Torneo di Montecarlo in chiaro scuro per i nostri tennisti: oddio, fino a qualche anno fa, avremmo fatto caroselli per un italiano in semifinale in un masters 1000.In questa nuova epoca per il tennis nostrano, con un Sinner sempre più avviato alla vetta del ranking, ci siamo abituati fin troppo bene e ci si aspetta una vittoria ogni settimana: Jannik comunque non […]
11 Giu 2017 07:51 - La parola del Direttore
Ace Cream / Jelena, la ragazza che sa giocare con gli estremi
A soli 20 anni Jelena Ostapenko è la nuova campionessa del Roland Garros, l'opinione del Direttore Daniele Azzolini sull'impresa della giovane lettone.
di Daniele Azzolini
Ha fatto tutto Jelena Ostapenko, cose belle e brutte, orrori ed errori, i punti per sé e anche quelli per la Halep. Non aveva ancora vinto un torneo, la lettone, e ha incassato il Roland Garros. Non aveva mai vinto un match, da queste parti, e ne ha infilati sette, l’uno via l’altro. Si aggirava intorno alla quarantasettesima posizione della classifica, lunedì sarà al numero dodici.
Ballerina e tennista, volteggi e colpi pesanti come scaldabagni. Il merito, direte, viene dalle spinte prodigiose nei colpi da fondo campo, quel modo di salire sulla palla e colpire di piatto. Tecnicamente è così, niente da dire. Jelena ha vinto aprendo varchi sempre più comodi sui lungo linea che la Halep non riusciva a serrare, a proteggere, evidentemente colpevole di pensare che il segreto del tennis sia tutto nello spedire una palla da una parte e una dall’altra. Possibile che nessuno le abbia spiegato che simili forsennate del colpo a tutto braccio le fermi solo giocando al centro, anzi, meglio, direttamente addosso a loro, in modo da restringere gli angoli? Ma la Halep ha Darren Cahill nel suo box, e Darren perdinci è una vecchia volpe dei campi, lo dicono anche in tivvù, e indossa occhiali cazzutissimi. La verità? Era modesto da giocatore, temo sia modesto anche da coach.
E poi, sì, i colpi c’entrano ci mancherebbe. Ma quello che davvero ha fatto la differenza è stata la capacità di Jelena di portare in campo gli estremi di se stessa e del suo gioco. Da una parte i sorrisi, certe fragilità ancora da bimba, le richieste continue di aiuto rivolte al suo angolo, dove la mamma e la Medina Garrigues la sostenevano a gesti. Dall’altra la noncuranza con cui spara missili. Sono poche le donne che sanno giocare con gli estremi, che non ne hanno paura. Jelena è fra queste, lei non ha (ancora) paura di nulla. Forse perché non sa, non conosce, lo stesso tennis è uno sport misterioso che le permette di sfogarsi, nel quale lei non mette una sola traccia di strategia. Ma è una vecchia storia, questa… Le donne non formulano strategie a largo raggio, sono però bravissime nel fare ciò che serve nell’immediato. E Jelena è esattamente così, felice di esserlo. Dunque, benvenuta nel tennis che conta.