Djokovic si consola: “Istomin è stato impressionante”

La conferenza stampa di Novak Djokovic dopo la sconfitta con Denis Istomin al secondo turno degli Australian Open: “Ha trovato grandi colpi in tutti i momenti decisivi, era la sua giornata”

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Come hai visto la partita?
Tutto il merito a Denis per aver giocato meravigliosamente. Senza dubbio, oggi è stato il miglior giocatore in campo nei momenti clou. Ha giocato aggressivo ad un alto livello. Ha servito bene, preciso. Non potevo fare molto. Ovviamente non sono contento della mia performance, in assoluto. Ma oggi devo congratularmi con il mio avversario.

Sembra che tu abbia perso intensità. Qualcosa non andava?
C’era intensità, sicuramente. Abbiamo giocato quattro ore e mezza. Era uno di quei giorni in cui non ti senti al massimo in campo, non hai ritmo e il giocatore che hai di fronte sente la palla perfettamente. Questo, lo sai, è lo sport.

Pensi di aver perso la partita più nel primo o nel quarto set? Perché sembrava avessi trovato il bandolo della matassa negli altri.
Sì, nel terzo sembravo in controllo. Ho avuto una palla break in apertura del quarto. Ho sbagliato un diritto. Sì, la partita è girata. Forse verso la fine del quarto sarebbe potuto accadere qualcosa, ma non ho avuto una vera chance, a essere onesti. Ogni volta che ne ha avuto bisogno, ha trovato un gran servizio, una gran giocata. Posso solo tirarmi giù il cappello.

Avevi giocato con lui cinque volte, perdendo un solo set. Avevi mai visto Denis così?
Ovviamente io non sottovaluto mai nessun avversario, in nessun torneo e in nessun turno. Cerco di dare il meglio che posso. Ho rispetto per tutti. Lui che gioca così, voglio dire, è fantastico. Di sicuro ha giocato sopra il suo standard. Devi dargli merito per questo. Gli è riuscito tutto oggi, tutto insieme. È il meritato vincitore.

Nel racconto della tua carriera, avevamo pensato che avessi chiuso la pagina della seconda metà della scorsa stagione dopo Doha, pensi sia ancora così?
Ho cominciato l’anno molto bene. Di nuovo, è una partita di tennis. In qualunque giorno puoi perdere. Nulla è impossibile. Ci sono più di cento giocatori in tabellone. Il livello di gioco sale ogni anno. Tutti diventano più professionali, migliorano sul campo. Cosa potevo fare? Ho dato il massimo fino all’ultima palla, non è bastato.

La scorsa stagione hai parlato dell’importanza di aver vinto il Roland Garros, del fatto di aver perso un po’ di motivazione per quello. Pensi ci possa essere ancora una sorta di sovraccarico mentale per aver raggiunto un obiettivo così importante?
Non lo so. Voglio dire, non è il momento per andare così a fondo su questo. Non ci ho riflettuto per ora. Ho cominciato la nuova stagione, un nuovo anno, come tutti. L’ho dimenticato, ad ogni modo. Non mi tocca ora, se ti riferivi a questo.

Hai lottato in molte situazioni difficili in questi anni, in molte partite. Sei sorpreso di non essere stato in grado di farlo oggi?
Beh, ci credevo e ci speravo, ma non era giornata. È tutto quello che posso dire. Nulla più.

È più una questione fisica o mentale, o un mix di entrambe? Quale sceglieresti?
Non penso fosse fisica. Sembravamo tutti e due in forma. Dopo quattro ore e mezza non sembravamo stanchi. Certo, non è facile per il corpo, ma non credo abbia creato problemi a nessuno dei due. Era una partita di tennis, uno dei due vince. Posso solo dire questo.

Quindi più mentale alla fine?
Trai tu le conclusioni. (sorride)

Cosa hai imparato da questa partita?
Prendo le valigie e vado a casa.

Lezioni?
Ogni giorno si impara una lezione, non solo quando perdi.

Quando hai perso con Sam a Wimbledon, hai detto che è stato uno shock. Questa come la senti?
Certo non è ciò che cercavi, quello che speravi. Ma ci devi convivere. È così.

Ovviamente il torneo è all’inizio, ma non avremo altra occasione di chiedertelo. Al momento qual è il tuo programma stagionale?
Capisco la tua posizione, ma tu devi capire la mia. Davvero non lo so. Ora voglio solo andare a casa, stare con la mia famiglia. Tutto qui.

Stai lentamente accettando questo, più filosoficamente di come avresti fatto un anno fa?
Non capisco la domanda.

La sconfitta fa più male del solito?
Ti rifersici al fatto che sia un secondo turno?

Sì.
Certo, non sono abituato ad uscire dagli Australian Open al secondo turno. Ho sempre giocato bene qui. In dieci anni ho vinto sei volte. Adoro questi campi. Mi sono divertito molto. Certo che mi dispiace. Ma dopotutto devo accettarlo.

Tornando al secondo e al terzo set, quando è girata la partita?
Credo nei primi due game del quarto, lì ho mancato le mie occasioni. Da quel momento lui ha iniziato a giocare meglio ogni punto e ha trovato sempre più fiducia. Da quel momento è stata una lotteria.

Mi aspettavo che manifestassi le tue emozioni, che ti caricassi o qualcosa del genere. Non è successo, c’è un motivo?
No nessuna ragione particolare, cercavo solo di concentrarmi su ogni punto. Tutto lì.

Pensi che nella seconda parte della scorsa stagione gli avversari abbiano iniziato a credere di più di poterti battere in partite come questa?
Sicuro. Voglio dire, guarda, non giocherebbero contro di me o contro nessun altro o in nessun torneo se non pensassero di poter vincere. Scendono in campo e danno il meglio. Oggi Denis era sicuramente sfavorito, ma non ha perso la testa nei momenti clou. Credo che la sua esperienza, anche se non ha giocato molte partite come questa, sia venuta fuori. Era il momento giusto per lui, il giorno giusto. È stato più forte.

Pensi più che un anno fa?
(Non risponde).

Mi congratulo con te per come hai risposto. Sei stato molto gentile.
Grazie mille. (In italiano)

Ti dispiace non aver vinto il settimo titolo qui?
Non ho avuto questa possibilità.

Lo vincerai il prossimo anno?
Vedremo.

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