Fed Cup, caos in Ucraina: scontro tra federazione e giocatrici, coinvolta anche Svitolina

Svitolina e Yastremska avrebbero chiesto troppi soldi. La risposta dell'agente: "La federazione è piena di incapaci, i soldi non c'entrano. Elina aveva deciso di giocare un anno fa, ma ora è infortunata". Per Dayana, reintegrata, c'è un retroscena post-Australian Open con la mamma coinvolta in un grave incidente.

Elina Svitolina ha sempre colto le occasioni per elogiare le proprie connazionali. Un senso di appartenenza alle vicende sportive del proprio paese che non è mai svanito. A Indian Wells un anno fa durante una nostra intervista in esclusiva ci fermò e cominciò lei a fare domande quando noi le avevamo riferito che Marta Kostyuk avrebbe giocato una finale ITF in Cina quel giorno. Voleva sapere come stava, come era andata la settimana, dove poteva vederla.

Come atleta in top-10 in uno sport che si basa sul singolo, però, Elina ha anche delle priorità personali che si scontrano alle volte con gli impegni di una competizione, la Fed Cup, che alle volte è sottoposta a programmazioni folli. In questo caso, la nazionale ucraina deve giocare la prossima settimana in Polonia, nel Group 1 (la terza serie) in un format che prevede le 15 nazionali suddivise in 4 gironi: 2 a Bath, in Gran Bretagna, e altrettanti a Zielona Gora, in Polonia. Le vincenti si affronteranno in una sfida che mette in palio la promozione agli spareggi per il World Group 2 di aprile. Per Svitolina, di rientro da una non brillante trasferta australiana e con un collo dolorante fin dal terzo turno di un Australian Open conclusosi ai quarti di finale, non c’era tempo per recuperare. Sia lei che Dayana Yastremska, la diciottenne che si sta mettendo piuttosto in luce negli ultimi mesi ed è già in top-50, sono però finite in un vortice di accuse e polemiche in un caos che di colpo rimette a nudo, con tutti i suoi difetti, una federazione che forse sta cercando di fare la voce grossa ora che sta cominciando ad avvertire di dover gestire uno tra i migliori vivai al mondo.

LE ACCUSE: UN ‘NO’ PER UNA RICHIESTA ECONOMICA TROPPO ALTA

Tutto è nato quando la federazione tennistica ucraina ha annunciato che Svitolina e Yastremska, numero 1 e 3 del paese, non avrebbero giocato in Fed Cup e le nominate erano: Lesia Tsurenko, Katerina Kozlova, Marta Kostyuk e Lyudmyla Kichenok. Il comunicato citava: “Malgrado accordi già presi inizialmente con entrambe le parti, Elina Svitolina e Dayana Yastremska non parteciperanno agli incontri di Fed Cup in programma a Zielona Gora. Le ragioni della rinuncia sono collegate a nuove condizioni economiche che sono state pretese dall’agente di entrambe le giocatrici, Stefan Gurov, capo dell’agenzia ‘TOP-5 Management'”. Una questione di soldi, insomma. Un rialzo all’ultimo momento voluto dal loro agente che avrebbe infastidito la federazione.

Non è un qualcosa di cui stupirsi, la questione legata ai soldi per l’ingaggio degli atleti (tutti) in questo genere di competizioni. Come dicevamo, la Fed Cup e così pure la Davis Cup, sono tornei che esulano dalla stagione del singolo atleta. È quasi impossibile pensare a febbraio, anche magari dopo il successo al primo turno, se per metà aprile si potrà essere a disposizione per giocare magari anche solo 2 giorni sul cemento in Australia quando tutto il resto del tour è in Europa per i tornei su terra. Può scombinare la preparazione, far perdere settimane di tornei che, al contrario, offrono punti per il ranking WTA e soldi come montepremi. Eugenie Bouchard lo scorso anno, dopo Charleston, doveva volare a Bogotà per il primo torneo sulla terra rossa e poi cominciare la trafila tra Rabat e i tornei minori in Europa prima delle qualificazioni del Roland Garros. Decise di scendere in campo in Fed Cup  (tra l’altro proprio contro l’Ucraina) e rimediò un infortunio all’addome. Saltò Bogotà, Rabat, e per infortunio anche Trnava, Cagnes-sur-Mer e si ritirò nel primo turno di qualificazioni a Parigi. Due partite che per lei hanno voluto dire nulla in termini di classifica, che però le sono costate un mese e mezzo di tornei.

LA RISPOSTA DEL MANAGER GUROV

Gurov ha risposto in maniera estremamente dura al comunicato della federazione: “È divertente e interessante vedere come la federazione tennistica ucraina abbia deciso di accusare le ragazze lanciandole tutta la colpa per qualcosa che non hanno fatto. La prima cosa che mi viene in mente è che qualcuno, e noi sappiamo bene chi, vuole già levarsi da ogni responsabilità in caso di fallimento della spedizione in Polonia e voglia rendere Svitolina e Yastremska come le vere responsabili. È incredibile come i rappresentati di una federazione abbiano modi di fare così, attaccando qualcun altro e non avere la forza di prendersi le proprie responsabilità. Loro mi accusano di aver chiesto più soldi per Svitolina? La verità è che nessuno della federazione mi ha mai cercato, l’unica persona con cui abbia parlato è Olga Savchuk, che mi ha detto che nessuno in federazione tratta con gli agenti. La federazione ucraina in realtà è un fantasma, che non ha modo di condurre alcuna negoziazione. Come pensano loro di comportarsi in questo modo? Non ci sarà nulla di positivo se continueranno così. Elina aveva in programma di giocare con la propria nazionale fin dallo scorso anno, ma il problema al collo a Melbourne ha rovinato tutto e dopo un consulto con i medici ha dovuto decidere per il forfait per non condizionare la squadra. Per quanto riguarda Yastremska, si era deciso già da tempo di farle giocare appena due partite delle 4 previste perché vogliamo per lei un inserimento graduale, essendo ancora molto giovane e non volendola caricare di tante responsabilità. Il tutto fu stato stabilito in un incontro col padre Alexander e i rappresentanti della federazione. Ora che Svitolina non può giocare, loro hanno messo da parte gli accordi e stabilito che Dayana giocasse sempre, compresi i doppi decisivi”.

