Osaka: “Andare ad Haiti mi ha insegnato a non lamentarmi mai”

Le parole della giovane giapponese dopo la vittoria negli ottavi di finale dell'Australian Open dove abbiamo appreso come i viaggi ad Haiti siano stati fondamentali per la sua crescita.

Hai già vinto più partite quest’anno dopo aver perso il primo set di quante in tutto lo scorso. Qual’è la differenza nell’aver trovato questa capacità di recuperare?
Credo che il motivo principale sia la convinzione. Quest’anno ho maggiore fiducia in me stessa. È successo a Brisbane, con la stessa avversaria, credo sia anche questione di esperienza.

Dalla prima volta che ti abbiamo vista, tutti siamo rimasti impressionati dal tuo servizio e dal diritto, e dalla potenza con cui colpisci la palla. Durante lo scorso anno ti sei evoluta in una giocatrice a tutto campo, anche difensiva, e ci è sembrato naturale. Lo è anche per te?
Penso di aver sempre avuto la capacità di scambiare. (sorride) La difficoltà, per me, è quando ho l’occasione di tirare un vincente. Anche oggi, credo, in particolare nel primo set, credo di aver esagerato spesso o lei ribatteva sempre. Quindi ho capito che avrei dovuto pazientare di più. Nel secondo set mi sono calmata e ho pensato di giocare entro certi limiti. Quindi sì, è naturale e innaturale allo stesso tempo.

È passato un po’ di tempo, ma durante la pausa sei stata ad Haiti. Ci sono alcune splendide foto. Com’è stato andare lì, le tue sensazioni?
Credo di essere stata molto fortunata a poterci andare, perché ti devi preparare al massimo in quel periodo, non ero sicura di averne il tempo. Per me è molto avvilente tornare lì, perché vedi tutte queste persone che non hanno nulla, poi torni a casa tua e tutto ciò che dai per scontato lo apprezzi di più. Sono stata lì per la prima volta due anni fa e da quel momento ho iniziato a giocare bene, forse perché da quel momento ho iniziato ad apprezzare tutto e a non lamentarmi. Quando vedi persone che devono camminare miglia per avere l’acqua, di cosa ti puoi lamentare? Sono contenta di esserci andata, in Giappone vado spesso, lì no.

Pensando alla Svitolina nei quarti, come pensi che stia giocando negli ultimi quattro mesi? Che tipo di difficoltà ci saranno? Che differenza rispetto a giocare con la Sevastova o Su-Wei?
So che ha fatto un gran finale di stagione vincendo le WTA FInals. Personalmente ero felice per lei, perché molti la davano per finita perché era un po’ che non raggiungeva quei livelli. So che ora sta giocando molto bene, infatti è ancora qui e la incontrerò. Ho giocato contro di lei molte volte, so che è solida e che quando c’è l’occasione attacca. Sarà difficile. Non è molto paragonabile alla Sevastova, perché lei taglia molto la palla, la Svitolina no. Su-Wei è diversa da qualunque altra giocatrice che ho incontrato. Impossibile fare paragoni.

Dalla stessa categoria