US Open: Bolelli, che beffa! Seppi cede netto a Kyrgios

TENNIS – US OPEN – Di GIANLUCA ATLANTE – Fuori i due azzurri, in modo diverso: Seppi è stato nettamente battuto da Kyrgios 46 67 46, Bolelli, avanti di due set, ha subito una controversa questione arbitrale e si è perso, rimontato da Robredo: 57 67 64 63 62. Un peccato per i nostri, che potevano scontrarsi al terzo turno.

E’ stato bello, anzi bellissimo, ma è durato due set. Poi, più nulla. Simone Bolelli ci ha provato a dare scacco matto a chi, soltanto un anno fa, da queste parti mandava a casa Sua Maestà Roger Federer; ma sul campo numero 17, dopo il 75 76 iniziale, si è assistito alla lenta e inesorabile agonia del tennista azzurra. Proteso, oggi a maggior ragione, verso la più completa riabilitazione tennistica, ma ancora lontano dall’esserlo (recuperato, intendiamo), in maniera definitiva.

Peccato, perchè per 106 minuti, l’uomo dei Challenger, con le suole piene di terra battuta, aveva messo sull’attenti il numero 16 del seeding di questo Open degli Stati Uniti di stanza a Flushing Meadows. Poi, nei restanti 111 la differenza l’ha fatta, in casa Robredo, soprattutto la freschezza mentale e la voglia, tanto per cambiare, di voler a tutti i costi rimettere in piedi un match che, sul 2-0 per l’azzurro, sembrava compromesso.

Ha vinto Robredo, insomma, portando a casa un match durato per il “Bole” tricolore soltanto due set: 57 67 64 63 62 il punteggio finale e addio sogni di gloria per l’azzurro, specie dopo quell’episodio nel decimo game del secondo set: parità, Bolelli sente chiaramente una chiamata “out” ma proviene dal pubblico, crede sia il giudice di linea, l’arbitro Pascal Maria chiede di rigiocare il punto, Robredo protesta (la regola dice che non puoi considerare palla disturbata una chiamata dal pubblico) e interviene il supervisor che dà il punto allo spagnolo. Simone si infuria e perde completamente il filo del discorso.

Da Bolelli a Seppi, il tempo di scalare dodici campi: dal 17 al 5. In questo caso, però, non sono serviti cinque set, né tantomeno cullare sogni di gloria iniziali come nel caso del bolognese. Il tennista altoatesino ha lasciato mestamente in tre set questa ultima prova dello Slam. Il tutto al cospetto dell’eroe di Wimbledon, l’uomo che più di altri ha aperto nuove crepe nella storia tennistica dell’eroe di Manacor, alias Rafael Nadal. Parliamo di Kyrgios, australiano dal futuro assicurato, che in un’ora e cinquantasei minuti ha soffocato, oseremo dire sul nascere, le speranze del nostro numero due. Sapevamo di un match chiuso, alla viglia.

E, forse, non c’eravamo illusi nemmeno più di tanto, ma la partita del buon Seppi, perso il primo set con il punteggio di 64, è franata nel secondo, quando al tie break, il “canguro”, ha lasciato due punti al nostro malcapitato, aprendosi definitivamente le porte del terzo turno. E così, quando da noi in Italia era ormai notte fonda, la pattuglia azzurra, al maschile, si è assottigliata a due. Con i soli Fognini e Lorenzi a reggere il tricolore in quel del Queens. Donne a parte, ovviamente.

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