Gaio: “Faticavo ad impostare lo scambio, partivo spesso in difesa”

Federico Gaio commenta la sconfitta al primo turno del Masters 1000 di Indian Wells contro Kevin Anderson e racconta un bell'aneddoto su Paolo Lorenzi.

Tassa da pagare piuttosto cara questo esordio contro Kevin Anderson. Dopo un primo set però ti sei sciolto, c’eri e sul 4-4 forse c’era anche la speranza di allungare un po’ di più, poi però lui è tornato perfetto.
“Sì non è stato semplice. Non sono riuscito a servire con tante prime, non ho visto la media ma forse ho fatto più punti con la seconda che con la prima. Diciamo che il mio servizio anche quando mi sembrava un buon servizio per lui era una palla agevole. Di solito non gioco contro uno così alto (ride, ndr) per cui quando facevo il kick per lui quella rimaneva una palla molto agevole da colpire. Più che altro ho fatto fatica ad impostare lo scambio, era lui a fare più gioco. Quando riuscivo facevo buoni punti però partendo sempre o quasi in difesa e con un giocatore così è difficile”.

Questo però era un buon Anderson.
“Non l’avevo visto ultimamente però mi sembrava abbastanza solido ed ordinato, d’altronde se arrivi ad essere 10 del mondo qualcosa ci deve essere. Sono stato bravo a riprendere il break sul 4-3 nel secondo set, ho cercato di essere più aggressivo e mi è andata bene e sono riuscito a brekkarlo. Se fossi riuscito a tenere quel game sul 4-4 ci sarebbero state prospettive diverse, non dico vincere la partita però da rimanere in campo un po’ di più. Comunque sono contento, ho passato le qualificazioni e fatto una bella esperienza, ora devo allenarmi ancor più duramente per salire di livello e rimanere lassù”.

Dove andrai ora?
“Giocherò 99% Irving (ATP Challenger, ndr) e poi Miami”.

Ieri Paolo Lorenzi ci ha detto di come ti ha visto crescere negli anni e di come ti abbia consigliato di venire qui e provare nonostante la delusione per il mancato ingresso ad Acapulco. Quanto influisce la sua presenza sulla tua crescita?
“Stavamo ridendo quando c’erano le iscrizione per Indian Wells, eravamo nella settimana di Quito. Gli dicevo: “Paolo, cosa faccio? Mi piacerebbe fare la trasferta Acapulco-Indian Wells-Miami però che ne so, magari non entro in nessuno dei 3”. Paolo mi diceva: “Ma vai, senza problemi. Vedrai che entri! Alla fine ha avuto ragione lui. Anche se non sono entrato ad Acapulco ho avuto un’ottima settimana di allenamenti. È un’ottima persona ed un grande amico prima di essere un ottimo giocatore. Mi sta aiutando molto, è la persona più professionale che conosco. Anche senza fare nulla già solo stargli a contatto è qualcosa di importantissimo poi anche l’allenarci assieme a Tirrenia anche d’inverno, vedendo la qualità e la voglia che mette in campo… È uno stimolo enorme”.

Il coach? Abbiamo visto che ti da una mano anche Claudio Galoppini…
“No no, il coach di Gaio è Gaio (ridendo). Sto cercando, non è molto facile per il mio carattere, ho molte esigenze e le molte esigenze mi fanno pensare al momento che sia l’unico a capirmi. Però sono convito che qualcuno mi serva, anche se mi hanno sempre detto che meglio soli che male accompagnati. L’idea è che voglia avere completa sicurezza di prendere la persona giusta, non di scegliere frettolosamente. Sono in cerca, sto guardando ma non è così semplice”.

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