Dominio contro Dominio: quello di Djokovic vale quanto quello di Federer

TENNIS – Novak Djokovic sta dominando il tennis. Così come nel trienno 2004-2006 aveva fatto Federer. Il regno dell’elvetico rimane il più amato. Ma quello del serbo non è inferiore dal punto di vista tennistico.

Fare un confronto tra i vari domini che hanno caratterizzato la storia tennistica è sempre un’operazione arbitraria. Quante volte abbiamo sentito fare i paragoni tra Federer e Laver, ad esempio? Alla fine però vale quello che qualche anno fa disse proprio la leggenda australiana al riguardo: “Smettiamola di fare confronti, ogni epoca ha il suo tennista”. Il buon Rod ha certo ragione: rimane sempre affascinante ma puerile il gioco di paragonare i fuoriclasse delle diverse epoche, specialmente in quest’ultimi mesi. Eh già, perché nell’ultimo anno solare abbiamo visto e stiamo vedendo tuttora dominare un solo giocatore che già adesso si può tranquillamente considerare uno dei più forti di sempre: Novak Djokovic. Il quale entrerebbe nell’elite dei GOAT dovesse impadronirsi anche del prossimo Roland Garros.

Il serbo e lo svizzero sono per ora gli ultimi due dominatori del tennis. Due dominatori, due ‘Mostri’. Nadal, paradossalmente, forse non può essere considerato tale, perché non ha mai avuto una continuità paragonabile ai suoi due avversari storici nell’arco di almeno 12 mesi. Certo, sul rosso è stato imbattibile come nessun’altro in qualsiasi altra superficie ma tolti i due mesi della stagione sulla terra, anche negli anni migliori (2008, 2010 e 2013) non ha mai avuto un tale continuo rendimento come il Djokovic attuale o il Federer 2004-06 (e in parte anche del 2007). Quest’ultimo parte in vantaggio in un’ipotetica classifica, dato che il suo regno ha avuto una durata maggiore rispetto al tennista di Belgrado: però solo per il momento, visto che Nole non sembra volersi fermare qui.

In ogni caso, già adesso, si sta sminuendo tra gli appassionati (e anche in alcuni addetti ai lavori) il dominio di Djokovic rispetto a quello di Federer, con la tesi che all’epoca dello svizzero il tennis era più diversificato e soprattutto con una concorrenza più massiccia. I fans evidentemente hanno la memoria piuttosto corta: perché già nel periodo d’oro di Federer ci si lamentava del fatto che le superfici erano tutte uguali e che l’evoluzione dei materiali (palline e racchette) avevano portato ad un appiattimento del gioco; riguardo al capitolo avversari, chi non amava il fuoriclasse di Basilea (non solo i sostenitori di Nadal) ad ogni benedetta vittoria sottolineava il fatto che Roger era stato fortunato a non giocare nell’epoca degli ‘specialisti’ e di non avere giocatori all’altezza contro cui confrontarsi, a parte Nadal sul rosso. Quei critici sbagliavano: non tanto sulla poca varietà di quel tennis (dove ad esempio il giocatore d’attacco era già un pallido ricordo dei nostalgici) quanto alla levatura degli altri. Non era affatto vero che Safin, Hewitt, Roddick o Nalbandian fossero deboli tennisti: semplicemente Roger era troppo superiore per loro, perché troppo fuoriclasse. Ma così come si cadeva in errore 10 anni fa, si sta cadendo in errore ora: perché affermare che i giocatori sopracitati valgono di più della concorrenza dell’attuale numero uno del mondo è semplicemente un’eresia. Anzi.

Andy Murray, ad esempio, è da anni un protagonista che, oltre ad arrivare sistematicamente nelle fasi finali dei tornei importanti, ha messo in bacheca un paio di slam ( e ha vinto la Coppa Davis praticamente da solo). Stan Wawrinka non è meno ‘Cavallo Pazzo’ di Safin o Nalbandian, capace se in giornata di battere chiunque o almeno di mettere in grossa difficoltà qualsiasi giocatore dall’altra parte della rete, fosse anche il Djokovic sovrumano di oggi (ricordiamo tutti l’ultimo Rolando, vero?) con il quale ha ingaggiato negli ultimi anni una bellissima rivalità segnata da non poche sfide memorabili. E non dimentichiamo lo stesso Federer, il quale sarà anche ‘pensionato’ come qualcuno dice ma che, come e più di Roddick, riesce a portare casa perfino i Master 1000 e raggiunge le finali slam senza troppi problemi sfoggiando un gran tennis (e non citiamo Hewitt, il quale nel  trienno 2004-2006 era un ex numero uno molto meno continuo del rossocrociato attuale): e ci riesce non perché la media è scarsa ma perché appunto l’elvetico è ancora un Signor giocatore nonostante l’età.

Poi c’è Nadal. E qui, in teoria, i sostenitori di Federer hanno un argomento piuttosto valido a sostegno della loro tesi: ma solo in parte. Vero, Djokovic non si sta confrontando con un campione come il maiorchino che già 19enne frantumava ogni record sul rosso; però il Nadal dell’epoca non era ancora un fuoriclasse compiuto come negli anni a venire: pensiamo davvero che quel Nadal avrebbe vinto 81 partite di fila sull’amata superficie e conquistato facilmente il Roland Garros se si fosse trovato di fronte questo Djokovic? Il serbo non ha avuto la ‘sfortuna’ che ebbe 10 anni fa Federer di vedersela contro un tennista più giovane (si ripete, grande, grandissimo giocatore ma non ancora al suo meglio) capace di sconfiggerlo in modo frequente grazie alle caratteristiche tecniche e mentali. Ma d’altro canto quello stesso tennista avrebbe avuto molte più difficoltà con il Djokovic attuale rispetto a quelle che aveva contro Federer. Nole ha sempre creato problemi a Nadal, perfino negli anni d’oro di quest’ultimo; figuriamoci in un ipotetico match contro il maiorchino di allora alla condizione fisica, mentale e tecnica che possiede attualmente. Il Djokovic odierno può essere fermato solo da un fuoriclasse assoluto: e all’epoca lo spagnolo ancora non lo era.

Il dominio di Federer è stato qualcosa di incredibile. Ma quello di Djokovic non è inferiore, né per il valore della concorrenza, né per la difficoltà storica in generale. Il troppo amore per l’eterno svizzero non deve rendere ciechi: si può amare di più il suo stile rispetto a quello del serbo (en passant, chi scrive queste righe si diverte molto, ma molto di più a vedere giocare Roger che Nole) ma questo non può giustificare la mancanza di obiettività. Roger Federer e Novak Djokovic sono tennisti diversi ma ugualmente forti: il primo ha dominato la sua epoca meritatamente, senza se e senza ma. Così come Djokovic sta dominando la sua, con pari merito: sminuire, come stanno facendo molti, la sua classe e il suo dominio con argomentazioni perlomeno discutibili è ingiusto nei suoi confronti e nei confronti di quest’epoca tennistica, che non è la più emozionante o combattuta della storia ma che non è inferiore a quella di 10 -12 anni fa quando spadroneggiava Federer.

 

 

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