Tsitsipas: “Ero scoraggiato: sentivo di poter vincere ma il mio corpo non mi supportava”

Intervista a Tsitsipas dopo la sconfitta al secondo turno per mano di Medvedev sul futuro vincitore dello US Open e sul non aver sfruttato i 10 minuti di pausa.

Ovviamente una sconfitta pesante quella di oggi, credo fosse la tua prima volta nel tabellone principale. Come la valuti? Comunque come un inizio per te?
Beh le condizioni oggi erano, cioè anche al primo turno, davvero difficili. Ho faticato a vincere al primo turno, ero davvero felice di avercela fatta in tre set perché se si fosse andati al quarto non so se ce l’avrei fatta. E come avete potuto vedere oggi ero esausto, non avevo energie. Ho cercato in qualche modo di recuperarmi per il secondo turno ma non mi sentivo come all’inizio del torneo. Ad ogni modo sono contento: adoro questo torneo, questa città, i campi e mi auguro un giorno di poter giocare qui un gran tennis.

Come mai hai deciso di stare in campo durante i 10 minuti di break? Pensavi fosse meglio restare seduto dopo il terzo set?
Non lo so. Avevo così tante cose in mente che mi sono dimenticato di avere ben 10 minuti di pausa. Dopo un paio di minuti ho realizzato che Daniil non era in campo ed è lì che ho ricordato che avevo 10 minuti ma ormai mi restava praticamente metà tempo e a quel punto ho deciso di restare e attuare un piano per dopo. Forse se mi fossi rinfrescato sarebbe stato meglio, non si può mai sapere, lo terrò presente per il futuro.

Il tuo bilancio su questo US Open?
Beh sono ovviamente deluso, avevo giocato molto bene due settimane fa, ma mi sentivo stanco fin dall’inizio di questo torneo, non sentivo lo stesso fuoco. Ho vinto al primo turno ma mi sentivo un po’ vuoto, non so, non dovrei pensare in questi termini, ma mi sentivo scarico di testa perché volevo fare veramente bene qui ma allo stesso tempo il mio corpo si rifiutava di dare il 100%. Non riesco veramente a capire come sia possibile perché vorrei fare di più, vincere di più ma sento come se il mio corpo non fosse pronto per questo. Cioè non è comunque un cattivo US Open: potevo perdere al primo turno. Cercherò di riposare e prepararmi per i prossimi tornei che spero mi diano punti e facciano salire nel ranking.

I campioni qui hanno una sorta di vantaggio: possono giocare più spesso di sera quando non c’è un sole come quello di oggi.
Certo mio Dio è stato così difficile giocare lì fuori. Lo potevo sentire ogni volta che servivo/rispondevo, sentivo tutto quel calore salirmi in faccia. Non so se sono rosso, non mi sono ancora controllato allo specchio ma sento la mia faccia come se stesse bruciando. Era veramente difficile giocare là fuori.

Quando giochi in condizioni del genere come reagisci quando senti che il fisico ti sta abbandonando?
La difficoltà è la mancanza di aria fresca, il tuo respiro è il calore che sta arrivando, l’umidità dell’aria. E così ti senti come vuoto, non puoi inspirare, espirare e così via e risulta molto difficile giocare. Io penso che chi vincerà questo torneo sarà quello più preparato mentalmente per lunghi match al caldo, che sappia come superare le difficoltà che l’afa comporta. Credo sarà Nadal: ha giocato molto bene l’anno scorso e penso possa fare bene anche quest’anno.

Ora che il torneo è finito mi chiedo se passerai del tempo a New York. So che sei interessato di fotografia, ci sono posti in particolare a cui vuoi dare un occhio?
Al momento mi sento un po’  a terra. Sai vorresti fare tutte queste cose ma allo stesso tempo non sei dell’umore giusto per uscire fuori e fare ciò che ti piace. Ma spero di potermi riprendere un poco. Vedremo fra un paio di giorni, forse. Dipende tutto dal mio umore e se ho ancora un atteggiamento creativo.

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