Wta Stoccarda – L'Errani pensiero: «Vi ho abituato troppo bene!»

TENNIS – Dalla nostra inviata a Stoccarda Angelica Fratini

Sara Errani, gli occhi più blu della Wta, ha fatto il suo debutto al Porsche Tennis Gran Prix di Stoccarda, match vinto in due set contro Kukalova (lo abbiamo raccontato qui). Ma dopo il match, gentile come sempre, ha accettato di parlare di come ha vissuto questo inizio di stagione. Sara non ci sta a farsi dire che forse è stato un po’ deludente. In modo cortese, ma fermo e sincero racconta la sua versione e noi siamo ben lieti di lasciarle …il campo.

«Vi ho abituato troppo bene! So benissimo che gli ultimi due anni ho avuto dei risultati pazzeschi, ma questo anno fino ad adesso io sono contenta di quello che ho fatto. Ci ho sempre messo il 110% del impegno. Gli altri anni ho vinto partite anche quando non stavo bene, non avevo le sensazioni giuste. Mentre quest’anno ho sempre dato il massimo».

Sentirsi dire in continuazione «Stai facendo male, ma cosa ti sta succedendo?» Non la aiuta di certo. «Tu stai bene, ti senti bene ma sentirti dire così poi alla fine ti influenza. E dopo un po’ ti da anche fastidio. Anche i tanti articoli su di me, su quando uscirà dalla top ten…non fanno piacere. Soprattutto perché quando magari fai un quarto di finale, sembra che non hai fatto niente, perché dovevo fare di più». Le parole sono amare, ma Errani lo dice con un leggero sorriso e voce tranquilla di chi si conosce. «A volte mi piacerebbe che mi apprezzassero un po’di più per quello che sono. Magari anche quando non gioco al meglio, ma io ci provo sempre. Quello è il mio obiettivo. Mi chiedono quale classifica voglio raggiungere, ma per me non è mai stato un numero da raggiungere. Per me è entrare in campo e dare il massimo. Poi, ovvio, ci sono tanti fattori che incidono, sono tante le giocatrici che giocano bene».

Sara Errani è una che non ha paura di affrontare le critiche. Mentre il marito della Li Na ha raccontato che fa da filtro su quello che fa leggere alla moglie (per proteggerla dalle critiche a volte velenose della stampa cinese), l’italiana invece non vuole nessuna protezione. «Vado su internet, leggo e mi interesso di quello che dicono di me». E forse per questo ci tiene e mettere i’ puntini sulle i’, a dare una fotografia a tutto tondo anche di quelle che sono le ‘ingiustizie’di una calendario che va sempre più verso una omologazione delle superfici. «Io posso giocare meno tornei, quando non ero top 10 potevo giocarne di più. (ndr. il regolamento Wta ha vincoli sul numero di tornei a cui top-10 può iscriversi) E poi sulla terra ce ne sono sempre di meno. Alla fine del anno, sulla mia superficie favorita ne gioco tre: Madrid, Roma e Parigi. Le altre almeno dieci e sono tutte superfici veloci».

Le critiche che riceve come incidono sul suo umore? «C’è modo e modo di dire le cose. Quelli che mi sono vicini si preoccupano per me, altri che mi dicono sei un disastro». Sara sorride «Ma io sono più felice del solito. Apprezzo di più tante altre cose. E mi sento bene fuori dal campo. Sono cresciuta e maturata. Due anni di esperienza si fanno sentire. Adesso cerco di vivere più serenamente, di giocare a tennis e non stressarmi. Poi va come va. Se finisco l’anno al numero 30, 40 o 50 allora pazienza. Ma io so che ho fatto del mio meglio».

Gli occhi più blu della Wta è una persona con le idee chiare «Sono una ragazza fortunatissima, ho tutto di quello di cui ho bisogno, gioco a tennis ed è quello che amo. Cosa devo chiedere di più? Si tratta comunque di tennis, si tratta comunque di sport».
 E poi sempre con un sorriso, quasi a chiudere con una sola frase la sua filosofia di vita, «Mi fa sentire bene aver dato del mio meglio».

 

 

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