Berdych: “Federer non invecchia mai”

Intervista a Tomas Berdych dopo la sconfitta nella semifinale di Wimbledon contro Roger Federer: “Ho avuto qualche occasione, ma Federer sistemava sempre le cose".

Secondo te Roger ha una sorta di X factor che non sparisce con l’età? C’è anche un sacco di interesse riguardo alle tue scarpe: sembrava esserci l’immagine di Djokovic sulla linguetta. Perché indossavi quelle scarpe?
Sì, riguardo alla prima domanda, penso tu abbia davvero ragione. Da nulla si riesce a vedere che Roger invecchi. Cioè penso che lui stia dimostrando la sua grandezza in questo sport. E questo è tutto quello che posso dire, è molto semplice.
Per l’altra domanda vero, stavo indossando le scarpe di Novak perché le altre non mi andavano bene ed è per questo che ho usato quelle che non mi facevano male ai piedi.

Puoi dirci cosa vuol dire per te giocare contro giocatori come Federer?
Beh non so quanto dettagliato vuoi che sia (ridendo). Sì è davvero difficile. Come ho detto prima questo ragazzo davvero non sembra invecchiare o scendere di livello. È davvero difficile. Penso di aver giocato davvero bene per tutto il torneo ma ho avuto la sfortuna di incontrare questo ragazzo che sta giocando al suo meglio. Davvero sta giocando il suo miglior tennis.

Hai avuto alcune occasioni: quanto ti sei sentito vicino alla vittoria? Sentivi di non essere così lontano?
Vicino o lontano non importa realmente. Ciò che conta è il punteggio e lo mostra abbastanza chiaramente.

Pensi che anche altri giocatori faranno come Federer ovvero saltare anche grandi tornei per arrivare riposati ed avere più possibilità, in particolar modo se sono più vecchi?
Non lo so. Perché lo dovrei sapere? Non decido certo per loro quindi non ho idea se altri seguiranno le sue orme.

Guardando il match sembra che tu abbia cambiato tattica a metà del secondo set cercando di tirare più forte. È così? Se no, hai cambiato qualcosa durante il match?
Beh cercavo di trovare la strada giusta per vincere quindi tutto ciò che mi era possibile fare allora cercavo di farlo. Anche cercando di venire un po’ più spesso a rete. Ma ovviamente è molto, molto difficile. Roger non ti dà ritmo per niente e faceva pochissimi errori. Stava controllando il gioco; anche con due set al tiebreak sembrava che avessi subito più di un paio di break. E dopotutto ho avuto un po’ di chance qua e là ma poi lui ha recuperato subito con gran servizi e cose così. E tutto questo dimostra quanto stia giocando bene.

Che differenza c’è tra questa partita e quella giocata a Miami?
Beh a Miami non avevo davvero alcuna possibilità dopo il primo set e l’inizio del secondo. Poi all’improvviso ho ottenuto un break ed in qualche modo sono riuscito a tenerlo. Quando giochi al meglio di tre è tutta un’altra cosa. C’è solo da vincere un set e così sei un set più vicino. All’improvviso hai una chance di vincere. Qui quando vinci un set ne hai uno in meno, non male ma non è abbastanza. Sono stati due match completamente diversi.

Sei spesso arrivato in fondo negli Slam. Quanto difficile è continuare a crederci?
Da una parte è dura, dall’altra è una parte dello sport che pratico. Sono ancora pienamente impegnato a lavorarci e cercare di combattere per i risultati. Quindi non credo sia un bell’affare. Voglio dire fa parte dello sport. È la stessa cosa di uno che dice che non gli piace viaggiare. Ok puoi giocare nel tuo paese, non so quanti tornei ci siano lì ma è impossibile. È parte del gioco. Non devi solo allenarti o riposarti o cose così. Anche questa è una grande parte, l’accettare la sconfitta ed andare avanti. Devi mettere tutte queste piccole cose insieme.

Dalla stessa categoria