I protagonisti di Londra: Raonic, il bombardiere

Il 2016 di Milos Raonic è stato a due facce: prima parte buona, la seconda meno. Riuscirà il canadese, guai fisici permettendo, ad essere un vero protagonista a Londra?

Con questa serie di articoli vogliamo presentarvi gli otto qualificati alle ATP World Tour Finals: per ciascun tennista abbiamo scelto un match che secondo noi è rappresentativo del suo 2016

10 Luglio 2016, finale di Wimbledon: in una giornata a tratti bella e soleggiata, come ormai ironicamente capita spesso da un po’ di tempo dopo che è stato costruito il tetto sul campo centrale del torneo londinese, si affrontano il superfavorito idolo di casa Andy Murray e Milos Raonic; nonostante quest’ultimo sia l’underdog di turno, alcuni sperano in una partita almeno combattuta rammentando la semifinale in Australia dove il canadese si è arreso solo per via un problema muscolare. Il nativo di Pogdorica inoltre è stato protagonista fino a quel momento di un ottimo Wimbledon culminato nella vittoria al quinto set in semifinale contro un commovente ma forse menomato Roger Federer nell’ultimo parziale. E infatti il canadese disputa una finale piuttosto buona: non commette molti errori gratuiti, gioca in modo aggressivo da fondocampo e va frequentemente a rete attaccando come abbiamo ammirato negli ultimi anni in una finale sull’erba forse solo con Federer. Ma niente da fare; lo scozzese è in forma come non mai, sbaglia pochissimo e preciso come un cecchino batte in tre set (gli ultimi due al tie-break alzando notevolmente il suo già alto livello) uno sconsolato Raonic.

Ecco, se proprio bisogna scegliere nell’anno un match sintomatico di Milos allora forse si deve rivolgere lo sguardo a quello velocemente analizzato nelle righe precedenti, a costo di essere magari ingiusti nei suoi confronti. La stagione del canadese, specialmente nella prima parte, è stata tutto sommato positiva se non consideriamo la terra rossa che per forza di cose è la superficie meno adatta al suo gioco e se lasciamo perdere alcune sconfitte negli ultimi mesi fortemente influenzate dai guai fisici del resto ancora presenti; in più ha vinto e convinto in non poche partite a cominciare da quelle di Brisbane ad inizio anno dove ha conquistato l’unico titolo di questo suo 2016. Ha ampiamente meritato la sua seconda partecipazione in carriera alle Finals. Ma la finale del major più prestigioso dimostra che Raonic rimane finora un ‘incompiuto’. O perlomeno un tennista molto forte che però sul più bello si ‘squaglia’ senza riuscire a compiere quello step definitivo che gli consentirebbe di essere davvero protagonista. Forse non gli si può chiedere di più: in fondo se guardiamo alle finali perse nei tornei che contano si è trovato di fronte Murray e Djokovic (ad Indian Wells), non proprio gli ultimi arrivati. E gli infortuni a cui abbiamo accennato prima e che lo tartassano praticamente da sempre non facilitano le cose.

Raonic è un battitore formidabile, ha un diritto micidiale se in giornata, non disdegna la rete a differenza dei suoi coetanei che non ci si avvicinano nemmeno per sbaglio, ama il suo lavoro come pochi ma fin qui sembra condannato a fermarsi ad un passo dalla meta, simbolo di una generazione stretta tra l’incudine dei ‘Fab Four’ e il martello di ragazzotti più giovani (Zverev, kyrgios ma anche Thiem e Pouille) ansiosi di prendersi la scena.

Alle imminenti Finals pare arrivarci piuttosto malconcio e il forfait a Bercy prima di scendere in campo nella semifinale non lascia ben sperare. Ma se riesce a recuperare fisicamente di certo può dire la sua; anche per via di un sorteggio abbastanza benevolo sulla carta nonostante i precedenti con due dei tre avversari lo vedano perdente: il canadese è nel girone di Djokovic, il quale non se la sta passando troppo bene ultimamente, dell’imprevedibile Monfils capace di di dare mazzate a chiunque ma anche di lasciarsi andare a momenti di follia e di Dominic Thiem, che sembra arrivato all’ultimo grande appuntamento distrutto dalla fatica per aver giocato innumerevoli competizioni durante la stagione.

Vedremo se a suon di ace e diritti vincenti Raonic riuscirà ad avanzare nel torneo dei ‘Maestri’ e poi a compiere quel ‘salto’ che ancora non è stato in grado di realizzare. E sarebbe anche ora date le aspettative che ha suscitato nel corso degli anni.

Ranking – 4
Slam – Australian Open: semifinale. Roland Garros: ottavi di finale. Wimbledon: finale. Us Open: secondo turno
Titoli – 1 (Brisbane)
Finali – 3 (Indian Wells, Queen’s, Wimbledon)
Partecipazioni Finals – 1 (2014, 0 vittorie)

 

Precedenti con gli altri tennisti del girone:

Raonic-Djokovic 0-7
2016 Madrid, QF, Djokovic 6-3 6-4
2016 Indian Wells, F, Djokovic 6-2 6-0
2015 Australian Open, QF, Djokovic 7-6 6-4 6-2
2014 Parigi-Bercy, F, Djokovic 6-2 6-3
2014 Roland Garros, QF, Djokovic 7-5, 7-6, 6-4
2014 Roma, SF, Djokovic 6-7, 7-6, 6-3
2013 Davis Cup, Djokovic 7-6, 6-2, 6-2

Raonic-Monfils 2-3
2016, Toronto, QF, Hard, Monfisls 6-4 6-4
2016, Indian Wells, QF, Hard, Raonic 7-5 6-3
2016 Australian Open, QF, Hard, Raonic 6-3 3-6 6-3 6-4
2013 Halle, R32, Grass, Monfils 6-4 6-2
2011 Stockholm, SF, Hard, Monfils 6-7(6) 6-4 6-3
2011, San Jose, SF, Hard, Raonic WO

Raonic- Thiem 1-0
2016 Cincinnati, QF, Raonic 6-3, 6-4

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