Halep: “Ho vinto perché ho imparato a lottare”

Le parole della numero uno del mondo dopo la vittoria sofferta al secondo turno degli Australian Open

Ora che sei uscita dal campo già da un po’, hai un’idea di come tu abbia vinto questa partita?
Ho solo fatto il bagno di ghiaccio. (ride)
Ho varie idee. Sicuramente ho lottato, tanto, e credo di aver vinto per questo. È stata dura, lei è tosta, solida, difficile fare vincenti, punti facili. Però credo che il livello fosse alto, ho sbagliato alcuni punti. Non sono riuscita a giocare allo stesso modo sul tre e quattro a zero, poi ho perso il game. Lì ho perso un po’ di fiducia. Alla fine, comunque, ho vinto, questo è quanto.

Hai parlato di un infortunio, di nuovo la schiena o altro?
Il muscolo della gamba, l’ho sentito nel secondo set, ma credo sia dovuto alla stanchezza, niente di grave. Vedremo domani mattina.

Quanto è stato difficile recuperare dopo la partita con la Kanepi? Avrai imparato che il tuo corpo ha bisogno di qualcosa in particolare in queste situazioni.
Molto difficile. Non sono riuscita a dormire, avevo malissimo alle gambe. È stata dura. Sapevo che sarebbe stata dura perché lei colpisce fortissimo, un tipo di gioco che non mi piace. Però ho avuto un giorno di pausa, ottimo. Quindi oggi ero pronta.

Riguardo a Venus al prossimo turno?
Non stasera per favore. (Sorride)

Solo qualcosa.
Va bene. (Ride)
Ovviamente difficile, però correrò meno, sarà una partita da punti rapidi. Lei è una campionessa, per me è sempre una grande sfida incontrare le sorelle. Vediamo come giocherò, come starò sul campo. Ho fiducia perché l’ho già incontrata, so come gioca. Dovrò essere molto solida.

Nel terzo set, sotto due a quattro, sembravi distrutta, senza fiato, senza gambe. Hai comunque trovato il modo di lottare, è un istinto? Qualcosa che hai per natura? Stai diventando una lottatrice?
Questo ce l’ho dentro. Negli scorsi anni spesso lasciavo andare le partite, negli ultimi due ho abbandonato questo atteggiamento. Probabilmente ora sono qui per questo. Mi piace combattere fino alla fine e giocare senza rimpianti. Se non mi arrendo dopo le partite sono contenta, anche se perdo. Tutto quello che penso è restare lì e lottare fino all’ultimo punto.

Non hai iniziato l’anno come la giocatrice più in forma, soprattutto arrivando a Melbourne. Ora sembra tu stia migliorando e come numero uno pronta a lottare e a dire la tua. Quando è scattata la molla? Al primo turno?
Non lo sento ancora per cui… In campo è qualcosa di naturale, quando entro in gioco voglio vincere, è tutto quello che penso. Aspetto e vedo cosa accade. Non dico mai vincerò questa partita, non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Ogni partita è difficile, ogni avversario lavora duro come me. Ogni partita è aperta. Vado in campo e cerco di essere positiva.

Ti aspettavi di arrivare al terzo turno, considerata la scarsa fiducia che avevi prima del torneo?
Si e no. Certo, pensavo di avere qualche possibilità, anche se non avevo fatto molte partite, perché il tennis c’era, anche contro la Barty. Anche se ho perso quella partita ritenevo di aver giocato un buon tennis. Di contro sapevo che con la Kanepi sarebbe stata durissima, per molte ragioni. Comunque sapevo che anche lei non giocava dagli US Open, per cui eravamo nella stessa posizione. Ma non ho pensato alla partita per il risultato, a essere onesta. Sono solo andata in campo pensando di non arrendermi.

Giochi il torneo da numero uno, avverti una maggior pressione sulle tue spalle oppure ti dà maggiore motivazione?
Nessuna pressione. L’ho detto qualche giorno fa, la classifica non mi interessa granché. Tante giocatrici stanno facendo bene. Ho concluso due anni al primo posto. Nessuna pressione, è una cosa positiva essere la numero uno. Cerco di sfruttarlo, non c’è niente di negativo nell’esserlo.

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