Mondo Challenger: febbraio nel segno di Bublik ma la sorpresa è italiana

Tutto quello che è accaduto nel circuito Challenger nel mese di febbraio

Il mese di febbraio ha visto la disputa di 11 tornei Challenger che porta il totale dall’inizio dell’anno a 25 rispetto ai 22 dello scorso anno.

I tornei disputati negli Usa sono passati da 4 a 6, mentre la Francia ha aggiunto il torneo di Pau ai tre che c’erano anche lo scorso anno (Rennes, Quimper e Cherbourg).

Il kazako Bublik (classe ’97) ha realizzato una doppietta vincendo a Budapest, superando in finale l’italiano Marcora, e a Pau battendo nell’ultimo atto lo slovacco Gombos alla dodicesima finale Challenger (bilancio di 5 vittorie e 7 sconfitte). Il tennista kazako, che nel circuito maggiore non è riuscito fin qui ad ottenere risultati degni di nota, si conferma viceversa cecchino implacabile nella categoria minore dove vanta, a questo punto, un bilancio di 5 vittorie in altrettante finali disputate.

In India, a Chennai, il francese Corentin Moutet ha conquistato la terza vittoria in carriera nel circuito Challenger in quattro finali disputate. L’ultimo teenager (under 20) a vincere tre Challenger fu il kazako Korolev tra il 2005 e il 2007, po costretto al ritiro nel 2014 per motivi di salute. In carriera disputò una finale a Delray Beach nel 2009 e ottenne il suo best ranking nel 2010 al numero 46.

Anche a febbraio abbiamo avuto 4 tennisti alla loro prima vittoria in un Challenger, dopo i sei di gennaio. Sono stati tutti favoriti un po’ dall’aria di casa o quasi, in quanto l’americano Kruguer si è imposto a Dallas, l’argentino Descotte ha sbancato Morelos in Messico, il coreano Kwon ha vinto a Yokohama in Giappone, ma soprattutto Jannik Sinner, altoatesino di 17 anni, contro ogni possibile pronostico, da numero 546 del ranking ha sbalordito il pubblico di Bergamo e non solo, vincendo sei match contro avversari tutti meglio classificati, tra cui gli azzurri Caruso, Quinzi e in finale Marcora.

Quest’ultimo bissa la finale disputata due settimane prima a Budapest ma ha il rammarico di essere arrivato finora tre volte al match decisivo senza riuscire mai a spuntarla (la prima finale risale al 2015 a Guangzhou). Il tennista di Busto Arsizio, che compirà 30 anni il prossimo agosto, sta con ammirevole caparbietà risalendo la classifica con l’obiettivo più immediato di ritoccare il suo best ranking al n.178 che è datato 20 aprile 2015. Oggi Marcora occupa la 212sima posizione (era 554 un anno fa) e fino a maggio non ha punti in scadenza, per cui l’obiettivo è a portata di mano.

Il bilancio complessivo degli azzurri dopo i primi due mesi è di due vittorie e quattro finali, migliore di quello dello scorso anno che contava 2 vittorie (Seppi a Canberra e Berrettini a Bergamo) e 2 finali (Napolitano a Bergamo e Bolelli a Punta d’Este). Di seguito il dettaglio dei tornei Challenger disputati fin qui dall’inizio dell’anno:

Altri numeri:

3 – I tennisti della Next Gen che hanno vinto un torneo a febbraio: i francesi Moutet (classe ’99) vittorioso a Chennai e Humbert (classe ’98) impostosi nel torneo di casa a Cherbourg, e come già detto l’italiano Sinner a Bergamo.

5 – Le vittorie di tennisti americani dall’inizio dell’anno, ottenute tutte in patria: alle vittorie di gennaio di Giron a Orlando, Wolf a Columbus, Fritz a Newport e Cressy a Cleveland, si è aggiunto a febbraio il successo di Krueger a Dallas.

27 – Il ranking di Edmund, vincitore a Indian Wells: al momento è il più “nobile “ tra i vincitori di quest’anno in base alla classifica del momento.

31 – Le finali Challenger disputate dall’israeliano Sela, di cui 22 vinte. Meglio di lui solo il cinese di Taipei Hsun Lu che ha conquistato 29 Challenger in 46 finali.

612 – Il ranking dell’argentino Matias Franco Descotte, vincitore a Morelos. Trattasi del vincitore con la più bassa classifica in questo inizio di stagione.

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