ATP Atlanta: Harrison soffre ma vince, sarà derby con Isner

Alle 17 locali (le 23 italiane) si daranno battaglia John Isner e Ryan Harrison per il titolo di Atlanta in uno scontro tutto a stelle e strisce.

Può gioire il pubblico di Atlanta dopo la vittoria dei beniamini di casa. Nelle due semifinali, dopo la comoda vittoria di John Isner su Gilles Muller, Ryan Harrison ha avuto la meglio in rimonta su l’indomito Kyle Edmund, il quale ha messo paura all’americano ma senza riuscire a portare a casa la finale.

Ad aprire il programma i numeri due e tre del seeding. Nelle fasi iniziali il primo a soffrire è Isner (molto amato ad Atlanta essendo stato un giocatore della University of Georgia ai tempi del college), costretto ad annullare una palla break grazie alla complicità dell’avversario che sparacchia via la risposta sull’ennesima seconda di servizio. Ma nel game successivo è Muller a cedere la battuta: con un paio di rovesci decisivi Isner si costruisce l’occasione per l’allungo, capitalizzata grazie ad un attacco in back dell’avversario terminato in corridoio. L’americano gestisce bene il vantaggio, non consentendo a Muller di rientrare nel set nonostante le pochissime prime in campo (50% a fine set, 31% dopo i primi tre turni di battuta). Al contrario, i turni di battuta del lussemburghese vanno meno spediti ma, complici anche le efficaci sortite a rete, riesce a non aumentare il distacco. Il gigante americano inizia il decimo game con il quinto doppio fallo, ma sistema tutto con tre ace e chiude 6-4. Nel terzo gioco del secondo set Muller subisce il break dal 40-0: Isner gioca quattro risposte vincenti, complici anche le poche prime dell’avversario, guadagnandosi il break alla seconda occasione (la prima è stata vanificata da un ace). Arriverà anche il doppio allungo sul 4-2 per Isner, il quale chiuderà 6-4 6-2 dopo un ultimo game di servizio in cui annulla due palle break.

Grande equilibrio all’inizio del match tra Harrison ed Edmund. Entrambi i giocatori tengono agevolmente tre turni di battuta per parte, gestendo gli scambi con aggressività. Ma nel settimo gioco Edmund regala il break all’avversario con un clamoroso smash sbagliato e un diritto colpito male e finito abbondantemente fuori. Il britannico non molla e riesce a non far comandare lo scambio a Harrison in uscita dal servizio: sulla palla break va lungo il diritto del texano ed è 5-5. Lo stesso punteggio sarà, nel tie-break, quello in cui Harrison regalerà all’avversario la possibilità di servire per il set grazie ad un altro diritto lungo. Edmund ringrazia e con uno scambio comandato dall’inizio alla fine si aggiudica il parziale. L’americano non ci sta e nel secondo parziale si porta sul 3-1 giocando un game straordinario in cui ottiene il primo punto dopo aver salvato una volée e uno smash mal giocati ma preceduti da un attacco molto difficile da recuperare. Galvanizzato, Harrison sale in cattedra e gestisce meravigliosamente il vantaggio, andando più volte vicino al doppio break e concedendo appena un punto al servizio nei restanti turni di battuta. Nel terzo parziale Edmund non spinge più come prima, complice anche un dolore alla spalla che lo ha perseguitato per tutta la settimana. Sul 4-4 il britannico manda l’avversario a servire pr il match grazie a tre errori di diritto ed una sciagurata discesa a rete. Finisce 6-7(5) 6-3 6-4 in poco più di due ore.

Seconda finale in stagione sia per Harrison che per Isner. I precedenti vedono in vantaggio quest’ultimo, vittorioso in cinque dei sette precedenti incontri ma sconfitto nell’ultimo confronto in Canada. Per il texano sarebbe il primo titolo in Georgia, il gigante di Greensboro va a caccia del quarto trionfo nello stesso appuntamento, che rappresenterebbe un record personale.

Semifinali

[2] J. Isner b. [3] G. Muller 6-4 6-2
[4] R. Harrison b. [5] K. Edmund 6-7(5) 6-3 6-4

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