L'occasione fa il tennista 'ladro'

di LORENZA PAOLUCCI – I tornei dello Slam hanno sempre vincitori annunciati ma a volte è capitato che sia stato un outsider a portare a casa il titolo, bravo nell’approfittare di un tabellone favorevole.

La bellezza dello sport sta nella sua imprevedilbiltà, nessun risultato è mai scontato,  le partite (si dice) si vincono sul campo, non sulla carta e non è detto che sia sempre il favorito a portare a casa la vittoria.  Nel tennis i risultati che più sorprendono e restano stampati nella storia e nella memoria del tifoso sono sicuramente quelli legati ai tornei dello Slam. 

In questo 2013 la vittoria più sorprendente la si è avuta  sui campi di WImbledon dove a laurearsi campionessa è stata Marion Bartoli, tennista per molti indigesta, personaggio scomodo non della massima simpatia ma che sull’erba ha sempre saputo esprimere il meglio di se. Nessuno alla vigilia avrebbe scommesso nemmeno lontanamente sulla vittoria della francese che veniva da un periodo di scarsa forma, come dimostrava l’evidente sovrappeso. Invece la transalpina è stata brava a sfruttare un tabellone insolitamente tranquillo, con Sharapova e Kvitova estromesse prematuramente, Azarenka infortunata e “Serenona”, da incrociare solo in finale, espugnata soprendentemente agli ottavi. La Bartoli ha saputo vincere le sue partite da favorita, compresa la finalissima contro la tedesca Sabine Lisicki, giustiziera di Willams e Radwaska ma incapace di giocare il suo migliore tennis quando è lei ad avere tutto da perdere. La Bartoli dopo il colpaccio londinese ha saggiamente pensato di dire addio al tennis giocato, a soli 29 anni.

Identica situazione accadde alla nostra Francesca Schiavone quando trionfò a Parigi nel 2010. In campo femminile non c’è una dominatrice del rosso, come nel maschile con Nadal, e la “Schiavo” qualche anno fa sulla terra era sicuramente una delle migliori. Francesca si infilò a meraviglia in un sorteggio favorevole, con le sorelle Williams dall’altra parte del tabellone regolate entrambe dalla sua avversaria in finale, l’australiana Samantha Stosur. La tennista azzurra approfittò in semifinale del ritiro della Dementiva e portò a casa il primo slam “rosa” italiano dominando, nella testa prima che nel gioco, la Stosur anche lei alla sua prima finale Slam ma dai nervi terribilmente più fragili.

Lo stesso opportunismo mostrato da Bartoli e Schiavone, è mancato in passato a gente come Dementiva e Safina, ed anche a Jankovic e Wozniacki in grado di diventare n.1 del mondo ma mai (le prime), o non ancora (le seconde), capaci di vincere un titolo Slam. 

In campo maschile il dominio dei fab four ha un po’ monopolizzato lo scenario degli ultimi anni ma comunque non sono mancate le sorprese. L’ultima porta il nome di Juan Martin Del Potro che nel suo 2009 d’oro battè a New York in successione Rafa Nadal e Roger Federer, lui che contro i fuoriclasse ha sempre avuto il braccio caldo. L’argentino sembra aver ritrovato la forma di un tempo e l’impressione è che possa ancora mettere il bastone tra le ruote ad i soliti noti.

Se si va un po’ più indietro negli anni troviamo anche i due Slam vinti da Marat Safin, Us open ed Australian open, qui però si parla di un giocatore che se avesse avuto più testa forse avrebbe anche vinto qualcosa di più. Potremmo anche ricordare il Roland Garros di Carlos Moya nel 1998, lo spagnolo è stato uno specialista assoluto della terra rossa.

Ci sono poi i casi in cui la ghiotta occasione viene sfruttata dall’outsider di turno fin quando il tabellone lo permette e che non porta alla conquista del Major ma comunque a piazzamenti di prestigio che scombussolano i pronostici della vigilia. Pensiamo a Soderling che al Roland Garros del 2009 eliminò Nadal e perse in finale da Federer, oppure a Janowicz in semifinale a Wimbledon quest’anno. Nel femminile le sorprese sono sempre più numerose, primi fra tutti ci sono gli exploit di Sara Errani (finale e semifinale negli ultimi due anni a Parigi) e di Flavia Pennetta (semifinale agli scorsi Us open).  Ma anche la sopresa Kerber sempre a New York nel 2011 e  Pironkova a Wimbledon nel 2010, entrambe arrivate in semifinale senza nemmeno il titolo di testa di serie.

I risultati a sorpresa non sempre sono ben accetti da tutti gli appassionati ma rendono sicuramente memorabili match e tornei, d’altronde cosa resterebbe dello sport se non ci fossero i colpi di scena?

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