Challenge Round. Murray-Lendl, il ritorno: un sequel di successo?

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Ivan Lendl è tornato al fianco di Andy Murray a partire dalla breve stagione sull’erba. La rinnovata partnership consentirà al britannico di tornare ai fasti di un tempo?

«Come se non me ne fossi mai andato». Così ha dichiarato di sentirsi Ivan Lendl dopo essere tornato al fianco di Andy Murray. La premiata coppia giocatore-coach si è ricongiunta al Queen’s Club di Londra per inaugurare la breve stagione sull’erba. Il nuovo esordio è stato positivo, con una seppur faticosa vittoria su Nicolas Mahut, avversario sempre insidioso sui prati, reduce dal terzo titolo conquistato a ‘s-Hertogenbosch.

«Andy e io ci siamo parlati nel corso degli ultimi anni. Ci siamo tenuti in contatto e, come sapete, ci eravamo lasciati in buoni rapporti». Il capitolo uno della partnership si era concluso nel marzo del 2014, dopo due anni densi di successi. Quando Ivan aveva cominciato a seguire Andy, quest’ultimo non aveva mai vinto una prova dello Slam e nemmeno strappato un set nelle tre finali disputate. Seguendo gli illuminati consigli del fuoriclasse di Ostrava, ecco subito il match clou raggiunto a Wimbledon 2012, perso anche questo, ma dopo aver strappato a Roger Federer il parziale d’avvio. Poco dopo, sullo stesso campo e contro il medesimo avversario, la storica medaglia d’oro olimpica, seguita, a fine estate, dal primo centro Major, agli US Open, in cinque set su Novak Djokovic.

Poi, dopo una nuova finale agli Australian Open persa in quattro partite con il serbo, l’apice della collaborazione e della carriera di Andy, con il trofeo dei Championships 2013 alzato al cielo dopo aver rifilato tre set a zero al Djoker. L’ultimo britannico capace di trionfare nello Slam di casa era stato Fred Perry con la tripletta 1934-36, mentre Ivan il Terribile non ce l’aveva fatta nemmeno ai tempi d’oro, giungendo inutilmente a sacrificare alla propria ossessione londinese persino un’intera stagione sul rosso in cui sarebbe stato grande favorito a Parigi (il 1990, a vincere il Roland Garros fu Andres Gomez).

Peccato che, sul più bello, ci si sia messo l’aggravarsi dei problemi alla schiena di Andy, con conseguente intervento e alcuni mesi di lontananza dal circuito. A Miami 2014 l’annuncio della separazione da Lendl (e, più tardi, l’arrivo di Amelie Mauresmo). «Non so dire che cosa sia cambiato da allora», ha ammesso il quattro volte numero uno di fine anno. «A me non dispiace vivere con la valigia in mano, non ho problemi nei viaggi più lunghi, diciamo a Londra o in Australia. Semplicemente detesto quelli di settimana in settimana, in cui passi cinque giorni da qualche parte e poi devi andare di nuovo in aeroporto. Ma non saprei spiegare perché sono passato da un “non proprio” a un “sì”».

L’obiettivo dichiarato è tornare a primeggiare in un torneo importante. Il Djokovic di oggi appare inarrestabile, ma se c’è uno in grado di individuare qualche possibile incrinatura da mettere a nudo nel gioco del serbo, quello è Ivan. Staremo a vedere l’andamento di questo Murray-Lendl numero due. Certo, è raro che i sequel riscuotano lo stesso successo delle pellicole originali, ma anche nel mondo del cinema esistono delle eccezioni. Terminator, per esempio, è universalmente riconosciuto come una di queste, ed è inutile ricordare come a Ivan il ruolo di T-800 calzi a pennello…

 

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