Roland Garros: Andrea Petkovic, la penna è più potente della racchetta

TENNIS – ROLAND GARROS – DA PARIGI, LA NOSTRA INVIATA VALENTINA CLEMENTE – Brillante e realista, un’intelligenza che non si ferma al rettangolo di gioco, Andrea Petkovic non è una giocatrice come le altre e (per fortuna) non lo sarà mai: detto addio ai suoi famosi balletti, ora si contraddistingue per la lettura di Goethe, Nietzsche, Wallace e gli studi filosofici.

Il ritorno nei quarti di finale del Roland Garros, suo Slam preferito, non è che una tappa di un cammino ancora lungo: in una carriera che le ha regalato di sicuro soddisfazioni, ma che l’ha messa di fronte anche a non poche difficoltà, la tennista tedesca sta ricostruendo una storia d’amore che sembrava doversi interrompere.

“Non sono ancora al livello che voglio – ha spiegato Andrea – non ho ancora ritrovato la solidità a cui ero abituata prima del mio infortunio. Ci sono ancora tante cose che devo imparare e ritmi da ritrovare: dopo i problemi che ho vissuto, ho dei vuoti, ma so che fanno parte di questo viaggio di ritorno, sono ancora lontana dal meglio e soprattutto dalla parola fine.”

La motivazione è il declick che fa la differenza, ma anche negli amori più intensi ci sono giornate in cui la distanza sembra più forte di qualsiasi altro sentimento e la voglia di mollare può prendere il sopravvento: “Sono felice e non era così un anno fa, quando persi al secondo turno delle qualificazioni. Mi mettevo troppa pressione per tornare al mio livello abituale, sbagliando totalmente approccio. Non mi divertivo più, era diventata una forzatura perché non ero più una top 10: la mia mobilità, il mio servizio, i miei colpi erano pessimi. Odiavo tutto ed è per questo che ho pensato al ritiro.”

Una vittoria, quella al torneo ITF di Marsiglia dopo il Roland Garros, e l’adrenalina hanno saputo riportare il giusto circolo nelle vene, ma le difficoltà hanno forgiato una Petkovic più matura in campo, che ha abbandonato quelle danze che spopolano ancora su Youtube: “Non ballo più – ha spiegato Andrea –  è qualcosa che non mi rappresenta oramai, nessuno mi ha forzato a farlo, ma il divertimento che c’era all’inizio, spontaneo, è venuto meno con il tempo. Dopo è diventato quasi un obbligo verso la gente che se lo aspettava. Avevo 20 anni all’epoca, era diverso, ora mi dirigo verso i 30 e non posso permettermelo più (ride).”

Oltre a leggere Goethe (il miglior scrittore tedesco secondo lei), avere una passione per David Foster Wallace e apprezzare il lato ‘dark’ di Nietzsche (senza pero’ condividerne le idee, ha precisato subito Andrea), la Petkovic fa attualmente studi filosofici, dopo esser passata per quelli di scienze politiche e in un futuro, molto lontano, potrebbe lasciarci anche qualche opera scritta.

“E’ vero che studio molto, ma non ho pazienza per insegnare e non mi vedo intraprendere una carriera simile una volta finito con il tennis. Per il momento non lo so davvero cosa farò dopo, perché in testa ho solo il tennis. Ho tentato la carriera giornalistica quando ho avuto dubbi sul mio futuro, senza pero’ riuscirci veramente.”

Chissà se Andrea passerà mai dalla racchetta alla penna, ma di sicuro con la sua energia e le sue storie infinite un buon libro non sarebbe male: “Una volta mi trovai a dormire in un ostello in Inghilterra, perché gli hotel erano troppo cari, mi ritrovai accanto 25 ragazzi che festeggiavano (non so cosa) e alla fine non riuscii a chiudere occhio. Il giorno dopo giocavo alle 10, ovviamente persi e questa è solo una delle tante che ne avrei da raccontare (ride).”

Noi aspettiamo ovviamente il seguito.

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