Giulia Capocci: destinazione Tokyo

Ai nostri microfoni Giulia Capocci, numero 1 italiana e 14 mondiale di Wheelchair Tennis. Una ragazza con un obiettivo chiaro: Tokyo 2020. A sostenerla Moretti S.p.a., con la quale ha appena firmato un accordo.

È la numero uno italiana, ha appena venticinque anni e uno spirito combattivo che l’ha spinta fino alla posizione numero 14 del ranking mondiale del “wheelchair tennis”. Giulia Capocci è una ragazza con un obiettivo chiaro: Tokyo 2020. Sì, proprio quella Tokyo, quella tutta luci e innovazione, quella Tokyo che, fra un paio d’anni, sarà culla dei Giochi della trentaduesima Olimpiade. Ora andiamo a scoprire un po’ chi è Giulia, da dove viene la sua passione per il nostro sport, cosa l’ha portata fino ai piani alti del tennis e chi è Moretti S.p.a., l’azienda con la quale ha appena firmato un accordo.

 

Chi è Giulia Capocci?

<<Sono nata a Montevarchi, in provincia di Arezzo, il 7 maggio 1992. Sono una ragazza con un carattere forte e passionale; mi piace la meccanica, andare al cinema, ascoltare musica e stare in compagnia>>.

Quale è il tuo rapporto con il tennis? Non è raro ascoltare le parole di tennisti, anche tra i migliori al mondo, che affermano di “non amare” il tennis? Cosa rappresenta questo sport per te?

<<Il tennis lo ami o lo odi, non ci sono mezze misure. Io adoro il profumo delle palline appena aperte, la sensazione della palla sulle corde, adoro persino rompere le corde! Mi è piaciuto fin da subito la competizione “uno contro uno”, l’educazione e l’eleganza di questo sport. Per me rappresenta la lotta continua nel ricercare la perfezione – che non esiste – spingendoti così a superare i tuoi limiti>>.

Hai scalato le classifiche in tempi record. Cosa ti ha spinto a raggiungere questi grandi risultati in poco tempo?

<<La voglia di giocare, in primis. Poi il mio team, che mi sprona ogni giorno a migliorare. Un po’ credo sia anche colpa e merito della parte competitiva che è in me. Adoro le sfide>>.

Immaginiamo che l’allenamento rappresenti un punto fermo per qualsiasi sportivo… Quale è la tua giornata tipo?

<<Per me l’allenamento è l’insieme di tante cose. C’è la parte tecnica, tattica, fisica, mentale e di preparazione carrozzina. Tutte egualmente importanti>>.

Ora sei numero 14 del mondo. E’ cambiata la tua vita tennistica ora che hai raggiunto questa posizione? Hai aumentato la mole di lavoro in campo?

<<No, non ho aumentato la mole di lavoro. Adesso faccio allenamenti più specifici, cerchiamo di affinare tutto ciò che concerne questo mondo, dal singolo colpo prettamente tennistico fino all’ultima vite della carrozzina>>.

Sei ormai una top player. Immaginiamo riceverai sempre più attenzioni. Senti il peso della responsabilità nei confronti di chi ti segue e ti prende come esempio?

<<Non mi sento ancora una vera top player a dire il vero. È successo tutto molto in fretta e mi devo ancora abituare; però no, per il momento non sento pressioni, non ho ancora una notorietà così importante…>>

Vivi in un mondo, quello del wheelchair tennis, in via espansione ma ancora forse troppo lontano da una vera e propria stabilità federale e organizzativa. Cosa cambieresti da questo punto di vista? Cosa vorresti migliorare in ambito nazionale e, perché no, internazionale?

<<Negli ultimi anni la nostra federazione si è attivata moltissimo nel diffondere il nostro movimento in Italia. Sfortunatamente siamo ancora un po’ sconosciuti, però credo che la strada, anche se lunga, sia quella giusta. Pian piano si stanno vedendo i primi risultati in termini di risultati agonistici, numeri e visibilità>>.

Quali sono i tuoi programmi per il futuro prossimo? Quando e dove scenderai in campo?

<<Adesso mi aspettano due mesi di preparazione intensa, dopo di che ripartiremo con la nuova stagione>>.

Il tuo obiettivo principale rimane Tokyo 2020? Altri obiettivi che ti sei prefissata?

<<Sì, il mio obbiettivo principale è Tokyo 2020. Altri obbiettivi che ci siamo prefissati io e il mio team? Entrare tra le prime dieci del mondo e cercare sempre più di promuovere questo sport>>.

 

La tennista toscana ha da poco siglato un accordo con Moretti S.p.a., un’azienda che produce e distribuisce ausili e dispositivi medici a livello nazionale e internazionale. L’incontro non è stato casuale e non poteva essere più fruttuoso. <<La scelta di Giulia come testimonial è il primo passo di un percorso di comunicazione con cui l’azienda intende raccontarsi e promuovere le proprie attività>>. L’accordo è stato voluto da Filippo Fabbrini, amministratore delegato e direttore generale di Moretti S.p.a. per portare avanti l’impegno nel sociale e sul territorio che da sempre caratterizzano l’azienda. <<Il primo pensiero è andato allo sport, il secondo al territorio, il terzo all’ambizione>>, spiega Fabbrini, <<Giulia esemplifica tutti questi aspetti: è un’eccellente tennista che vive nelle vicinanze dell’azienda, e una ragazza costante e tenace. Saremo pronti a fare il tifo per lei alle paraolimpiadi di Tokyo 2020>>. Vicini per caratteristiche e sinergici e sinergici nei loro obiettivi, Moretti e Giulia sono convinti che ambizione e costanza siano aspetti imprescindibili per competere.

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