Roland Garros: Tomljanovic, quando la classe (1993) non è acqua

TENNIS – Di Diego Barbiani

PARIGI. Ajla Tomljanovic crea l’ennesimo scossone di questo Roland Garros eliminando Agnieszka Radwanska, terza favorita del seeding. 6-4 6-4 il punteggio finale al termine di una partita pressoché perfetta.

Per la prima volta in carriera è negli ottavi di finale di uno Slam ed affronterà domenica la vincitrice della sfida tra Taylor Townsend e Carla Suarez Navarro.

Lei, così come Kristina Mladenovic e Garbine Muguruza, appartiene all’annata 1993 ed in comune, adesso, hanno anche il merito di aver eliminato le prime tre favorite del Roland Garros 2014: Serena Williams, Na Li e Agnieszka Radwanska. Tutte cadute sotto i colpi e la vivacità delle nuove leve del tennis femminile. Tutte ragazze alte, con svariati punti di forza a loro favore.

E’ da tempo che nel circuito si parla molto bene di lei. Soprattutto viene sottolineata la sua dedizione al lavoro, testimoniata dalla grande crescita che in un anno dopo la guarigione dalla mononucleosi la portò dalla posizione 453 alla n.77. Suo padre Ratko è una persona rara, che Alja non smette mai di sottolineare quanto sia importante averlo a suo fianco perché «mi segue sempre, fa un gran tifo, ma lascia sempre a me ed al mio coach pieno potere nelle decisioni». A proposito di coach, da Gennaio è seguita da David Taylor, colui che ha reso grande Samantha Stosur e che da subito ha visto grandi potenzialità nella sua nuova allieva: «Di lei mi stupiscono il servizio ed un gran rovescio». Ha tantissima stima per Chriss Evert, che non smette di definire come sua “seconda mamma” per la grande disponibilità che l’ex giocatrice statunitense le ha concesso nella sua accademia.

Oggi Ajla ha saputo trarre il massimo dal servizio e da un gioco che la mantiene costantemente nei pressi della riga di fondo. Senza la minima remora ha poi subito attuato una tattica molto aggressiva in risposta e, a causa di una Radwanska non molto in partita, ha preso un vantaggio importante. Il servizio di Tomljanovic faceva la differenza. Dall’alto del suo metro ed ottanta lasciava partire traiettorie alle volte piatte, alle volte con più effetto; variava molto la direzione, contribuendo a non dare fiducia nell’avversaria che, sotto 1-5, non aveva ancora dato segnali di vita.

A quel punto le è salita un po’ di paura. Ha cominciato a pensare troppo ed a troppe cose, subendo un brusco passaggio a vuoto che ha riportato sotto la polacca fino al 4-5. Per sua fortuna, nel momento più importante, è tornata la concentrazione ed ha potuto chiudere il parziale in suo favore.

Non accennava a placarsi la tempesta per Radwanska, che veniva nuovamente brekkata ad inizio del set. Tomljanovic, sempre molto concentrata, continuava imperterrita a macinare punti. Per la polacca le tre occasioni mancate sul 3-4 hanno avuto il significato dell’ultimo treno disponibile per rimanere nel torneo. Sciupate, sul 5-4 la croata ha scritto la parola fine alla partita più bella della sua carriera, regalandosi un posto negli ottavi di finale.

 

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