16 giugno 1974: Bjorn Borg e Chris Evert vincono il Roland Garros

In un periodo in cui la parità dei premi era lontana, a Parigi inizia la storia di due leggende.

Il 1974 è un anno molto importante nella storia del tennis, quasi rivoluzionario. È l’anno della definitiva esplosione di due giocatori (e personaggi) che segneranno un’epoca, lasciando un’impronta indelebile nella storia del nostro sport.
Parliamo di Bjorn Borg e Chris Evert – rispettivamente 18 e 19 anni – che il 16 giugno di quell’anno trionfavano per la prima volta al Roland Garros, dando così il via alla loro leggenda.

Di Borg si parlava ovviamente da anni. Nelle categorie giovanili non aveva rivali e già 15enne esordì in Coppa Davis battendo in 5 set il neozelandese Onny Parun. Il 1973 è l’anno del suo esordio nel circuito pro e subito si mette in luce ottenendo ottimi risultati (semifinale a Monte Carlo, ottavi a Parigi, quarti a Wimbledon, ottavi all’Us Open) ma nessun titolo.
Si rifarà abbondantemente l’anno seguente, il 1974. Inizia l’anno trionfando ad Auckland (sull’erba) battendo ancora Parun in finale. Poi due vittorie sul cemento a Londra e San Paolo (sconfiggendo Arthur Ashe), prima dell’esplosione di primavera sull’amata terra rossa.
Dopo aver vinto a Roma, dominando in finale Ilie Nastase, si presenta a Parigi come terzo favorito. L’inizio è da incubo. Al primo turno, con il francese Caujolle, si trova 4-4 e 0-40 sotto nel terzo e decisivo set (i primi due turni si giocavano al meglio dei tre set), ma grazie alla sua proverbiale freddezza “Iceman” riuscirà a salvarsi.
Dopo due turni senza problemi deve ancora pensare contro l’americano Van Dillen in ottavi. Dopo uno 0-6 iniziale l’Orso si sveglia e passa a condurre due set a uno, ma per arrivare ai quarti dovrà sudarsi la qualificazione con un 6-3 al quinto set.
Nel turno successivo dovrà rimontare uno svantaggio di due set a uno contro il messicano Ramirez, giocatore che gli ha sempre creato grandi difficoltà, ed in semifinale avrà bisogno di quattro set per avere la meglio del “sorcio” Solomon.
In finale dovrà vedersela con un Manolo Orantes in gran forma e da tutti presentato come il gran favorito. L’inizio sembra confermare queste previsioni: 6-2, 4-1 per lo spagnolo. Ma qui qualcosa per l’iberico s’inceppa. Il servizio si fa meno efficace ed è costretto alla difensiva nei lunghi scambi ai quali lo sottopone Borg. Lo svedese rimonta e sorpassa sul 5-4, avrà anche una palla-set, ma lo spagnolo arriverà a rifugiarsi nel tie-break e a portarsi avanti di due set: 6-2, 7-6 (4).
A questo punto, quando tutti si aspettano un crollo del giovane svedese, avviene l’incredibile. A crollare è invece Orantes, che non sta più in piedi e commette un errore dopo l’altro. L’epilogo è clamoroso quando inevitabile: 2-6, 6-7, 6-0, 6-1, 6-1 in favore di Borg.
Sarà il primo titolo di 6 per l’Orso svedese, che a Parigi conoscere nella sua carriera soltanto due sconfitte, sempre con lo stesso avversario: Adriano Panatta (1973 e 1976).

Molto meno sorprendente invece il trionfo di Chris Evert in campo femminile. La giovane americana già l’anno precedente aveva perso una drammatica finale (6-7, 7-6, 6-4) contro l’allora numero uno Margaret Court. Nel 1974 (l’anno della sua definitiva consacrazione: 16 titoli e 56 vittorie consecutive) la statunitense è la prima testa di serie e logica favorita per la vittoria finale.
I fatti confermeranno i pronostici della vigilia. La Evert stravincerà il titolo senza perdere un solo set e lasciando per strada la miseria di 30 giochi. In finale dominerà Olga Morozova con un 6-1, 6-2 senza appello. Non contenta, proprio insieme alla sovietica vincerà anche il torneo di doppio!

Curiosità: in quell’edizione Borg vinse 24.000$ di premi, Chris Evert soltanto 8000. I tempi della parità in termini di prize money erano ancora lontani…

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