Australian Open / Federer: «Giocare contro Hewitt era speciale». Nadal: «Io futuro coach? Mai dire mai»

TENNIS – Dal nostro inviato a Melbourne Diego Barbiani

Sono stati diversi i giocatori che si sono presentati durante la giornata davanti ai microfoni per raccontare le loro sensazioni alla vigilia dell’Australian Open.

Prendiamo ad esempio Roger Federer, che interrogato sull’avversario contro cui esordirà (Nikoloz Basilashvili) ha confessato: «Non lo conosco, sono sincero. So che per poco non ci affrontavamo a Wimbledon, però nulla più. Al momento, comunque, sono più concentrato sul mio gioco». Ma come sta il campione svizzero? «Meglio, la tosse è sparita, il raffredore per un buon 90%». Lleyton Hewitt, in questi giorni, lo ha identificato come l’avversario più forte della sua carriera. Per Federer lui e Roddick sono stati i più grandi rivali della prima parte di carriera («Qualcosa di speciale»), con Hewitt che gli ha dato più da fare perché all’inizio aveva preso un certo vantaggio negli scontri diretti. L’amicizia con l’australiano è qualcosa nata lungo il tempo, con Federer che ricorda divertito un episodio del 1998: «Dovevamo giocare il doppio junior assieme, lui però vinse ad Adelaide e ricevette una wild-card per i tabelloni principali dei grandi, mi scaricò senza ritegno, lo capii bene». A chi gli ha chiesto invece di come giudica i Fab Four, se “esistenti” o meno, ha risposto: «Dipende sempre da che parti lo guardi. Nel 2015 è stato il migliore ma se guardi agli Slam il discorso cade: Stan ha vinto il Roland Garros, e lui non farebbe parte dei cosiddetti ‘Fab Four’». Comincerà lunedì il primo Slam con Ivan Ljubicic in panchina, «Ci siamo sempre trovati bene io ed Ivan quando giocavamo anche se lui è l’unico ad avermi battuto a Basilea ed a Gstaad. Era anche parte del consiglio dei giocatori dell’ATP e quando io entrai mi affidai tantissimo alla sua intelligenza. Lavorammo tanto insieme ed ebbi modo di conoscerlo in altre fasi, fu un bel processo». Infine un commento sull’antidoping che in Australia ha fatto scandalo nel football: «Bisogna fare di tutto perché lo sport sia pulito. Io penso che il tennis abbia un’immagine migliore da questo punto di vista e per mantenere questa immagine secondo me bisogna fare ancora di più. So che ci vorrebbero più soldi, più persone per andare a controllare tutti i giocatori in giro per il mondo… Però penso stiamo facendo bene».

Stan Wawrinka è della stessa opinione: «Sono contento che il tennis abbia intensificato i controlli antidoping». Lo svizzero ha poi espresso la propria emozione nel tornare dove ha vinto il primo Slam: «E’ fantastico, questo è da sempre il mio torneo preferito e cominciare l’anno in Australia è speciale». Un po’ il discorso che aveva fatto ieri al sorteggio Serena Williams, che però questa mattina ha mostrato molta insofferenza durante l’allenamento: «Ero solo stanca. Ho fatto molto lavoro negli ultimi giorni». Se non altro, la statunitense dice di non avere più infiammazione al ginocchio, eppure si è mostrata un po’ stizzita quando le hanno chiesto del primo turno: «Ti prego di non farmi domande su chi affronto, non mi importa contro chi gioco, non ci guardo mai». E continua a mostrare un po’ di insofferenza: «Non ho nulla da provare a nessuno, gioco per me stessa. Posso solo riprovare a fare quanto accaduto lo scorso anno». A proposito del ritorno di Azarenka, la n.1 del mondo ha detto: «Sono contenta per lei, è un’ottima giocatrice con una grande personalità. E’ bello vedere come stia venendo fuori da un momento molto delicato». Poi, a proposito delle Olimpiadi conferma: «Giocherò il doppio con mia sorella». Ed il misto? «Mi piacerebbe. sì. Magari con John Isner. Devo vedere perché ci saranno parecchi match in quella settimana, nel caso».

A proposito delle Olimpiadi, riferito però alla programmazione, Maria Sharapova ammette: «Sono un disastro, è ancora tutto per aria da dopo l’Australian Open. Voglio prendermi tutte le attenzioni del caso perché lo scorso anno per me non fu affatto facile». Considerando poi il ritiro di Brisbane, la russa ha ammesso di essersi preparata al meglio durante la off-season, ma un paio di giorni prima dell’inizio ha cominciato ad avvertire un problema fisico che non la rendeva più sicura di poter giocare, con il rischio poi di aggravare la situazione in vista dello Slam e la conseguente scelta di ritirarsi.

Un’altra che si è ritirata subito a Brisbane è stata Garbine Muguruza, che oggi ha ammesso: «Sento ancora dolore, ogni tanto, e per me è difficile farci l’abitudine. Per fortuna adesso è poco, non dovrei avere problemi per il torneo». Da ottobre sta lavorando con Sam Sumyk con cui ammette di essersi trovata subito molto bene, crescendo e vincendo tanto. Interrogata sulle Olimpiadi, ha confermato che giocherà il doppio con Suarez Navarro mentre per il misto avrebbe un sogno: «Giocare con Nadal, ma non è una scelta che spetta a me…».

Proprio quest ultimo, invece, ha detto la sua sulla velocità dei campi («Quelli fuori sono molto veloci, più di quelli sulla Rod Laver Arena, Margaret Court Arena ed Hisense Arena») per passare poi ad un commento sulla sua accademia: «Come accademia non ho l’obiettivo di crescere il nuovo Djokovic, il nuovo Federer, il nuovo Nadal o il nuovo Murray. Quelli sono talenti naturali. Io voglio alle spalle il miglior team possibile per garantire crescita agli allievi. E’ molto importante anche l’educazione, ed è per questo che ho fatto costruire una scuola internazionale. Alla fine sono pochi quelli che diventano professionisti, gli altri potranno andare all’università ed alla nostra scuola i ragazzi potranno poi trovare collegamenti con le migliori università». Ma potrà esserci un futuro da allenatore per lui in questa accademia? «Mai dire mai, è un progetto che mi prende tantissimo. Sicuro però che avrò un po’ quella figura, di chi palleggia coi propri allievi, non so però se mi metterò anche a viaggiare con loro».

Infine, gli australiani. Nick Kyrgios si è detta molto contento di poter cominciare un nuovo Slam in casa, e promette che andrà a vedere Lleyton Hewitt ogni volta che potrà. Daria Gavrilova invece è particolarmente emozionata per il primo Slam da australiana a tutti gli effetti (il passaporto è arrivato solo un mese fa) e dice della connazionale Stosur: «Per me lei è una leggenda. Ho enorme rispetto per lei, tanto che le prime volte che la vedevo non riuscivo quasi a parlare dalla timidezza. Ora posso anche chiamarla “amica”, abbiamo speso tanto tempo insieme ad allenarci». Proprio Stosur risponde: «Daria è davvero competitiva, ha uno spirito indomito ed è migliorata tantissimo, ma non la vedo come una rivale per il n.1 australiano, io penso solo a me stessa».

 

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