Quiet Please! Federer: la racchetta, l'allenamento, l'allenatore, la Davis

Di ROSSANA CAPOBIANCO – Pronto a tornare in campo, lo svizzero parla della stagione che verrà, di quella che è stata, del bisogno di tornare al suo tennis e di una racchetta alla quale non ha ancora rinunciato. Davis? Coach? Non ha ancora deciso, ma avverrà molto presto. Intanto si allena e non vuole giocare esibizioni.

 

Si è concesso dieci giorni alle Maldive: questo il riposo di Federer al termine di una stagione difficile, complicata e deludente per lui. Non cambia più luogo di vacanza, ormai, da quando le gemelline sono nate. Un lussuoso resort alle Maldive con tutti i comfort e il necessario per godersi un po’ di pace al caldo. Anche durante queste vacanze Federer è tornato a impugnare una racchetta e a correre, per non perdere il vizio.
Ormai però è già a Dubai, dove si svolge la sua preparazione ormai da tanti anni. In un’intervista diffusa dal sito della Credit Suisse , Roger parla proprio di questo periodo:

«E’ già tutto pronto: mi concentrerò esclusivamente sulla mia preparazione, niente esibizioni, niente di niente. Mi ci vorrà fino ad Aprile, io credo, per rimettermi in pari con la mia preparazione, per completare l’intero ciclo. Per una volta inizierò a Brisbane, prima degli Australian Open. Sì, proverò ancora una racchetta più grande, anche perché i test che ho fatto in estate sono stati per lo più inutili visti i miei problemi alla schiena».

«I risultati di fine stagione sono certo stati molto più positivi, ho vinto due volte con Del Potro, battuto Gasquet, Dimitrov… mi sarebbe piaciuto vincere un torneo ma forse sarebbe stato troppo chiedere questo dopo un anno del genere. Però sono riuscito a concentrarmi di nuovo esclusivamente sul tennis e sulla preparazione, gli allenamenti senza che il mio corpo mi desse altri problemi. Nei mesi precedenti era stato molto diverso. E’ stato un grande passo avanti, e mi fa volere di più, naturalmente. E’ anche tornata la fiducia in me stesso, e soprattutto mi sto divertendo di nuovo. Mi piacerebbe vincere cinque tornei la prossima stagione, essere parte di grandi finali, è questo per il tennis, così mi diverto. Il ranking? Non mi interessa onestamente. Certo tornare nei top 4 vorrebbe dire avere tabelloni migliori».

«Wawrinka è un grande giocatore, l’ho sempre saputo e sono molto felice per lui che adesso le cose vadano così bene e che sia nei top ten, che abbiamo potuto disputare entrambi le ATP Finals. Per la Davis non ho ancora deciso, ma lo farò molto presto. So che Djokovic ha detto che sono ancora forte ma un po’ più lento: ha ragione, ha pienamente ragione. Ma sarebbe stato strano che non fosse così dopo un anno in cui praticamente non sono mai riuscito ad allenarmi come avrei voluto. Sempre preoccupato di dolori alla schiena presenti o che sarebbero potuti arrivare, sempre concentrato sullo stare dietro, ho perso la mia solita aggressività. E tutto questo adesso deve assolutamente sparire».

«Con Paul Annacone è stata una separazione consensuale, nel blocco di preparazione prima di Shanghai entrambi parlando abbiamo sentito che era giunto il momento. o un altro coach, l’ho sempre avuto ed è Severin Luthi, che mi aiuta da tantissimo tempo, ma non so se lui potrà seguirmi sempre per tutta la stagione, dunque dovremo parlare. Non so neanche se sia giusto o opportuno aggiungere qualcuno, sono molto felice e soddisfatto del mio team; ma se fosse d’aiuto perché no?».


Molto chiaro Federer, finalmente. Molto dettagliato sui problemi di una stagione difficile e di un futuro che vede migliore ma con i giusti tempi: professionista ormai da un po’ di tempo sa benissimo che occorre il tempo necessario per mettersi in pari con i suoi più giovani colleghi. E non disdegna nemmeno altri esperimenti.
A unirsi a questo coro d’ottimismo i suoi genitori, che hanno rilasciato un’intervista a René Stauffer, biografo ufficiale dello svizzero, si dicono sicuri che il loro figliolo fenomeno darà molto al tennis nell’anno a venire, una volta che i problemi alla schiena sono stati superati. Raccontando che la passione di Roger per il tennis è instancabile e immortale.

 

Dalla stessa categoria