Solo un altro Federer-Nadal (alle 19, su Sky)

Trentasettesima sfida, la ventitreesima in finale, la dodicesima in finale di un Masters 1000, la terza a Miami: Federer e Nadal si incontrano un'altra volta.

Dopo aver battuto Fabio Fognini nella finale del Masters 1000 di Miami, a Rafael Nadal hanno ovviamente chiesto che cosa ne pensasse di un’eventuale finale di Roger Federer, certamente l’opzione preferita dagli appassionati: “Per me non importa l’avversario. Sono felice di essere in finale di nuovo, e sono entusiasta di giocare un’altra finale di un evento importante. Quindi, se si tratta di Roger, sarà un altro partita per tutti e due, solo un’altra partita”. È un po’ difficile liquidare una finale tra Roger Federer e Rafael Nadal come “solo un’altra partita”, ma understatement a parte, è anche vero che questi due hanno giocato talmente tante partite importanti che una finale di un Masters 1000 non è poi così gran cosa.

La finale degli Australian Open di qualche settimana fa aveva ovviamente molto più peso, non solo perché era “solo un altro Slam”, ma anche per i vari mesi di difficoltà che i due avevano dovuto affrontare prima di quel torneo. Ora le cose paiono essersi messe a posto: di sicuro per Federer, che ha già vinto uno Slam e un Masters 1000, un po’ meno per Nadal, che magari non gioca benissimo, ma può già contare tre finali e che nella Race è secondo. Insomma, Nadal non è quello di una volta, ma per ora meglio di lui c’è solo Roger Federer. A Miami i due si inconteranno per la terza volta in stagione e non era mai successo che si incontrassero così spesso nei primi tre mesi dell’anno. I due si giocheranno la quarta posizione mondiale, mentre per quanto riguarda la Race Nadal può solo avvicinarsi (e sarebbe in ogni caso a 1000 punti di distanza). Dovesse vincere Federer, lo svizzero arriverà alla stagione su terra battuta con quasi 2000 punti di distacco dal secondo posto.

Anche a Miami (diretta su Sky Sport 2 a partire dalle 19, e naturalmente su Tennis TV) si sono incontrati tre volte prima di ora: nel 2004 si incontrarono per la prima volta, poi si ritrovarono dodici mesi dopo, stavolta in finale, e Federer rimontò due set di svantaggio e pareggiò il conto degli head-to-head per la prima e unica volta. Proprio a proposito di quella finale, Federer ha dichiarato di aver imparato molto da quella partita, perché “essere in grado di stare nel match per quattro ore, di combattere punto dopo punto, ho dimostrato a me stesso e alla mia squadra che potevo farlo”. Si incontrarono anche nella semi del 2011 e in una superficie lentissima Rafa concesse solo cinque game a Roger.

Questa volta, con dodici anni di circuito in più sulle gambe, Federer dovrà dimostrare che le oltre tre ore in campo con Nick Kyrgios, in quella che è stata la partita dal più alto livello tecnico dell’anno, non avranno lasciato molte scorie. Il problema, però, potrebbe essere più ampio: Federer ha già giocato diciannove partite in stagione e bisogna tornare al 2012, nella fase più calda della rincorsa al numero 1, per trovare un Federer così attivo. Nel torneo di Miami, poi, non ha mai fatto vedere un tennis scintillante: bravo a battere del Potro, Federer ha poi giocato due match poco convincenti contro Bautista-Agut e Berdych, rischiando grosso contro il ceco. Federer è però un tennista diverso da tutti quelli che abbiamo visto prima di lui, e quindi non deve sorprendere il modo con cui ha alzato il livello contro Kyrgios. Contro un tennista che può evidentemente prendere il suo posto, lo svizzero ha dovuto attingere a tutta la sua classe e al suo orgoglio per vincere di nuovo. Ci fosse stato un tennista meno ambizioso e meno forte di Kyrgios, forse Federer avrebbe lasciato perdere; contro uno dei talenti più difficili da classificare degli ultimi tempi, non poteva.

Dall’altra parte ci sarà Rafael Nadal, che ha avuto un tabellone più semplice (il tennista con la classifica più alta che ha incontrato è stato Jack Sock, che ha vinto 5 game) ma che è stato bravo a superare alcuni momenti di difficoltà, tipo il 6-0 preso da Kohlschreiber. A Miami ha già giocato quattro finali (2005, 2008, 2011 e 2014) e le ha perse tutte e quindi dovrebbe avere molte motivazioni per alzare finalmente il trofeo, anche perché Federer lo ha battuto in tre degli ultimi tre incontri, una cosa che non era mai avvenuta e che in pochi pensavano potesse davvero accadere a questo punto delle loro carriere. La verità è che Federer sta invecchiando molto meglio di quanto stia facendo Nadal e i loro ultimi due match, Melbourne e Indian Wells, hanno praticamente cancellato tutto quello che sapevamo sul loro conto: tolto il dritto a Nadal, Federer comanda gli scambi con una facilità impressionante e il loro match di Indian Wells è stato quasi imbarazzante per la scioltezza con cui Federer teneva i suoi turni di servizio mentre Nadal arrancava durante i propri.

A Miami le cose potrebbero andare diversamente per due motivi: Federer non ha mai giocato in maniera scintillante durante il torneo (se non a sprazzi contro Kyrgios, specie durante i tie-break) e la superficie è più lenta di quella di Indian Wells. Manca il terzo motivo che dovrebbe rendere questa partita diversa da quella di due settimane fa, cioè Nadal: il maiorchino, come detto, sta giocando un tennis ordinato ma non certo entusiasmante e l’impressione è che sia stato bravo a farsi trovare pronto, visto che qualche mese fa non succedeva nemmeno questo. Per battere un Federer che in ogni caso non ha rinunciato alla sua filosofia – giocare senza margini in risposta, sostanzialmente, affidandosi ad un servizio mai così efficace – servirà un Nadal molto diverso da quello che abbiamo visto in California e in Florida.



I numeri della sfida

Bilancio totale: Nadal 23–13
Totale finali:
Nadal 14–8
Cemento: Nadal 9-9; outdoor: Nadal 8-4, indoor Federer 5-1
Incontri ATP Masters Series/ATP World Tour Masters 1000: Nadal 12–5
Finali ATP Masters Series/ATP World Tour Masters 1000: Nadal 7–4
Miami: 1-1

 

Dalla stessa categoria