LA RIVELAZIONE: LA MAMMA DI YASTREMSKA HA RISCHIATO DI PERDERE LA VISTA

La seconda parte del discorso di Gurov fa riferimento a un fatto che è avvenuto dopo il terzo turno dell’Australian Open perso da Yastremska contro Serena Williams. Dayana, assieme alla famiglia, voleva comunque celebrare il risultato e presero una bottiglia di champagne per un piccolo brindisi. Quella però è esplosa, secondo alcune dichiarazioni rilasciate dal papà di Dayana, tra le mani della mamma Marina, causando un grave problema all’occhio e portandola a un ricovero d’urgenza in ospedale quella stessa sera. “Furono ore d’inferno” ha raccontato Alexander, “Mentre stavamo tornando a casa da Melbourne Park mia moglie prese una bottiglia di champagne che le è esplosa tra le mani. I danni furono subito evidenti e gravi. Ci è stato subito detto che Marina avrebbe facilmente potuto perdere la vista. Dayana era completamente sotto shock, molto stressata e impaurita. Fecero un intervento d’urgenza durato 4 ore, con un equipe medica di 8 persone. Noi eravamo in attesa di una qualche notizia e quando ci hanno detto che al momento l’occhio è salvo abbiamo tirato un enorme sospiro di sollievo. Non è ancora finita però, perché la vista non è tornata al 100%, ma dobbiamo un grazie speciale a Stefan Gurov perché ci è stato sempre vicino e ci ha aiutato in ogni dettaglio. Da soli non saremmo mai riusciti a reagire così. E un grazie speciale anche al direttore dell’Australian Open, perché ha coperto tutte le spese mediche che ci servivano in quel momento”.

Dayana, ancora emotivamente scossa, in quel momento voleva cancellarsi da Hua Hin e dalla Fed Cup per starle vicina. Il 5 febbraio ci sarà una seconda operazione. Marina stessa, però, le ha detto “Dyanochka, nella vita possono succedere anche cose dure e tristi, ma dobbiamo essere in grado di superarle. Quello che è successo, è successo. Questo non ti dovrà fermare in alcun modo”. Nessuno della federazione si è fatto avanti, secondo Gurov, per prestare aiuto o anche solo informarsi della vicenda: “A nessuno di loro frega nulla dei loro atleti. A loro interessa solo farsi belli coi loro risultati e lanciare ultimatum, o scagliare colpe. Per come la penso io, la situazione è chiara: hanno voluto scaricare i loro problemi per accusare me e la mia agenzia, colpendo anche due delle loro stesse tenniste per togliersi da possibili impacci. Una mancanza di professionalità che per me è disarmante. Non c’è assolutamente comunicazione tra i capi della federazione e i giocatori: non ho ricordi di alcun membro federale presente ai match di Elina, che per me è assurdo”.

UN (MAGRO) LIETO FINE

La vicenda, soprattutto quella di Yastremska, deve aver scosso le acque nella federazione ucraina, tanto che c’è stato negli ultimi giorni un tentativo di chiarimento andato a buon fine. Alexander, sempre nell’intervista precedente, ha aggiunto: “Giocare per la propria nazionale è qualcosa che Dayana ha sempre fatto, fin da piccola. È qualcosa di speciale per lei, e partecipare alle Olimpiadi già dal prossimo anno sarebbe un sogno. Lei è sempre stata in squadra a livello junior, ha portato l’Ucraina a vincere tanti premi, ma da parte della federazione non c’è mai stato alcun ringraziamento, alcun gesto di riconoscenza o supporto quando ne avremmo avuto bisogno. Ora loro hanno tirato in ballo lei e Stefan Gurov. Ma sapete chi è Gurov? Da solo ha fatto più lui per il tennis in Ucraina che l’intera federazione negli ultimi 20 anni. Perché secondo voi tutti i migliori atleti vogliono firmare con lui? Perché lui li aiuta, è sempre disponibile quando hanno bisogno, e apre sempre le porte quando possibile a chi vuole provare ad avere una carriera di successo. Al contrario, la federazione non ha mai fatto nulla. E non sono capaci neppure di creare una squadra per la Fed Cup, scaricando poi le colpe che fanno interpretare male certe dinamiche ai fan e tutto il tennis in Ucraina”.

Alla fine la volontà di Dayana ha prevalso. Yastremska è stata integrata in squadra, giocando il numero di partite che aveva inizialmente programmato, ma i toni rimangono molto delusi: “Giocherà, e lo farà con piacere rispettando il numero di partite inizialmente programmato. Però, onestamente, alle nostre spalle c’è una federazione che non ci ha mai supportato. E finora ci ha soltanto gettato addosso del fango”.

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