L’orgoglio di Camila, gli occhi di Serena

Camila Giorgi non ha cercato neanche troppe scuse. Ha giocato un match generoso, e ha mostrato ancora una volta quelle doti di continuità che da questi Championships sembra abbia fatto sue, definitivamente.

Perdere con Serena non è mai un problema. Una come lei offre scuse a non finire, una lista lunga quanto l’Enciclopedia Britannica. Ventitre Slam, Settantadue vittorie nel circuito, numero uno in singolare e in doppio: un curriculum da giocatrice aliena, giunta dallo spazio venti anni fa a mostrarci il futuro del tennis. Avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta, la nostra Camila, avrebbe potuto raccontarci che Serena tira troppo forte, che ha una presenza di spirito forgiata nella lega più resistente, che sa come gestire ogni momento del match… Avrebbe ricevuto comunque il conforto di chiunque fosse interessato alle sue sorti e a quelle del nostro tennis. Ha perso con la Regina, in fondo, e dunque, che male c’è?

Nessuno, infatti. E a dire il vero, Camila Giorgi non ha cercato neanche troppe scuse. Ha giocato un match generoso, e ha mostrato ancora una volta quelle doti di continuità che da questi Championships sembra abbia fatto sue, definitivamente. Si ritroverà da lunedì vicina alle prime trenta, in molti tornei sarà nuovamente testa di serie. Ne potrà approfittare, se le migliorie messe in mostra in questo Wimbledon verranno confermate.

Ha persino dato forma, Camila, a un primo set molto complicato per Serena, che era scesa in campo con una traccia tattica ben precisa. In quel primo approccio, gli scambi veloci, angolati e le improvvise discese a rete che Camila proponeva, avevano fatto breccia nel gioco dell’americana, la costringevano a rincorrere, ad affrettarsi, che è quello che le riesce meno bene, ad apena dieci mesi dalla maternità. Alla fine, però, il piano tattico di Serena ha trovato l’applicazione prevista, e ha scardinato il gioco di Camila. Perso il primo, mamma Williams ha accentuato la potenza sul primo colpo di ogni punto, arrivando a sparare sberle che sembravano colpi di obice. Su quelli, violentissimi e quasi sempre molto ben piazzati, Camila era costretta a rispondere alla meglio, e a concedere a Serena lo sviluppo del gioco, che l’americana tendeva a ridurre all’essenziale. Tre colpi e via.

Kerber e Ostapenko, Williams e Goerges. Le semifinali, alla fine, hanno ridato lucentezza al torneo femminile. Tre vincitrici di Slam (be’, la Serena ne ha 23), e una tedesca – Julia Goerges, 29 anni – che da tempo aspetta il suo momento. Sarà lei l’avversaria di Serena. Nel gruppo, la Giorgi avrebbe fatto la sua figura. Ma forse, anche per lei, il momento non è così lontano. Chissà.

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