Errani: “Nel terzo ho sentito la stanchezza”. Schiavone: “Brava ad imporre il mio gioco”

Le parole di Francesca Schiavone dopo la vittoria su Anna Schmiedlova: "Sono riuscita ad imporre il mio gioco come volevo. Ho preparato il match anche con Corrado, che resta un punto di riferimento".

Conferenza stampa di Sara Errani
“Nel primo set sono riuscita a fare il mio gioco, cercando di aprirmi il campo con il dritto e spostarla, cercando di non farla colpire il dritto da ferma. All’inizio del secondo però lei ha giocato tre game pazzeschi, dritti a tutto braccio. Ho provato a spingere col rovescio ma lei tirava veramente forte.
Nel terzo set ho sentito un po’ di stanchezza, con le gambe non riuscivo più a spingere come volevo soprattutto nel servizio. Non riuscivo ad indirizzarlo sul suo rovescio e lei riusciva ad entrare col dritto. Devo davvero dirle brava.

Come stai fisicamente?
“Sapevo che non ero al 100% fisicamente, ma sono abbastanza soddisfatta di com’è andata, soprattutto perché in questi giorni a causa dei miei problemi fisici non sono riuscita ad allenarmi e ad arrivare al massimo della forma come avrei voluto. Oggi ho veramente dato tutto”.

Hai sentito la pressione di giocare in casa?
“Nei giorni scorsi ero tesissima perché sapevo di non essere al 100% e non sapevo se sarei riuscita ad essere ad un buon livello per tutto il match. Poi per fortuna entrando in campo mi sono calmata e sono riuscita ad essere lucida fino alla fine. Mi piace comunque giocare vicino a casa ed il pubblico mi ha sicuramente aiutato”.

Conferenza stampa di Tathiana Garbin

“La Sramkova è stata brava perché non è facile giocare così all’esordio. Ma lei ha davvero giocato bene, senza pensare e senza pressione. Devo dire bravissima a Sara perché ha dato tutto quello che aveva e anche di più.
Faccio i complimenti anche a Francesca perché ha davvero giocato la partita perfetta sotto tutti gli aspetti”.

Avevi messo in conto di finire la prima giornata sull’1-1?
“Sì, ci può stare. Sapevo poi che Sara non stava benissimo, ma in campo può succedere di tutto”.

Conferenza stampa di Francesca Schiavone

Oggi in campo abbiamo visto di nuovo una Schiavone convinta e centrata. Hai sempre avuto il match in controllo?
“In realtà all’inizio non è stato facile perché lei all’inizio spingeva molto, a parte il servizio con cui si è un po’ incartata. Il mio obiettivo era tenerla lontana dal campo e farla muovere, imponendo il mio gioco. Sono felice di aver portato l’1-0 all’Italia”.

Il cambio di avversaria ti ha condizionato?
“In realtà sulla terra, qualunque sia l’avversaria, devi sempre tentare di imporre il tuo gioco. E la terra ti dà la possibilità di passare dalla difesa all’attacco. Perciò oggi mi sono detta che avrei cercato di far questo indipendentemente dall’avversaria”.

Hai servito molto bene oggi.
“Al servizio sono riuscita a spingere sempre. Sto facendo un bel lavoro con il fisioterapista nella parte superiore e fisicamente mi sento molto bene”.

Che effetto fa avere per la prima volta un capitano diverso da Corrado Barazzutti?
“Io confido molto in Corrado, ho preparato il match anche con lui. Quando arriva un nuovo capitano ci vuole tempo, perché una cosa è essere giocatrice un’altra essere capitano. Il capitano ha una grande responsabilità e questa gara servirà tantissimo a Tax per capire cosa deve fare e cosa no con le giocatrici, anche nel proseguo della sua carriera. Corrado comunque era dietro la panchina e in lui vedo sempre un punto di riferimento”.

Era da tanto che non ti vedevamo giocare così bene. Quanto ha influito il clima Fed Cup?
“La Fed Cup ha un sapore e motivazioni molto grandi. Ho parlato spesso dell’importanza del gruppo per tre fattori. L’energia che ti dà quando sei giù o su nel punteggio, ci si incoraggia a vicenda. Il confronto costante con persone come Corrado, Tatiana, Giorgio (Galimberti, ndr) che hanno grandi capacità professionali. La compattezza, perché tutti vanno nella stessa direzione: 1 per tutti e tutti per 1”.

Ti sei allenata con Paolini e Trevisan. Cosa ne pensi?
“Secondo me non è vero che l’Italia avrà di nuovo un gruppo forte tra dieci anni. Sono ragazze con cui lavorare, ma ci vogliono coach di riferimento che le facciano crescere. Ci vuole anche fortuna, io ho avuto Corrado e alle mie prime esperienze di Fed Cup c’erano Rita Grand e Silvia Farina. Con loro in quelle due settimane all’anno imparavo come in due anni di allenamento. Ma secondo me l’Italia c’è”.

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