta il campo non c’entra. La tennista ceca, alla prima settimana di pausa del suo 2019 cominciato a inizio gennaio a Brisbane e protrattosi poi attraverso Sydney, Melbourne e San Pietroburgo, è tornata in patria per testimoniare contro l’uomo accusato di averla aggredita nella mattina di fine dicembre del 2016.

La vicenda è tristemente nota: quel giorno Kvitova fece entrare in casa, a Prostejov, una persona che si era spacciata per un controllore dell’acqua e che solo poi si è scoperto essere un criminale. Radim Zondra, questo è il nome e cognome del sospettato, a quel punto avrebbe impugnato un coltello e lo avrebbe portato alla gola della tennista, che ha cercato di liberarsi afferrando con le mani lo strumento e ferendosi gravemente alla mano sinistra con tagli profondi a tutte e 5 le dita, ai tendini e ai nervi, dovendo ricorrere a un intervento di 4 ore per provare a ricostruirla.

Kvitova non ha voluto accedere alla sala dove si stava tenendo il processo per non entrare in contatto con la persona accusata, e ha rilasciato la sua testimonianza da una saletta a parte trasmessa poi tramite un video nell’aula del tribunale. Ha raccontato nei dettagli l’aggressione, il fatto che aveva aperto la porta all’inizio perché sospettava fosse un controllo antidoping, e che dopo essere stata aggredita era a terra che urlava dal dolore col sangue tutto attorno. L’aggressore è fuggito poi portando con se poco meno di 400 euro.

Se Zondra verrà condannato, rischia fino a 12 anni di carcere. Non è chiaro quando potrà scontare la pena visto che sta già scontando una pena per un altro crimine.

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