WTA Brisbane: Osaka si prende un’altra semifinale, vittoria di forza contro Sevastova

Naomi Osaka coglie la quarta semifinale negli ultimi 5 tornei giocati battendo un'ottima Anastasija Sevastova. Da lunedì tornerà al numero 4 WTA, ancora possibile però il sorpasso a Caroline Wozniacki che la porterebbe al record assoluto per il Giappone.

Dal nostro inviato a Brisbane, Diego Barbiani

[2] N. Osaka b. [8] A. Sevastova 3-6 6-0 6-4

La sensazione, dopo l’ora e mezza di partita, è che probabilmente Naomi Osaka fino a poco tempo fa non l’avrebbe mai vinta. O almeno, non con lo spirito messo in campo oggi.

La giapponese ha ribaltato con grande autorevolezza una partita che per lei si era messa malissimo. Aveva a conti fatti sbagliato soltanto il turno di apertura iniziale, ma pur crescendo di livello non riusciva a mettere in difficoltà una Anastasija Sevastova che per almeno tutto il primo set ha giocato a un livello che poche volte aveva mostrato.

Sembrava di rivedere un po’ quello che è successo ieri sera ad Elina Svitolina, vittima di un tennis di grande qualità da parte di Aliaksandra Sasnovich, ma Osaka ha saputo ripartire dopo un primo set vissuto tra la rabbia e l’impossibilità di fare qualsiasi cosa. Provava ad aprirsi il campo, e la lettone correva ovunque. Provava ad andare sulla diagonale di dritto, colpo che ormai è un’arma veramente pericolosa, e comunque Sevastova aveva le giuste contromisure. Quando l’avversaria caricava il dritto lei perdeva campo, quando lei leggeva bene ogni scambio lei non riusciva a fare altrettanto finendo per essere in svantaggio nell’inerzia della partita.

Tante volte, perso un set così, Osaka non si ripresentava in campo con una controffensiva adeguata, facendosi prendere troppo dal momento e dalla foga, spegnendosi verso la fine. I dati raccontano di appena 5 partite vinte nelle ultime 41 volte in cui ha perso il set di apertura nel biennio 2017-2018. Oggi, dominata in astuzia e costretta a vedersi subire vincenti su vincenti da una Sevastova ispiratissima, che l’ha fatta infuriare all’ennesimo punto dove ha colpito meno di mezza riga (e dove lei ha buttato l’ultimo hawkeye), ha invece saputo trarre solo energia positiva. Il break ricevuto in apertura di secondo parziale, con una lettone che mostrava il primo, comprensibile, calo dava il via al suo prepotente rientro.

In quel 6-0 maturato nel secondo parziale si è contato un solo gratuito e 9 vincenti. Osaka non faceva tante cose diverse rispetto al primo set, ma il body language e la presenza in campo erano completamente diversi rispetto a prima, pronta a saltare sulla palla con maggior veemenza e andando con un pizzico in più di decisione negli angoli. La grande difesa di Sevastova, elogiata per tutto il primo set, ora era molto meno efficace e quel mezzo passo di ritardo le costava caro.

Vinto il secondo set, è stata brava a mantenere molto elevato il livello di guardia. Ieri sera Sasnovich è rientrata, oggi lei non lo ha permesso. Sevastova teneva il turno di battuta iniziale con 2 gratuiti della sua avversaria che però al servizio continuava a martellare (11 gli ace totali). Sull’1-1 un doppio fallo della lettone la mandava sotto 0-30, creando una situazione di apprensione da cui Naomi ha colto il massimo, con un dritto vincente per lo 0-40 e il nuovo break in suo favore. Fondamentale il primo allungo sul 3-1, perché nel quarto game ha chiuso malgrado 2 errori gratuiti alla battuta, cosa che non si verificava da oltre un set e mezzo. Dal 30-30 è arrivato un servizio vincente e un rovescio vincente.

La chance, per Sevastova, c’è stata comunque. Sul 4-3 Osaka è stata prima sotto 15-30, poi 30-40 dopo aver messo sul nastro un rovescio destinato all’angolino al termine di uno scambio a velocità molto intensa, prima sulla diagonale e poi sul centro del campo. Come ha chiuso? Tre ace negli ultimi 5 punti e Sascha Bajin, a bordo campo, a guardare abbastanza sorpreso. Sul 5-4, al momento di chiudere, il braccio non ha tremato. Subito 40-0, ha poi concluso con l’undicesimo ace della sua partita per conquistare la quarta semifinale negli ultimi 5 tornei disputati. Soprattutto, arrivare a una vittoria che per come è maturata può avere un peso specifico molto importante, contro un’avversaria che l’anno scorso l’aveva battuta 2 volte su 2.

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