ATP Sofia: Berrettini si arrende a un passo dalla finale, vince Fucsovics in rimonta

L'azzurro vince il primo set ma non basta: l'ungherese è il primo finalista

M. Fucsovics b. M. Berrettini 5-7 7-5 6-3

Dopo le due incredibili battaglie vinte contro Khachanov e Verdasco, Matteo Berrettini cede alla distanza a Martin Fucsovics. Avanti di un set Matteo ha iniziato a calare sul finale del secondo pagando improvvisamente tutta la stanchezza, fisica e mentale, accumulata nelle partite precedenti, al contrario dell’ungherese che arrivava a questo appuntamento fresco e riposato grazie al ritiro di Roberto Bautista Agut. È giusto però rendere pieno merito al risultato ottenuto da Matteo che ha vissuto la miglior settimana della sua carriera conquistando il best ranking che lo vedrà lunedì prossimo numero 46 del mondo. Il percorso di crescita del giovane romano è frutto di lavoro costante, unito a una grande personalità. I margini di miglioramento sono enormi e devono indirizzarsi prevalentemente sul rovescio, che manca di peso e velocità, al contrario di servizio e dritto che valgono ben più della sua classifica.

Si comincia con Fucsovics al servizio, ben centrato e molto reattivo da subito mentre Matteo è un po’ più lento ad entrare in partita e un po’ macchinoso nei movimenti come gli è successo nei due turni precedenti. Nel suo primo turno di battuta è costretto ai vantaggi ma serve alla grande e non soffre più di tanto. Da parte sua l’ungherese continua a non concedere niente mettendo in campo una buona percentuale di prime, con continue variazioni di effetti e direzioni, che Matteo non riesce a leggere. Sciolta la tensione iniziale anche lui trova confidenza al servizio e si procede con pochi scambi e molti punti diretti o quasi. Nel settimo game l’ungherese parte con un doppio fallo a cui seguono due correzioni del giudice di sedia che penalizzano prima Matteo e poi Fucsovics, che nel suo caso pretendeva il punto diretto e che perde la concentrazione. La prima non entra più e Matteo si fa subito aggressivo in risposta prendendo in mano lo scambio con il dritto e procurandosi tre palle break consecutive. Fucsovics però ritrova il servizio e annulla tutto. La stessa situazione si ripete nel nono game aperto ancora con un doppio fallo dell’ungherese e con due consecutive palle break concesse ad un Matteo ottimo in fase difensiva. Anche in questo caso però non riesce ad approfittarne e anzi rischia grosso subito dopo. Il pensiero delle occasioni fallite forse lo condiziona e la resa al servizio cala permettendo al suo avversario di conquistare le prime palle break, che sono anche due set point. Matteo però non perde la testa, anzi gioca con ancora più coraggio, scende a rete e con gran freddezza si salva. Preso lo slancio Berrettini mette a segno l’allungo procurandosi la palla break decisiva con un rovescio vincente lungo linea, il colpo che sente di meno e la concretizza con una gran risposta di dritto che l’ungherese non può controllare. Chiamato a servire per il set, chiude servendo con grande autorità.

Nel secondo set i giocatori al servizio concedono poco. Nonostante Matteo serva ancora per secondo e quindi sia sempre costretto ad inseguire nel punteggio, mantiene sempre gran lucidità. Lo stesso vale per l’ungherese fino al nono game quando inizia a sentire la tensione. Matteo percepisce la situazione e prova a cogliere l’occasione. Con una risposta potente di dritto sulla riga si procura la prima palla break che però vanifica subito dopo scaraventando fuori di metri un rovescio lungo linea. Come nel primo parziale è lui ad offrire subito dopo il fianco ma questa volta il servizio non lo aiuta e Fucsovics trasforma il primo set point con una risposta vincente di dritto.

Nel terzo set c’è la resa definitiva. Le forze di Matteo non tornano, la palla pesa come un macigno e cede il servizio nel secondo game. Fucsovics può giocare a braccio sciolto e raggiungere la seconda finale in carriera che lo vedrà di fronte a Daniil Medvedev. Il russo ha avuto vita facile contro Gael Monfils battendono col punteggio di 6-2 6-4 in un’ora e un quarto. I precedenti sono a favore del tennista moscovita che ha vinto sia al Challenger di Portoroz tre anni fa che al Masters 1000 di Monte Carlo dello scorso anno.

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