Raccontando Singapore / Kerber-Cibulkova, sfida da 15 finali nel 2016: sono loro le più costanti della stagione

TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani

Angelique Kerber contro Dominika Cibulkova: si rinnova la sfida che ha aperto la prima giornata di queste WTA Finals, ma questa volta la tedesca e la slovacca si contenderanno il trofeo che nel 2015 fu di Agnieszka Radwanska.

Due percorsi molto diversi per giungere fino all’ultima partita, ma per la continuità di risultati mostrata per gran parte della stagione e soprattutto per essere arrivate a Singapore portando a termine le rispettive annate migliori delle 2 carriere fa di questa sfida una finale degna del nome del torneo. Non ci sono Serena Williams, Maria Sharapova, i nomi più importanti del passato, ma ci sono Kerber e Cibulkova ed essendo il Master di fine anno un evento che premia le migliori 8 della stagione, dati alla mano le 2 hanno numeri importanti da far valere. E’ questa, anzitutto, la finale più nobile della stagione, almeno in termini numerici, perché si affrontano 2 giocatrici che sono prima e seconda come numero di sfide all’ultimo atto giocate: 8 Kerber (primatista, considerando però le Olimpiadi, torneo fuori dal tour), 7 Cibulkova (appena dietro considerando l’evento a 5 cerchi). 

La tedesca, oltre alle 3 finali Slam (Australian Open, Wimbledon e US Open), può vantare anche quella di Brisbane, Stoccarda, Rio de Janeiro e Cincinnati. Ecco il dettaglio dei risultati::

1) Brisbane, Premier: Azarenka b. Kerber 6-3 6-1

2) Australian Open, Slam: Kerber b. Serena Williams 6-4 3-6 6-4

3) Stoccarda, Premier: Kerber b. Siegemund 6-4 6-0

4) Wimbledon, Slam: Serena Williams b. Kerber 7-5 6-3

5) Rio de Janeiro, Olimpiadi*: Puig b. Kerber 6-4 4-6 6-1

6) Cincinnati, Premier 5: Karolina Pliskova b. Kerber 6-3 6-1

7) US Open, Slam: Kerber b. Karolina Pliskova 6-3 4-6 6-4

8) Singapore, WTA Finals: Kerber vs Cibulkova

La slovacca, invece, non aveva mai ottenuto più di 3 finali nel 2014, il suo anno d’oro prima di questa stagione che la proietterà almeno al n.6 del mondo. Ecco nel dettaglio le sue finali giocate nel 2016:

1) Acapulco, International: Stephens b. Cibulkova 6-4 4-6 7-6(6)

2) Katowice, International: Cibulkova b. Giorgi 6-4 6-0

3) Madrid, Premier Mandatory: Halep b. Cibulkova 6-2 6-4

4) Eastborune, Premier: Cibulkova b. Karolina Pliskova 7-5 6-3

5) Wuhan, Premier 5: Kvitova b. Cibulkova 6-1 6-1

6) Linz, International: Cibulkova b. Golubic 6-3 7-5

7) Singapore, WTA Finals: Kerber-Cibulkova

Il bilancio nelle finali vede Kerber con 10 titoli su 24 finali disputate, ma è 6 su 11 da quando è cominciata la sua scalata ai vertici del ranking (aprile 2015). Cibulkova invece ha ottenuto 7 titoli su 17 finali disputate. I più importanti per la tedesca, ovviamente, i 2 Slam vinti in questa stagione in Australia e negli USA, mentre ancora manca l’acuto alla slovacca che finora però non aveva neppure espresso questo livello di gioco e questa capacità di saper soffrire in fase difensiva. Sotto il punto di vista mentale, oltreché atletico e tecnico, pare molto cresciuta: si difende meglio, arriva su più colpi, gestisce meglio i momenti di difficoltà. Non sarà mai, però, come la sua avversaria odierna, ed il perché lo si è visto già nel loro match di domenica scorsa: Cibulkova in fase d’attacco spingeva facendo fare il tergicristallo alla sua avversaria, che pure però riusciva in qualche modo a ripartire ed a riprendere, mano a mano, campo, finché non era in posizione di ribaltare lo scambio e trovare l’avversaria impreparata.

Il punto, semmai, è che Kerber da quella vittoria così sofferta è cresciuta tantissimo. Già dal match contro Madison Keys è parsa in forma super, mentre ieri con Agnieszka Radwanska ha fatto vedere il meglio del suo repertorio che, sottolineamolo ancora, non è più un continuo rincorrere, ma assomiglia di tanto in tanto ad un giocatore di scacchi quando prepara le sue pedine, le dispone lungo la scacchiera, poi punisce quando è sicura di poter andare per ottenere il punto. 

Sarà ancora più difficile per Cibulkova, oggi. Non batte Kerber dal 2013 avendo perso gli ultimi 5 scontri diretti, ma soprattutto per arrivare in finale ha consumato tanto sia contro Simona Halep, quando era costretta a vincere in 2 set e nel secondo, soprattutto la fase finale, è stata ricca di bellissimi momenti di tennis per entrambe, ma anche contro Svetlana Kuznetsova, quando si stava trovando sotto un treno ed è riuscita, in qualche modo, a venirne fuori.

“Sono molto contenta – ha detto ieri Cibulkova della sua vittoria – perché ho vinto una partita molto difficile, contro un’avversaria che stava giocando veramente, veramente bene e non mi ha lasciato mai respirare”. In questa frase c’è parte della nuova Cibulkova, perché se del comportamento feroce ed aggressivo in campo si sapeva già, ora c’è anche l’attitudine mentale al saper stare nella partita anche quando l’avversaria sta giocando a livelli stratosferici come è capitato ieri a Kuznetsova. Poi può succede come a Wuhan, quando Petra Kvitova fu semplicemente ingiocabile e la partita si concluse senza che la slovacca potesse provare ad entrare nel match, oppure può succedere come ieri che possa capitare una (piccola) chance per girare l’incontro, ed eccola qui a contendere l’ultimo titolo della stagione alla n.1 del mondo, lei che non ha mai battuto una n.1 del mondo in carica in una finale. “E’ strano per me pensare di dover affrontare una giocatrice per 2 volte nello stesso torneo, non ero mai capitata in una situazione simile, però è una finale e contro Angie voglio dare tutto quello che mi è rimasto per chiudere al meglio la mia miglior stagione. Lei è fortissima, ho molto rispetto per quanto sta facendo, mi aspetta un’altra partita durissima”.

Nel Round Robin finì 7-6(5) 2-6 6-3 per Kerber, una partita che superò abbondantemente le 2 ore di gioco e vide tanto spettacolo, con 74 vincenti in totale: 40 per Cibulkova (e qui si può immaginare), ma addirittura 34 per Kerber, a dimostrazione ulteriore che in questo momento, o meglio in questo 2016, sta progredendo sempre più verso una dimensione più alta. Un titolo in un Master sarebbe una nuova, preziosissima, testimonianza. Per Dominika, invece, il titolo più importante di una carriera che aveva preso il via 2 anni fa ma che era stata costretta ad un brusco stop causa i dolori al tendine d’achille e che in questo 2016 è pienamente ripartita. Forse, non ci si poteva augurare epilogo migliore.

 

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