Sorpresa a Londra, Zverev travolge Djokovic e diventa il nuovo maestro

La stagione tennistica dell'ATP si chiude con una sorpresa alle FInals di Londra: Alexander Zverev dopo Federer supera anche Djokovic in cattiva serata e si laurea "maestro". Melbourne ci dirà se è la solita eccezione o se qualcosa è davvero cambiato.

A. Zverev b. N. Djokovic 6-4 6-3

6-4 6-3 al numero uno del mondo. Alexander Zverev chiude battendo Novak Djokovic tornato dominatore assoluto, nell’ultima partita dell’anno. Chiude con il botto una stagione che per molti è stata controversa ma analizzando i numeri, si racconta un’altra storia. Vittoria alle Finals, numero quattro del mondo dietro ai tre fenomeni e inoltre vittoria a Madrid, Washington e Monaco di Baviera in ordine di importanza. Finale a Miami e Roma. A ventuno anni, con alle spalle i trionfi targati 2017, c’è da discutere sul fatto che non siano risultati eccezionali. Tolti Rafa Nadal e proprio Novak Djokovic nessuno aveva vinto così tanto alla sua età.

Zverev vince il sorteggio e sceglie ancora di rispondere. I servizi all’inizio sono determinanti anche se lo scambio non è così raro a vedersi. Nole da subito è un muro presente in ogni lato buono del campo del quale usa le misure inventando geometrie che gli permettono di aspettare pazientemente l’errore del suo avversario. Zverev però serve bene, gioca senza paura e gioca bene, attento e vigile. Non si lascia intimorire, non regala e specialmente non pensa che fare un punto a Nole sia una missione impossibile. Anche Nole può sbagliare e Sascha sa che deve farsi trovare pronto se succede. E succede nel nono game. Zverev è aggressivo senza strafare, risponde e mette pressione a Nole giocando profondo senza lasciargli la possibilità di prende campo. Sascha è attento su ogni palla e mette la sua impronta sullo scambio senza indietreggiare. Nole perde sicurezza (strano ma vero) e inizia a sbagliare con il dritto. Uno, due, tre errori e arriva il primo break subito dal serbo nel torneo che gli costa anche il primo set della finale.

Il secondo parziale si gioca sulle emozioni e sono subito forti. Zverev viaggia in fiducia ed è lui a fare il “Nole”. Tiene con solidità gli scambi da fondo che contano sempre più colpi portando il serbo a sbagliare costantemente con il dritto. Il tedesco sta nello scambio senza mollare a livello mentale e mette a segno il break in apertura. Forse però non riesce a credere di stare facendo tutto così bene e si confonde da solo restituendo subito il servizio. Non importa come succede. Potrebbe cambiare le direzione della partita ma ancora una volta Sascha si rimette a fare tutto alla perfezione come dall’inizio senza pensare al punteggio, si riprende subito il servizio di Nole e poi non da più alcun segno di cedimento chiudendo il match con un altro break all’ultimo game.

È una vittoria di grande importanza per Zverev, perché ci restituisce un ragazzo che sembrava entrato in una fase involutiva e che adesso potrà ripartire con un’altra consapevolezza. Non solo la vittoria, ma anche il modo autorevole con cui è arrivata sembra più che un chiaro segnale del fatto che la distanza tra i vecchi leoni e i giovani rampanti si assottiglia ogni giorno che èassa, com’è naturale che sia. Certo, il Djokovic visto oggi è stato un lontano parente non solo del famigerato “roboNole” ma anche dell’ottimo giocatore che ha disputato una splendida seconda parte di stagione. Ma anche Nole invecchia, e alle soglie dei 32 anni la giornata storta è più facile che capiti, rispetto a quando ne hai 26.

Con questi interrogativi affascinanti si chiude il 2018, appuntamento a Melbourne, anche se a ci sarà ancora tennis con la finale dell’ultima Coppa Davis.

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