ATP Buenos Aires: Dolgopolov è tornato “guru”, battuto Nishikori

Terzo titolo in carriera per Alexander Dolgopolov che ha battuto Kei Nishikori nella finale dell'Argentina Open di Buenos Aires

A. Dolgopolov b. [1] K. Nishikori 7-6(4) 6-4

Se siete tra quelli che si lamentano un giorno sì e uno no di Murray e Djokovic, di Nadal e Ferrer allora non dovreste mai, ma proprio mai, perdervi una partita di Alexander Dolgopolov. Partite ne vincerà poche (forse) e una volta sì e l’altra pure non potrete che inveire contro qualcuno che non si capisce perché ma non riesce proprio a fare dei punti normali. Anzi, più riesce a tenere in mano lo scambio più aumentano le probabilità che il punto vada all’altro. Così, quando il “guru” arriva addirittura in finale di un torneo dovreste lasciar perdere tutto e predisporvi al micidiale, se perdonate la citazione. Contro Kei Nishikori l’ucraino ha fatto tutto quello che fa sempre: risposte tre metri dentro al campo, rovesci e dritti giocati quasi in demivolée, momenti in cui il giapponese era travolto. In genere Dolgo queste partite finisce per perderle e non si può certo dire che non ci abbia provato anche oggi.

Il primo set era cominciato con il solito problema a carburare per Dolgo, ma due palle break non sono state sufficienti a fargli perdere il primo game. Da allora l’ucraino ha messo a posto il servizio e non ha rischiato più nulla fino al nono game, quando Nishikori ha avuto la possibilità di andare a servire per il primo set, ma una buona prima ha sistemato le cose. Nel mezzo il solito show, soprattutto nel game precedente, l’ottavo, quando Dolgo è andato 0-40 per poi dissipare il dissipabile, comprese altre due palle break. Per fortuna il tiebreak è arrivato a mettere le cose a posto: una terrificante risposta di rovescio, su una seconda neanche troppo timida di Nishikori, cinque buone prime e un facile dritto a chiudere – ancora dopo una risposta giocata praticamente sulla riga di servizio – non hanno dato nessuna opportunità al giapponese e hanno portato avanti il guru.

Il secondo set è filato via liscio fino al 3 pari, a parte un paio dei soliti errori tattici di Nishikori che a furia di insistere sul rovescio ha rischiato varie volte di essere sballottato fuori dal campo. Erano soprattutto i servizi “lavorati” da sinistra a incappare nel terrificante anticipo di Dolgo, col risultato che il giapponese rimaneva almeno a tre metri dalla palla. Nel settimo game Nishi pagava carissimo l’errore tattico, perché sulla seconda palla break – dopo che la prima Dolgo l’aveva gentilmente regalata come sua abitudine, in modo clamoroso – Dolgo si è avventato col rovescio e la palla non è tornata nella sua metà campo. Nishikori non ha più avuto la possibilità e ad occhio neanche la voglia, di provare a tornare in partita e così Dolgo ha chiuso senza particolari patemi.

Terza vittoria in carriera per l’ucraino che ha giocato un torneo perfetto, senza neanche perdere un set, e al quale tutti dovrebbero augurare di rimanere in buona salute. Magari non vincerà slam – ma se non riesce ad darsi una regolata anche per Nishikori questo resterà una chimera – ma come si diceva all’inizio vederlo riconcilia con palline e racchette.
Nishikori, che da domani sarà a Rio de Janeiro, ha forse preso come si deve prendere questo torneo: un buon test dopo una pausa abbastanza lunga. Però per lui è l’undicesima finale persa su ventidue giocate. Sono un po’ troppe.

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